“Firenze mia”, mostra dell’artista tredicenne Clara Woods

Il prossimo 5 febbraio si terrà a Firenze l’inaugurazione della mostra “Firenze Mia” di Clara Woods (5-16 febbraio).


Clara Woods è un’artista fiorentina di 13 anni che non può parlare a causa di un ictus perinatale ma conosce tre lingue (italiano, inglese e portoghese) e usa la pittura e i colori per comunicare con il mondo e esprimere i suoi sentimenti.

Nel corso dell’ultimo anno Clara ha esposto in Giappone, a Miami, a Roma, a Londra.
il 5 febbraio dalle ore 19 nei bellissimi spazi de “Il Conventino, Caffè Letterario Firenze”( in in via Giano della Bella 20), verrà inaugurata la mostra “Firenze Mia” che Clara dedica alla sua città e ai personaggi della sua storia. Mamma Betina racconta che “Oltre a viaggiare, pitturare e ammirare Frida Kahlo, Clara ha sempre avuto poche passioni nella vita. Per noi come famiglia è sempre stato difficile trovare attività, giochi e giocattoli che potessero coinvolgerla per più di mezza giornata. Ha iniziato a studiare la storia della Famiglia Medici a scuola e si è innamorata. In poco tempo ha coinvolto tutti noi a guardare la serie sui Medici e documentari su Youtube”.

“Clara si è appassionata alla storia dei personaggi e del periodo storico. Questo progetto dà a Clara l’opportunità di imparare nuove tecniche artistiche, di maturare le sue emozioni, quando le cose non vanno come vorrebbe, e di gestire un nuovo tipo di disciplina su un lavoro a lungo termine. E’ bello e gratificante vivere questa nuova passione di Clara che, essendo fiorentina, scava le sue radici e rende onore alla città di Firenze e alla sua storia”, conclude mamma Betina.

Tra i quadri in mostra in occasione della mostra ci saranno “Lorenzo Il Magnifico”, un ritratto ispirato dai racconti su Lorenzo, “Medici’s Clan”, uno degli esperimenti astratti dell’artista dove raffigura Lorenzo, Giuliano e la loro mamma Lucrezia e “Florence’s sunset”, un quadro ancora inedito dove Clara racconta la sua visione di un tramonto fiorentino.

Un successo, quello di Clara, che si esprime anche nel crescente seguito che la pittrice sta raccogliendo sui social network.

Conta, infatti, su oltre 28mila follower su Instagram e 18mila su Facebook che la supportano con grande entusiasmo e per i quali lei riesce a essere di grande esempio e ispirazione, aiutandoli a trovare nel racconto delle sue giornate la motivazione per sperimentare la propria vena artistica o anche solo per tornare a sorridere.

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L'ingresso gratuito, è a partire dalle ore 19.00 – Il Conventino – in via Giano della Bella, 20, Firenze.

La mostra rimarrà aperta da lunedì a sabato, dalle 8 alle 21 fino al 16 Febbraio.

Per approfondimenti visitare i siti internet www.clarawoods.art e www.instagram.com/woods_clara

 

 

 

* Jojob. A lavoro in carpooling, in bici o a piedi: con la mobilità sostenibile i dipendenti risparmiano 1,2 milioni di euro

 


Sostenibile per l’ambiente ma soprattutto per le tasche: la mobilità sostenibile e condivisa nel 2019 ha registrato numeri da record, con oltre 832 tonnellate di CO2 non emesse e 1,2 milioni di euro risparmiati. A rivelarlo è il Rapporto annuale sulla Mobilità Sostenibile Aziendale di Jojob, il principale servizio in Italia che offre alle aziende uno strumento completo di welfare aziendale dal punto di vista della mobilità grazie alla certificazione di viaggi casa-lavoro fatti in carpooling, in bici, a piedi o con le navette aziendali.

Rinunciare all’utilizzo quotidiano dell’auto privata significa risparmiare 1.254.195 milioni di euro* ed evitare l’emissione in atmosfera di 832 tonnellate di CO2*. Sono i numeri in costante crescita che emergono dal Rapporto annuale sulla Mobilità Sostenibile Aziendale elaborato sui dati del 2019 da Jojob, il principale servizio che in Italia offre alle aziende uno strumento completo di welfare aziendale dal punto di vista della mobilità.

Jojob permette infatti alle aziende di diffondere e incentivare l’uso dei trasporti condivisi e basso impatto ambientale tra i dipendenti, grazie alla certificazione tramite app per smartphone dei viaggi casa-lavoro fatti in carpooling, ma anche in bici, a piedi o con le navette aziendali. Nel 2019 si è assistito ad un vero e proprio boom nell’utilizzo di questi strumenti da parte delle aziende, che hanno così stimolato i lavoratori ad adottare mezzi di trasporto sempre più green.

Carpooling aziendale: nel 2019 non emesse 765 tonnellate di CO2

In particolare il carpooling aziendale, grazie al quale i lavoratori possono condividere il tragitto casa-lavoro con colleghi e dipendenti di aziende limitrofe, ha permesso nel 2019 ai dipendenti di risparmiare – quindi di percorrere in condivisione anziché con la propria auto – 5.892.016 km, un dato cresciuto dell’88% rispetto all’anno precedente. Una pratica comoda che contribuisce a diminuire il traffico veicolare: basti pensare che in un anno sono quasi raddoppiati i km percorsi in carpooling da chi si è recato a lavoro trasportando colleghi e amici (4.288.848 km), togliendo così dalle strade 197.595 auto e non emettendo in atmosfera 765.962 kg di CO2 (+81% rispetto al 2018), una cifra che corrisponde alla CO2 che – se emessa – richiederebbe di essere neutralizzata da un bosco di 38.298 alberi.Da record, di conseguenza, il risparmio generato nell’anno: passeggeri e autisti hanno risparmiato in totale 1,2 milioni di euro semplicemente utilizzando il carpooling, quasi raddoppiando i dati del 2018, quando si parlava di 650mila euro.
Un’auto con 2,38 persone per un tragitto di 29 km è il viaggio medio percorso dai carpooler che ogni giorno scelgono di condividere l’auto per andare a lavoro. In questo modo, ciascun utente arriva a risparmiare in media 1.966,20 euro ogni anno, considerando che il costo medio per chi viaggia da solo sarebbe di 2.613 euro (calcolato su tabella ACI 0,20 €/km).

