DIGESTARIO  di Aina Bestard, Traduttore: Francesco Ferrucci

Digestario   Gli apparati digerenti più affascinanti del regno animale

Autore: Aina Bestard

Editore: Camelozampa, Monselice PD 2024

Collana: le sinapsi Anno edizione: 2024

180 pagine illustrate Rilegato Età di lettura: dai 7 anni

ISBN  9791254642085

Le parolechiave in questo testo, adatto sia a lettori adulti che ai ragazzi, sono sicuramente Evoluzione e adattamento ma possiamo pensare anche al connubio arte e scienza che ci accompagna dalla prima all’ultima pagina.

Il titolo Digestario,  ha un suffisso che fa pensare  a una raccolta…erbario, terrario,  apiario, acquario, bestiario,  ma immaginare una raccolta di apparati digerenti può incuriosire o infastidire. Per contro può fare intuire l’importanza di questo cervello,  senza il quale nessun animale può vivere. La funzione dell’apparato digerente, ovvero l’insieme  di organi che permettono la trasformazione del cibo in energia è funzionale a tutti gli altri organi  in senso stretto.

Dalla danza dei granchi per attirare i compagni, al becchettare del fringuello che si appoggia sul terrazzo, allo sprint di una leonessa che insegue un’antilope, all’ape che costante va di fiore in fiore a procurare nettare per nutrire la covata, al neonato che vagisce con costanza, tutte queste azioni, compreso il respiro e il battito del cuore,  necessitano, di energia. Gli animali la ricavano dall’alimento e ciascuno ha un apparato digerente che permette di vivere. I vegetali sintetizzano chimicamente. Noi animali abbiamo bisogno di digerire con modalità e tempi molto diversi dal  più semplice al più complesso ma sempre funzionale.

Alimentarsi non è un processo così semplice come potrebbe sembrare. Il mondo animale è incredibilmente vario e  una stella marina, una giraffa, un gipeto o un’ape mangiano in modi completamente diversi. Anche i loro escrementi possono essere molto diversi! Basti pensare al vombato, marsupiale davvero curioso. Per digerire pochi sparuti ciuffi d’erba più o meno secca,  impiega anche 2 settimane, tanto che  le feci si induriscono e prendono una forma pressoché  cubica. Questo dipende dalla necessità di adattarsi all’ambiente che lo circonda. In natura si può anche rovesciare l’affermazione. L’animale mangia ciò che ha a disposizione e l’intestino si modifica adattandosi alla bisogna.

Il polpo comune ha sviluppato un intestino a U e il cibo ingerito attraversa l’esofago passa dal …cervello! Sarà per questo che il polpo è così intelligente!? Molti invertebrati hanno invece un apparto completo, come il lombrico che è dotato di bocca, esofago, ingluvie, stomaco, intestino e ano. Se prendiamo in mano un lombrico con delicatezza facciamo fatica a vedere questa complessità così ben rappresentata dall’autrice.

E lo scimpanzé comune? Oltre a tutte le caratteristiche sopra elencate, l’autrice sottolinea che il “Dottor Scimmia” consuma oltre 13 tipi di erbe medicinali per curare disturbi come mal di testa, mal di stomaco o infezioni parassitarie: le stesse che usano i popoli nativi.

Il lettore, piccolo, grande, studioso o solo curioso, viene immerso in un mondo a volte negletto. Parlare di digestione implica anche defecazione e ben si sa quanta importanza hanno le “fatte” per individuare animali che vivono nei boschi e nei prati per non dire dei coproliti utili a datare rocce e depositi sedimentari.

Per ciascuno dei 70 esseri animali trattati nel testo,  il lettore trova informazioni scientifiche riguardanti la tassonomia, la dieta, la forma dell’apparato digerente , il cibo preferito, quando mangia, chi li mangia. Un mondo da scoprire o riscoprire con la piacevole lettura e artistica illustrazione dell’autrice.

Aina Bestard è una illustratrice ha studiato design a Barcellona dove si è laureata. Ha illustrato numerosi libri per bambini, tradotti in 13 lingue. In Italia è già stata pubblicata da L’ippocampo e White Star.

La casa editrice Camelozampa è nata nel 2011 dalla fusione di Camelopardus e Zampanera due realtà editoriali locali.

E’ una casa editrice indipendente di libri per bambini e ragazzi. Pubblica albi illustrati e romanzi che siano fonte di ispirazione per i giovani lettori nella ricerca della felicità, la comprensione delle diversità, la consapevolezza di sé. La cura dell’oggetto-libro si riflette anche nella produzione, privilegiando l’uso di carta ecologica FSC e, se possibile, il lavoro a “Km 0”: la creatività e le idee arrivano da tutto il mondo, la stampa avviene a poca distanza dalla sede, per minimizzare l’impatto ambientale del trasporto.

Alberta

Storia minima d’Europa

di Andrea Zannini

Andrea Zannini
Storia minima d’Europa. Dal Neolitico a oggi
Editore: Il Mulino
Collana “Le vie della civiltà”
Anno 2025 (terza edizione)
pp. 368, brossura
€ 28,00

Andrea Zannini insegna Storia dell’Europa nell’Università di Udine.
Con questo libro, giunto alla terza edizione aggiornata e ampliata, ci guida in un lungo viaggio attraverso la storia dell’Europa, dal suo formarsi fino all’Europa unita, evidenziando i momenti chiave, i processi, le trasformazioni e le problematiche della realtà odierna.