Bici, Piedi e Navette aziendali: aumenta l’utilizzo dei servizi

Nel 2019 a conquistare i dipendenti della aziende sono stati inoltre i servizi Bici, Piedi e Navette lanciati da Jojob nel corso del 2018 per certificare le tratte casa-lavoro fatte a piedi o in bicicletta o a bordo delle navette aziendali.

L’utilizzo della bicicletta è quintuplicato rispetto al 2018, raggiungendo negli ultimi 12 mesi 240.000 km percorsi, che hanno permesso di risparmiare 48.000 euro e di non emettere in atmosfera 31.200 kg di CO2. I dipendenti che raggiungono la sede di lavoro a piedi hanno invece percorso in totale 50.649,7 km, pari a +608% rispetto al 2018, per un risparmio economico di 10.129 euro e ambientale di 6.584 kg di CO2.

Con Jojob Navette invece sono stati certificati 220.092 km (+176% rispetto all’anno precedente), risparmiati 44.018 euro, 28.611kg di CO2 non emessi.

Crescono del 50% le aziende coinvolte

“Il 2019 è stato l’anno della svolta per Jojob e ci prepariamo ad un 2020 ricco di importanti novità. Negli ultimi 12 mesi abbiamo superato il milione di euro risparmiato grazie al carpooling e i numeri dell’utilizzo della certificazione per Bici, Piedi e Navette sono cresciuti in maniera esponenziale, mostrando da una parte la capacità delle aziende nel comunicare il cambiamento, dall’altra la voglia da parte dei dipendenti di cercare modalità di spostamento alternative all’auto privata”, sottolinea Gerard Albertengo, CEO e founder di Jojob. “Mentre la  diffusione dell’elettrico aiuterà senz’altro a ridurre lo smog in città, il carpooling, specialmente su tratte extraurbane, continua a rappresentare la soluzione più immediata per ridurre il numero di veicoli circolanti”.
Una crescita legata anche al fatto che le aziende che scelgono le soluzioni di mobilità proposte da Jojob sono passate a 3.000 (+50% rispetto al 2018), di cui 260 grandi aziende (+44% rispetto al 2018), che oltre al servizio di carpooling aziendale stanno promuovendo gli spostamenti a piedi, in bici o con le navette aziendali.

Tra le aziende che anno dopo anno continuano ad adottare Jojob spiccano Amazon, Aeroporto di Bologna, BVLGARI, Chiesi, CNH Industrial, Eli Lilly, Gruppo MutuiOnline, Kedrion Biopharma, Lavazza, OVS SpA, Salvatore Ferragamo.

A queste, nel corso del 2019 si sono affiancate numerose grandi aziende tra cui Banca d’Italia, Bomi Italia, Fincantieri, Fonderie di Montorso, ING, Jacobacci & Partners, Loro Piana, Pietro Fiorentini, Sea Aeroporti di Milano. Tra le PMI che si sono aggiunte nel corso del 2019 alla squadra di Jojob spuntano invece ART, Coface, Knorr Bremse.

 

Note :
* Dati complessivi delle certificazione di carpooling aziendale, bici, piedi e navette aziendali. 

I dati del risparmio sono stati calcolati a partire dal costo medio per ogni km percorso senza carpooling che è pari a 0,20€ (costo scelto come standard, ricavato da tabelle ACI, che tiene conto del carburante e dell’usura del veicolo).

 

 

Prende il via a Milano il tour di presentazione dei libri finalisti del premio Galileo 2020

Appuntamento alle 18 in Sala Buzzati, Fondazione Corriere della Sera, con Guido Barbujani, Andrea Brunelli, Francesca Buoninconti, Giulio Cossu, Anna D'Errico e Carola Frediani.

Interverranno Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, e Alberto Mantovani, presidente della giuria, immunologo e direttore scientifico di Humanitas


ll Premio letterario Galileo parte in tour: giunto alla sua XIV edizione, per la prima volta dalla sua istituzione il Premio che seleziona i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in Italia esce da Padova, sua città natale, per uno speciale tour di presentazione. Gli autori finalisti dell’edizione 2020 avranno così l’occasione di presentare le cinque opere in concorso opere in quattro diverse città italiane all’interno di luoghi iconici del patrimonio culturale del nostro Paese.

La prima tappa del tour si terrà mercoledì 29 gennaio, alle 18, a Milano, nella cornice della Fondazione Corriere della Sera (via Balzan, 3, in Sala Buzzati). Dopo i saluti istituzionali di Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, e di Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, interverrà il presidente della Giuria scientifica di quest’anno, Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University, per presentare i cinque volumi che accederanno alla fase finale del Premio. La parola passerà poi agli autori finalisti: Guido Barbujani e Andrea Brunelli, autori de "Il giro del mondo in sei milioni di anni" (il Mulino, 2018), Francesca Buoninconti, autrice di "Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori" (Codice Edizioni, 2019), Giulio Cossu, autore de "La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse" (Marsilio Editori, 2018), Anna D’Errico, autrice de "Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso" (Codice Edizioni, 2019), e Carola Frediani, autrice di "Cybercrime. Attacchi globali, conseguenze locali" (Hoepli, 2019).
L’incontro sarà condotto da Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico del Corriere della Sera, nonché membro della Giuria scientifica del Premio.

Il secondo appuntamento sarà a Torino, il 7 febbraio, alle ore 18 presso la Fondazione Circolo dei Lettori.

Il terzo evento si terrà invece a Trento, il 28 febbraio alle 21, nell’ambito della Green Week-Festival della Green Economy.

Infine, il tour si concluderà a Padova, il 28 marzo alle ore 11.
Ciascun appuntamento sarà moderato da un giornalista della Giuria Scientifica.

I cinque libri finalisti

Nel libro "Il giro del mondo in sei milioni di anni " (Il Mulino, 2018) di  Guido Barbujani e Andrea Brunelli il protagonista è Esumim. Non si sa quanti anni abbia esattamente: ne dichiara circa sei milioni. A volergli credere avrebbe partecipato a tutte le grandi migrazioni dell’umanità, fin da quando avevamo un cervellino grande come quello degli scimpanzé. «Ci siamo divertiti» – ripete sempre – «non si stava mai fermi!». Esumim è l’immaginario testimone di un viaggio che ha inizio molti milioni di anni fa, il cui primo passo – quello di scendere dagli alberi – ha dato l’avvio alla lunga catena di migrazioni attraverso la quale i nostri antenati hanno colonizzato il pianeta. Quante umanità diverse – dagli Australopitechi a Neanderthal a Sapiens – si sono succedute e incrociate sulla Terra? Quali percorsi hanno seguito, dalla loro prima uscita dall’Africa fino alla diffusione in tutto il pianeta? Come si sono influenzate e mescolate fra loro, e cosa possiamo capire oggi di tutto questo studiando il loro Dna? Una vicenda intricata, in cui la genetica ci guida nella ricostruzione di una colossale diaspora mai conclusa, che ci porta ancora oggi a spostarci e a incontrarci, a essere tutti dappertutto.

Nel libro Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori (Codice Edizioni, 2019) Francesca Buoninconti racconta invece come il nostro pianeta sia attraversato da miliardi di animali in viaggio. Piccoli o grandi, da soli o in gruppo, percorrono decine di migliaia di chilometri in volo, in marcia o a nuoto, affrontando difficoltà e pericoli, su percorsi infidi che spesso costano loro la vita. Migrano i giganti del mondo, le balene; migrano alcune delle creature più leggiadre, le farfalle; e ancora uccelli, mammiferi terrestri e volatori, pesci, anfibi, rettili, insetti di ogni tipo e altri invertebrati, come gli insospettabili granchi. Durante questo viaggio molti subiscono trasformazioni incredibili, altri sono puntuali come orologi svizzeri, altri ancora coprono distanze equivalenti a tre volte il viaggio di andata e ritorno dalla Luna. Ma come fanno a raggiungere la loro destinazione? Come si orientano e come riescono a tornare ogni anno esattamente nel luogo in cui sono nati? Soprattutto, perché migrano?

Nel libro La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse (Marsilio, 2018), Giulio Cossu si chiede: «Quando vivevo in Italia, non di rado mi capitava che la gente mi chiedesse: professore, quando pensa che le cellule staminali arriveranno realmente a curare le persone? Pazientemente, tutte le volte, rispondevo che da circa mezzo secolo le staminali sono in clinica e hanno salvato migliaia di vite umane». A partire dalle ultime frontiere al centro delle cronache (terapia genica e genome editing, medicina personalizzata, organoidi), attraverso una serie di esempi e casi inediti, l’autore racconta, ripercorrendo la sua quarantennale esperienza di scienziato internazionale, l’evoluzione e la storia delle scoperte più importanti nel campo della medicina rigenerativa. Sfatando non pochi miti e mettendo in crisi convinzioni ideologiche (soprattutto riguardo all’impiego delle cellule staminali), il libro affronta i tanti temi di natura etica ed economica (è giusto “distrarre” fondi per curare malattie rare che colpiscono pochi individui invece che destinarli a salvare migliaia di bambini “colpevoli” soltanto di essere nati dalla parte sbagliata del mondo? Come impattano sui sistemi di welfare tecniche di questo tipo? Vince il costo ingente sul breve periodo o forse è più importante valutare il risparmio che produrranno sul lungo termine?) e che hanno a che fare con la nostra consapevolezza dei temi scientifici e la scarsa cultura in questo settore, alla base della facilità con cui crediamo agli imbonitori e siamo pronti a mettere in discussione certezze ormai consolidate (come l’utilità dei vaccini).

Il libro Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso (Codice Edizioni, 2019) riflette su quanto sia importante, e allo stesso tempo sottovalutato, il senso dell’olfatto. Il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti da anni lavora a un’arma offensiva (e non letale) a base di odori capaci di creare il panico. Nel 2018 la Global Industry Analysts ha stimato in 45 miliardi di dollari il giro d’affari annuale dell’industria dei profumi. Insomma, quello che ruota attorno al nostro naso, a quanto pare, è una cosa seria. Ma come funziona questo nostro senso così raffinato e complesso e al tempo stesso istintivo ed emozionale? Tra ricerca scientifica e tante curiosità, Anna D’Errico ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei talenti del naso umano, descrivendo qualità poco note e sfatando alcuni miti, come l’idea che l’uomo abbia un olfatto poco sviluppato. 