K2 Sogno vissuto

Mario Fantin: K2 sogno vissuto – Collana “Alpinismi”
Editore: CAI edizioniPrima pubblicazione novembre 2024
A cura di Mauro Bartoli.
272 illustrazioni e foto per la maggior parte dell’autore del diario.
Prezzo di copertina € 22,00

ISBN 978-88-7982-152

Il libro sull’ascesa al K2 è stato pubblicato la prima volta nel 1958 da Tamari edizioni.

Mario Fantin, cineoperatore e appassionato scalatore ci accompagna in quello che lui definisce “Sogno vissuto”, ovvero la spedizione al K2 organizzata nel 1954 dal gruppo di alpinisti guidati dal Prof. Ardito Desio. Fantin, appassionato di fotografia e riprese si propone come cineoperatore per documentare quella che era una spedizione con finalità scientifiche, dalla geologia alla paleontologia, dalla geografia all’alpinismo inteso come ricerca dei limiti umani. Mario Fantin nel suo dettagliato diario, coglie particolari e sfumature delle dinamiche del gruppo di alpinisti che componevano la spedizione, sottolinea di sentirsi spesso ostacolato dal capo spedizione che continuamente gli ricorda che lui era lì per documentare, non intralciare quanti stavano con pazienza e fatica montando i campi da I a VIII. Lui che camminava sulla neve e sulle morene del Baltoro portandosi dietro la pesante attrezzatura per fotografare e riprendere. Lui che spesso considerava l’attrezzatura più importante delle sue mani intirizzite a meno 20 gradi, sferzato dal vento e dalla neve.

Le difficoltà e il disagio fisico passano in secondo piano, Fantin avverte il privilegio di far parte della spedizione, evita di fare polemica con Desio ma sente forte il desiderio di salire al campo VIII. Durante l’avvicinamento, documenta un mondo affascinante che va scomparendo. Riprende e fotografa i compagni, mentre sulla carta trasferisce in presa diretta l’emozione di trovarsi al cospetto di una Natura selvaggia e maestosa. Sottostà, come tutti, ai duri ordini di Desio, che non lo tollera. Ma nulla scalfisce l’emozione di vivere un sogno, giunto all’apice il 31 luglio, quando la vetta del K2 è finalmente raggiunta.

Chi legge questo straordinario diario, coglie ogni dettaglio di quei giorni di fatica e di sofferenza ma anche di umana condivisione. Ecco Fantin che, costretto ad attendere coloro che rientrano dalle fatiche e dai pericoli affrontati per allestire campi a quote sempre più elevate e vie attrezzate per raggiungerle, prepara con pazienza una bevanda calda a quanti rientrano. Ecco Fantin che si improvvisa cuoco per rifocillare coloro che fanno avanti e indietro con un tempo sfavorevole. Per disposizioni superiori rimane a quota 5600 al campo I, dove arriva con un carico di 15Kg di attrezzatura, e fa riprese della slittovia carica, degli Unza e di Puchoz che fanno la spola tra il campo I e la selletta di carico.

Puchoz, guida alpina valdostana giovane vigoroso e generoso muore il 21 giugno, le cure del medico non sono bastate, la bronchite gli ha tolto il respiro. Fantin immortala in commoventi immagini il trasporto della salma e la sua tumulazione con i compagni che cantano “Montagnes Valdôtaines vous êtes mes amours”. Il laconico commento di Desio è “questa non ci voleva”.

Nel suo diario Fantin condivide sempre elementi positivi, un esempio: 13 luglio raggiunge il campo II e ci fa immaginare paesaggi notturni sereni con la luna e la catena montuosa che fa da cornice con quelle piramidi “giovani” che si susseguono.
È davvero secondario il ruolo assegnato a Fantin nella spedizione italiana al Karakorum-K2 del 1954? Certo la sua è una sfida come alpinista ma il suo diario giorno dopo giorno ci fa capire la sua sensibilità e umanità. L’attenzione ai compagni di spedizione, ai portatori Unza e Baltì, spesso criticati e visti come scansa fatiche anche dai capi spedizione. Lui, Fantin cineoperatore regala a noi il privilegio di “vedere” tempeste di vento e neve che accucciano le tende e scalatori costretti a scuoterle energicamente per liberarle. Lui riesce a strappare un sorriso con un piatto di riso e lardo preparato in una pentola che fatica a bollire. Non cita la frase “conquistare la vetta”, sembra consapevole che non sono gli umani a conquistare le montagne, bensì le montagne a conquistare gli umani.

«Perché il K2, dopo aver scatenato tutte le sue furie sugli alpinisti durante l’assedio, sorrise placato nel vederli scendere, divertito nel far loro lo sgambetto mandandoli più volte con la faccia nella neve. Una cosa da nulla davvero, in confronto al grosso scherzo che gli italiani gli avevano combinato, andando a camminargli in testa, sul bianco cappuccio di neve!». (Mario Fantin)

Il curatore di questo testo, Mauro Bartoli, mette a disposizione di appassionati di montagna o meno, l’archivio privato di Mario Fantin, restaurato in collaborazione con la cineteca di Bologna, foto e film prodotti dall’alpinista che ha partecipato alla spedizione sul K2 nel 1954 come cineoperatore.

Alberta