Infine, in Cybercrime. Attacchi globali, conseguenze locali (Hoepli, 2019) Carola Frediani riflette come da anni si parli di cybercrimine, ma per quanto il fenomeno sia di volta in volta sottovalutato, sopravvalutato, minimizzato, esagerato o deformato, questo resti sempre qualcosa di astratto. Puntini incomprensibili su una mappa, termini arcani, narrazioni parziali e frammentarie, conseguenze vaghe e lontane. In questo libro invece si seguono in dettaglio alcune storie, si entra dentro la dinamica degli attacchi, l’impatto sulle vittime, le ramificazioni sociali, economiche, legali e perfino geopolitiche di singoli episodi. Tra ospedali in tilt, politici presi di mira, consulenti rovinati, caotici mercati neri e criminali allo sbaraglio.


La Giuria del Premio Galileo 2020

La Giuria scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 2 dicembre ha selezionato i cinque volumi finalisti, è presieduta quest’anno da Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. In passato ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti ed è stato a capo del Dipartimento di immunologia dell’Istituto Mario Negri di Milano. Ha contributo al progresso delle conoscenze nel settore immunologico, sia formulando nuovi paradigmi, sia identificando nuove molecole e funzioni. Le analisi bibliometriche lo indicano come il ricercatore italiano attivo in Italia più citato nella letteratura scientifica internazionale, e come uno dei 10 immunologi più citati a livello internazionale. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il prestigioso premio Pezcoller-AACR assegnatogli nel maggio 2019 dall’American Association for Cancer Research “per gli straordinari risultati nella ricerca sul cancro”, nel 2018 il Prize for Excellence in Medicine (American-Italian Cancer Foundation) e, nel 2016, il Premio Europeo di Oncologia dall’Organizzazione degli Istituti Europei del Cancro (OECI) e il Robert Koch Award per l’impatto trasversale sulla Medicina delle sue scoperte in ambito immunologico. 

 

A lui si affiancano cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica – Gabriele Beccaria, firma de La Stampa e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute, Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, il quotidiano scientifico di Rai Radio 3, Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico del Corriere della Sera, Barbara Carfagna, giornalista RAI, e Silvia Bencivelli, giornalista, saggista, conduttrice radiofonica e televisiva – e cinque docenti universitari in grado di rappresentare la comunità scientifica dell’Ateneo di Padova: Maurizio Borin, docente di Agronomia, Marco Ferrante, docente di Calcolo delle Probabilità, Maria Maddalena Parlati, docente di Letteratura Inglese, Maria Berica Rasotto, docente di Anatomia Comparata, e Flavio Seno, docente di Fisica Teorica della Materia. 

Alla Giuria scientifica si affianca la Giuria esterna, composta da studenti universitari di tutta Italia che si sono candidati come giurati e dalle 10 scuole secondarie di secondo grado selezionate per la fase finale del Concorso Scuole, una novità di quest’anno istituita dal Comune di Padova con l’obiettivo di stimolare i giovani studenti di tutta la Penisola sul tema della corretta informazione scientifica. E saranno proprio gli “studenti giurati” a decretare con il proprio voto l’opera vincitrice del Premio. 

La cerimonia di consegna del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica si terrà venerdì 8 maggio, presso l’Aula Magna del Palazzo del Bo, Università di Padova.

 

* L’App MyIFCOTM semplifica la digitalizzazione dell’intera supply chain

Grazie a MyIFCOTM, le aziende potranno avvalersi di flussi di lavoro più semplici e veloci per la scansione, la gestione e gli ordini di RPC. 


IFCO SYSTEMS, leader mondiale nella fornitura di soluzioni di imballaggi in plastica riutilizzabili (RPC) presenta la nuova versione della sua app MyIFCOTM in occasione di Fruit Logistica, che si svolgerà dal 5 al 7 febbraio a Berlino.

Due le principali funzionalità dell’app: MyIFCOTM recollect per una scansione semplificata degli RPC e MyIFCOTM order per l'ottimizzazione del processo d’ordine degli imballaggi in plastica riutilizzabili.

Con le proprie soluzioni digitali, IFCO propone un modello di economia circolare rivolto al futuro. Nello sviluppo dell’App MyIFCOTM, l’azienda ha dimostrato particolare impegno nella semplificazione dei flussi di lavoro aziendali, mettendo a punto una supply chain efficiente, sostenibile e priva di criticità.

Digitale dal momento dell’ordine fino al ritiro.

"MyIFCOTM è la prima app progettata specificamente per la digitalizzazione delle supply chain degli alimenti freschi con l’obiettivo di semplificare i processi di ordine e raccolta degli RPC lungo tutte le fasi della catena di fornitura”, spiega Wolfgang Orgeldinger, CEO di IFCO SYSTEMS.

L’ottimizzazione della digitalizzazione dell’intera supply chain è resa possibile dalle due funzionalità dell’App MyIFCOTM

  •  MyIFCO™ recollectgli utenti possono scansionare gli RPC con la fotocamera del loro smartphone e l’app rileva automaticamente il numero di RPC da restituire evitando lunghi conteggi. Questa funzionalità è attualmente disponibile presso i service center di IFCO al fine di velocizzare e semplificare la scansione degli RPC, e in futuro MyIFCOTM recollect supporterà i produttori, i fornitori di soluzioni logistiche e i rivenditori nella scansione degli RPC, accelerando sensibilmente i processi e risparmiando tempo prezioso senza investimenti aggiuntivi.
  • MyIFCOTM order: grazie alla funzionalità che consente di gestire gli ordini da remoto in modo semplice, tutti i protagonisti della supply chain potranno richiedere gli RPC via smartphone o tablet. Ciò faciliterà il lavoro dei dipendenti: se si trovano nel magazzino, potranno infatti ordinare gli RPC da lì, senza dover tornare nel proprio ufficio. Gli ordini possono essere visualizzati in modi diversi (settimana, lista…) e filtrati a seconda di molteplici parametri come il numero d’ordine, la tipologia di RPC o la data. Inoltre, gli utenti potranno avvalersi di funzionalità d’ordine rapide che consentono di impostare e piazzare nuovamente ordini preesistenti per un processo il più efficiente possibile, mentre le notifiche push consentono all’utente di essere sempre aggiornato sullo stato del proprio ordinativo. MyIFCO™ order è disponibile in 25 lingue e può essere utilizzato in tutti i paesi in cui è già disponibile il sistema per gli ordini online di IFCO.

Grazie alle opzioni per la digitalizzazione offerte dalla propria app MyIFCOTM, l’azienda continua a supportare l’ottimizzazione della sostenibilità e dell’efficienza economica delle supply chain aziendali.

Oltre alle funzionalità MyIFCOTM recollect order, IFCO sta già lavorando a opzioni aggiuntive che saranno rese disponibili nel breve periodo. 

MyIFCOTM è disponibile per iOS e Android.

 

Informazioni aggiuntive

IFCO è il principale fornitore mondiale di soluzioni di imballaggio riutilizzabili per alimenti freschi, al servizio di clienti in oltre 50 paesi. IFCO gestisce un pool di oltre 290 milioni di contenitori di plastica riutilizzabili (RPC) a livello globale, che vengono utilizzati ogni anno per oltre 1,6 miliardi di spedizioni di frutta e verdura fresca, carne, pollame, pesce, uova, pane e altri prodotti dai fornitori ai rivenditori di generi alimentari. Gli RPC IFCO garantiscono una migliore catena di distribuzione di alimenti freschi, proteggendo la freschezza e la qualità e riducendo i costi, gli sprechi alimentari e l'impatto ambientale rispetto agli imballaggi monouso. www.ifco.com

 

Per ulteriori informazioni:

IFCO: 
Daniela Carbone
VP – Global Marketing
Daniela.Carbone@ifco.com
www.ifco.com

Salviamo api e agricoltori!

Slow Food aderisce all’iniziativa dei cittadini europei. Basta una firma per fare la differenza


 


Mentre cresce la preoccupazione per il declino di api e impollinatori in tutto il mondo, Slow Food si unisce a una campagna europea per il divieto dei pesticidi, la trasformazione dell’agricoltura, la tutela delle api e la conservazione della natura. L’obiettivo è riuscire a raccogliere un milione di firme entro settembre 2020, di modo che la Commissione e il Parlamento europei siano obbligati a legiferare sul tema  della campagna tenendone in considerazione i princìpi. Fino ad ora hanno aderito all’iniziativa 90 organizzazioni presenti in 17 paesi dell’UE. Da anni Slow Food lavora attivamente per sensibilizzare il pubblico sulla drastica riduzione della popolazione mondiale di api e chiede vengano messi al bando i pesticidi dannosi, mettendo in luce la distruzione di biodiversità che è legata a doppio filo alla crisi delle api.

Un quarto della fauna selvatica europea è gravemente minacciata, metà dei siti naturali è in condizioni di difficoltà e i servizi ecosistemici si stanno deteriorando. Nel frattempo, milioni di contadini sono esclusi dal mercato da prezzi iniqui, mancanza di sostegno politico e pressione da parte delle grandi multinazionali. Tra il 2005 e il 2016 nell’Unione Europea sono scomparsi quattro milioni di agricoltori di piccola scala. 

L’ICE, guidata da Pan Europe, chiede alla Commissione Europea di avanzare proposte di legge per:

  • eliminare  i pesticidi sintetici entro il 2035: abolire gradualmente i pesticidi sintetici dall’agricoltura europea dell’80% entro il 2030, iniziando da quelli più pericolosi, per arrivare al 100% entro il 2035;
  • ripristinare la biodiversità: ricreare gli ecosistemi naturali nelle aree agricole in modo che l’agricoltura diventi un vettore di recupero della biodiversità;
  • sostenere gli agricoltori nella transizione: riformare l’agricoltura dando priorità all’agricoltura su piccola scala, diversificata e sostenibile, favorendo il rapido aumento delle pratiche agroecologiche e biologiche; promuovendo una formazione e una ricerca indipendenti in materia di pesticidi e di agricoltura senza OGM, che mettano al centro le esigenze dei contadini.

Slow Food e le organizzazioni partner hanno presentato l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) Salviamo api e agricoltori!, raccogliendo firme in occasione della manifestazione Wir Haben Es Satt! a Berlino. Nel corso dell’anno, Slow Food organizzerà numerose attività online e offline per promuovere l’ICE e sensibilizzare i cittadini sull’allarmante declino delle popolazioni di api e sulle conseguenze per la nostra biodiversità.
In Italia l’appuntamento è ad aprile nelle piazze dello Stivale per lo Slow Food Day, l’evento con cui ogni anno l’associazione della Chiocciola racconta i suoi progetti.   

 

Per aderire firma qui!

Scopri i progetti di Slow Food dedicati alle api

(Fonte: Ufficio Stampa Slowfood)

* portaNatura lancia in Italia lo sfuso biologico a domicilio

Per la prima volta 70 prodotti biologici in “vetro a rendere”, per abbattere plastica e imballaggi.


portaNatura è il brand che da oltre 10 anni consegna la spesa biologica davanti alla porta di casa. Propone tutto il buono che la campagna ha da offrire: frutta e verdura freschissima dalle migliori cascine biologiche e biodinamiche, ma anche pane, latte, pasta, cereali e tanto altro. Consegna davanti alla porta di casa, con meno imballaggio possibile.

Da gennaio 2020 l'azienda raddoppia il proprio impegno per la sostenibilità e propone un servizio totalmente nuovo per l'Italia. Un servizio che guarda al futuro e mira a ridurre drasticamente l'uso di packaging e di plastica. 

Per Tom Dean e Caterina Rossi Cairo, fondatori di portaNatura, lo sfuso biologico a casa è una svolta fondamentale, una tappa indispensabile: cambiare l'azienda, cambiando le abitudini delle persone. Zero Waste è l'obiettivo, per tutti. Con questa operazione, portaNatura prevede di risparmiare oltre 11.000 confezioni di plastica e 5.500 confezioni di uova all'anno. Che vanno a sommarsi alle politiche di Zero Waste attive da sempre: frutta e verdura sempre sfuse e consegnate in scatole di cartone che vengono riutilizzate fino a 5 volte.

Come funziona il nuovo servizio?

Il cliente va sul sito di portaNatura e, dalla sezione “Zero Waste”, ordina la sua spesa. I prodotti sfusi vengono consegnati in barattoli di vetro super resistenti, che contribuiscono a conservare al meglio le qualità del prodotto. Alla successiva spesa il cliente riconsegna i barattoli vuoti e riceve quelli pieni. Ogni barattolo viene igienizzato e preparato per una nuova “missione”, senza sprechi e rifiuti. 

Quali prodotti?

Lo sfuso biologico di portaNatura riguarda per ora 70 prodotti, che si aggiungono agli oltre 100 prodotti di frutta e verdura biologica da sempre consegnati sfusi, senza vaschette di plastica o cellophane.

L'offerta iniziale di 70 prodotti, destinata ad aumentare nel tempo, comprende: riso Baldo, riso Basmati, riso Rosa Marchetti, molti tipi di pasta, farro, miglio, avena, diverse tipologie di farina, lenticchie, piselli, fagioli, ceci, semi misti, brodo, frutta secca, zucchero, muesli, quinoa, succo di mele, uova e zuppe mix. 

Essendo alimenti di uso quotidiano, l’impatto della riduzione del packaging sarà significativo per le famiglie, e contribuirà a ridurre sensibilmente la necessità di fare raccolta differenziata. Ma non è tutto. Sfuso a domicilio significa una nuova cultura nell’alimentazione: biologico, locale, eticamente sostenibile e, finalmente, “zero waste”. 

La storia di portaNatura

Tom Dean ha fondato portaNatura insieme alla moglie Caterina Rossi Cairo. Vivono nel Basso Piemonte, sulle splendide colline del Gavi, da sempre terra di enogastronomia. Nel 2009 hanno convertito la loro fattoria Cascina del Melo all’agricoltura biologica e biodinamica. Stessa scelta per La Raia, l’azienda agricola di famiglia di Caterina. Hanno messo i loro studi, convinzioni e passioni al servizio di un progetto condiviso sempre più ampio che è infine sfociato in portaNatura, con l’obiettivo di rendere disponibili anche in città i profumi e i gusti della campagna, valorizzando il lavoro dei contadini e riducendo al minimo il superfluo, dai trasporti agli imballaggi. Oggi portaNatura consegna a Milano, Torino, Genova, Novi Ligure e Alessandria.

La proposta Zero Waste di portaNatura è quindi un nuovo passo concreto e quotidiano per praticare concretamente la strategia europea per la lotta all’inquinamento da plastica. 

Press Kit completo (comunicato, foto, video):  http://bit.ly/press_kit_portaNatura_zerowaste

Taverna Maderna: Dario Carpanese in concerto

Sabato 25 gennaio 2020, ore 18, Scuola della Carità, Via San Francesco 61, Padova


Un concerto dedicato ad uno strumento antico: il clavicembalo. Si esibirà Dario Carpanese, tra i migliori strumentisti padovani della sua generazione, con un programma ricco di novità e di sorprese. Ascolteremo una serie di brani di giovani compositori padovani e non, molti in prima esecuzione assoluta, in alternanza e dialogo con la trascrizione per clavicembalo di una serie di brani del compositore ungherese Béla Bartók.

Programma 

– Federico Perotti, Toccata Terza e Toccata Quarta (da Toccate di Intavolatura di Cimbalo, 2018)
– Béla Bartók, da Mikrokosmos: In Lydian Mode* (vol. II); In Phrygian Mode* (vol. I);Hommage à J.S.B.* (vol. III); Minor and Major* (vol. IV)
– Simone Tessari, In** (2020)
– Béla Bartók, da Mikrokosmos: Chords Together and Opposed* (vol. V); Chromatic Invention I* (vol. III); Chromatic Invention II* (vol. III); Ostinato* (vol. VI)
– Pietro Ferreri, Aylin** (2020)
– Béla Bartók, da Mikrokosmos: Boating* (vol. V);Broken Chords* (vol. III);Major Seconds Broken and Together* (vol. V);Perpetuum Mobile* (vol. V)
– Leonardo Mezzalira, A Little Wow!/What?/Mmmh! Machine** (2019)
– Béla Bartók, da Mikrokosmos: Chanson du renard* (vol. III); Chanson Hongroise* (vol. III); Dialogue* (vol. II); Nouvelle Chanson Populaire Hongroise* (vol. V)
– Dario Carpanese, Prisma** (2020)

*Trascrizione per Clavicembalo di Dario Carpanese

**Prima esecuzione assoluta

Ingresso ad offerta libera.

Il concerto si svolge sotto il patrocinio del Comune di Padova.

Taverna Maderna è un luogo di incontro, scambio e condivisione fra tutti e tutte coloro che ascoltano, scrivono, studiano e amano la musica di oggi. Un'idea che è maturata nel corso degli anni dalla scoperta e dall'ascolto della musica e dell'arte sonora che parla del tempo presente. Un'arte sottile che vuol essere espressione della personalità di chi la crea, ma anche opera collettiva di rispecchiamento e indagine della realtà, processo intenso che interagisce con il presente e lo trasforma. Perché, come ha detto Luciano Berio, le idee capaci di manipolare i suoni «sono fatte della stessa pasta delle idee che muovono il mondo».


Informazioni:

info@tavernamaderna.it

facebook.com/tavernamaderna

instagram: taverna.maderna

*Indra testa il primo drone ambientale per la protezione di fiumi e zone costiere

  • L'UAV, che raccoglie campioni e analizza la qualità dell'acqua in tempo reale, sarà commercializzato entro l'anno ed è stato realizzato con le società spagnole Sixtemas e Adantia.
  • Con un peso massimo al decollo di 25 chilogrammi e sistema di controllo ottimizzato, il drone risulta facile da usare e trasportare.
  • Nell’ambito della stessa iniziativa, Indra lavora anche su una nave senza equipaggio dotata di un sistema robotico per monitorare la qualità dell'acqua in mare e negli oceani.
     

Indra, una delle principali società di consulenza e tecnologia, insieme alle società spagnole Sixtemas e Adantia, ha testato con successo il primo drone ambientale in grado di automatizzare la raccolta di campioni nei fiumi e nelle aree costiere, così da offrire informazioni in tempo reale sui parametri di qualità dell'acqua. Il sistema sarà pronto per la commercializzazione entro l’anno.

“L'Italia con uno sviluppo costiero di circa 7.900 km, più di 1.000 laghi e circa 1.200 fiumi di cui 58 che si sviluppano per oltre 100 chilometri potrebbe richiedere sistemi di monitoraggio di questo tipo per preservare gli ecosistemi fluviali e costieri e monitorare i bacini idrici”, ha spiegato Francesco Casertano, responsabile di sicurezza digitale in Italia. Nell'ambito del progetto, Indra è stata responsabile, in collaborazione con la società galiziana Aeromedia, dello sviluppo di mezzi automatici per l'acquisizione di campioni e dati, in grado di controllare la qualità dei bacini idrici e a preservare gli ecosistemi fluviali e costieri.
La soluzione moltiplicherà il numero di campioni che possono essere raccolti e garantirà agilità senza precedenti nel rilevare eventuali perdite o anomalie. Renderà inoltre possibile la raccolta di campioni in luoghi difficili da raggiungere, rafforzando la sicurezza dei professionisti coinvolti in questo tipo di compiti. 

Il sistema aereo senza pilota si basa su un multi-rotore che può sopportare fino a 25 kg di peso massimo al decollo, con un sistema di controllo ottimizzato. Ha diversi dispositivi e sensori in grado di determinare automaticamente la profondità e lo stato del fondo dei fiumi e delle coste, misurare l'altezza dello strato fotico – quello in cui penetra la luce solare -, acquisire e sfruttare in tempo reale i dati di qualità dell'acqua e possibilità di campionamento, sia a livelli di profondità specifici sia nell'intero strato fotico. Un sistema unico, che si distingue per l'integrazione di un gran numero di capacità in un piccolo dispositivo, facile da trasportare e da utilizzare.
Permette di raccogliere dati e campioni senza la necessità di una barca e di smaltirli immediatamente. Il suo utilizzo consente dunque di risparmiare tempo ed eseguire un monitoraggio dell'acqua molto più accurato.

La prossima sfida: proteggere gli oceani

Il progetto MAR 2 per l'automazione del campionamento oceanografico attraverso veicoli senza pilota fa parte del programma "Soluciones" della Civil UAVs Initiative, in cui vengono sviluppati prodotti e servizi di elevata maturità tecnologica che possono raggiungere il mercato e essere rapidamente commercializzati.

In questo contesto, Indra sta lavorando in collaborazione con le società spagnole Seadrone e il Galician Technology Center AIMEN ad un altro progetto aggiuntivo che migliorerà la raccolta di dati e campioni nelle acque costiere e oceaniche.

Si tratta di una nave con equipaggio opzionale che sarà dotata di un sistema robotizzato per l'acquisizione dei dati e campioni d'acqua, oltre che il loro successivo trattamento. Questo sistema sarà in grado di raccogliere, classificare, etichettare, archiviare e conservare automaticamente tutti i campioni.

Grazie ad esso è possibile coprire la sorveglianza di aree marine molto estese e raccogliere informazioni di alta qualità a costi ridotti.

Indra è anche la società che il governo spagnolo ha nominato per coordinare la partecipazione spagnola a FCAS, il programma europeo più ambizioso per lo sviluppo di un sistema di sistemi basato su un aereo di nuova generazione, che volerà a fianco di numerosi UAV.

(Fonte comunicato stampa IDRA)

* Le case di riso di “RiceHouse” protagoniste a klimahouse 2020

RiceHouse – la start-up di Tiziana Monterisi che trasforma gli scarti derivanti dalla lavorazione del riso in materiali per la bioedilizia – festeggia 4 anni di successi e annuncia, anche per il 2020, la sua presenza a Klimahouse di Bolzano


Proprio alla fiera di Bolzano RiceHouse presenta “RISORSA”,  il nuovo sistema costruttivo per l’involucro prefabbricato. Una parete a elevate prestazioni termiche e acustiche, priva di sostanze nocive per la salute delle persone, altamente traspirante che permette di regolare l’umidità degli ambienti indoor purificandone le concentrazioni di inquinanti grazie alle proprietà dell’argilla.

La startup, tra le più innovative nel campo delle costruzioni, realizza una linea completa di prodotti edili trasformando gli scarti della produzione risicola, altrimenti destinati a essere bruciati, perché inadatti all’allevamento. Grazie alla miscela di calce, lolla e paglia, i materiali firmati RiceHouse sono leggeri, altamente termici, traspiranti, sani, formaldeide free e 100% made in Italy. Inoltre, essendo completamente naturali, i prodotti della startup arrivati a fine vita non andranno a impattare sull’ambiente, in quanto biocompostabili e biodegradabili. Le proposte RiceHouse, infine, sono indicate sia per ristrutturazioni sia per nuove costruzioni.

Dall’inizio della sua attività, nel 2016, ad oggi  RiceHouse ha ottenuto un successo dietro l’altro. I prodotti della startup, che spaziano dagli intonaci ai massetti, dall’ecopittura ai pannelli di chiusura o di rivestimento a secco, sono ormai presenti in un numero sempre maggiore di cantieri e hanno permesso all’architetto Tiziana Monterisi di stringere importanti collaborazioni, ampliare il proprio portfolio clienti, oltre a essere costantemente impegnata su diversi progetti, fortemente innovativi.

I Progetti

La grande versatilità dei prodotti RiceHouse è facilmente declinabile in progetti diversi, che però puntano tutti a ridurre al minimo l’impatto ambientale, dando vita a case passive. Si passa quindi da progetti di ricostruzione, come per esempio Casa UD a Chamois (AO) – che grazie all’elevato isolamento della paglia di riso non necessita di un impianto tradizionale di riscaldamento neppure durante l’inverno, quando vengono raggiunte temperature molto basse -, a progetti di ristrutturazione e riqualificazione energetica, quali Casa NP a Sciolze (TO), dove l’insieme degli interventi di isolamento e di finitura con intonaci biocompositi in calce di lolla hanno consentito di ottenere un edificio a bassa energia grigia, che minimizza le dispersioni e sfrutta gli apporti solari passivi; passando per progetti di edilizia per il terziario, come Cavour98 a Montopoli (PI), un edificio in fase di realizzazione che accoglierà un centro estetico, interamente concepito secondo i principi di progettazione nZEB (Nearly Zero Energy Buildings), utilizzando esclusivamente materiali a base di riso, oltre all’apporto passivo del sole, alla vegetazione e all’illuminazione naturale; fino a progetti internazionali come Casa ZS a Aurigeno in Svizzera costruita interamente – dalla struttura in legno all’isolamento in paglia di riso per i muri perimetrali – con materiali naturali RiceHouse.

Le collaborazioni

Grazie alle ottime performance registrate negli anni precedenti, per la commercializzazione dei propri prodotti, RiceHouse ha scelto di continuare ad affidarsi a un partner solido come Nordtex, azienda altoatesina che distribuisce prodotti ecologici per il comfort e l’efficienza energetica delle abitazioni.

Si rafforza, inoltre, la collaborazione con Wasp, azienda leader nel settore della stampa 3D: dopo il grande successo di “Gaia”, una casa di ultima generazione stampata in 3D con i materiali completamente naturali di RiceHouse, i bio-materiali firmati RiceHouse sono stati impiegati per la realizzazione di “Tecla”, un habitat eco-sostenibile disegnato da Mario Cucinella e stampato con la tecnologia 3D di Wasp. Proprio quest’ultimo progetto, sarà illustrato dai protagonisti durante una tavola rotonda in agenda per venerdì 24 gennaio presso Klimahouse.

Ma non è tutto! Per il 2020 RiceHouse ha già firmato nuove importanti partnership con aziende del calibro di Repower, Terna e Vortice.
 


Il comunicato stampa completo in allegato

Emergenza polveri sottili e riscaldamento con legna e pellet: le soluzioni ci sono ma manca l’informazione

Legambiente, Kyoto Club, Aiel: BASTA FAKE NEWS, ad inquinare sono gli apparecchi obsoleti da sostituire con i nuovi che abbattono le emissioni dell’80% e informare i cittadini sul conto termico che finanzia la rottamazione utilizzato solo al 30%.


 Il nuovo anno sul fronte dell’inquinamento e della qualità dell’aria è cominciato male, con livelli da emergenza in tutta Italia. Una guerra che fa 80mila vittime l’anno, così l’ha definita il Ministro Costa. Traffico e riscaldamento sono sul banco degli imputati e in molti, come Legambiente Lombardia hanno chiesto “misure drastiche: meno auto, meno traffico, più riscaldamento che non inquina”. Se sul tema del traffico i cittadini hanno le idee chiare, sul fronte del riscaldamento c’è ancora molta confusione e, soprattutto, poca informazione. Per esempio le biomasse legnose (legna e pellet), ossia la seconda fonte di riscaldamento delle famiglie italiane (oltre il 21% del totale), da un lato sono accusate di essere tra le cause di inquinamento, e dall’altro sono ritenute fondamentali perché rappresentano la prima fonte di energia rinnovabile (oltre un terzo del totale). Ma qual è la verità? “Ad inquinare non sono le biomasse legnose ma l’uso ancora troppo diffuso di apparecchi vecchi e inquinanti” spiega Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club, che denuncia: “dobbiamo smetterla con le solite fake news e far sapere invece qual è la realtà delle cose e soprattutto cosa bisogna fare. Innanzitutto sostituire i vecchi apparecchi con quelli di nuova generazione che abbattono le emissioni fino all’80 per cento, un’enormità”. Le cifre parlano di quasi il 60% di stufe a legna o pellet con oltre cinque anni e il 18% con più di dieci anni. “Sono anni in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante – aggiunge Marino Berton, coordinatore dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali, che sottolinea –  lo dimostra il fatto che, quando per l’emergenza smog vengono posti dei limiti agli impianti di riscaldamento, non riguardano mai quelli di nuova generazione. Bisogna capire quindi che rottamare le vecchie stufe a legna e pellet è fondamentale nella lotta all’inquinamento, è come passare da un’auto Euro 0 a un’auto euro 6”. 

Fonte  www.italiacherinnova.it

Leggi il comunicato stampa completo in allegato