* Nasce la Fondazione Save Energy: la condivisione come motore per un futuro più sostenibile

Patrizio Nonnato, imprenditore e socio unico di ESA ITALIA con una vasta esperienza in campo manageriale e imprenditoriale nel settore energetico, dà vita alla Fondazione Save Energy "gaudium in natura" ETS per promuovere il cambiamento verso un futuro più sostenibile. Tra le priorità si prevede il sostegno alla diffusione di comunità energetiche "solidali" che vedano protagonisti i cittadini, le imprese e le istituzioni.


Il claim Gaudium in natura racchiude e racconta lo spirito e gli intenti della neonata Fondazione Save Energy ETS, una nuova realtà attiva nel mondo dell'energia sostenibile, creata per promuovere lo sviluppo e la ricerca di strategie improntate alla conservazione dell'ambiente e la condivisione delle risorse.

Dopo una lunga esperienza imprenditoriale maturata negli anni 90 nel gruppo ENEL e la costituzione di ESA ITALIA, e poi di Energia Etica (quest'ultima recentemente acquisita da un importante gruppo energetico nazionale), Patrizio Nonnato fonda una nuova realtà, attiva nel terzo settore, che ha nella sostenibilità e la condivisione i suoi pilastri più importanti: "L'essere sostenibili è un concetto che riguarda ognuno di noi sia come individui che come membri della collettività su un pianeta condiviso, – osserva Nonnato, Presidente della fondazione – ci proponiamo di divulgare l'importanza di una partecipazione attiva nella società per favorire il cambiamento a partire dalle nostre azioni, anche piccole, anche quotidiane, che influiscano su ciò che ci circonda. Essere sostenibili significa essere a favore di una società più equa e giusta per tutti, guardando oltre gli interessi individuali per favorire il bene comune anche per le generazioni future".

La fondazione raccoglierà fondi attraverso le donazioni sul proprio sito internet per sostenere alcuni progetti. Il primo progetto riguarda la costituzione di comunità energetiche solidali (C.E.R.S.) per cittadini, imprese ed istituzioni. "La proposta – spiega quindi il Presidente – è di produrre energia per distribuirla, consumando in modo collaborativo e sostenibile, con l'appoggio anche di enti e realtà del terzo settore a tutela delle fasce più a rischio di povertà energetica, come risposta concreta alla sfida della transizione – etica e più green – riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, le comunità energetiche favoriscono la creazione di posti di lavoro locali e favoriscono la coesione sociale, che per la Fondazione è un valore fondamentale. I cittadini potranno così sentirsi realmente parte attiva di un progetto, di un cambiamento concreto.  Abbiamo inoltre deciso di sostenere la ricerca tramite la creazione di borse di studio che verranno assegnate con un bando ad alcuni studenti capaci e desiderosi di portare il loro apporto intellettuale e personale al progresso".
La divulgazione energetica nelle scuole è un altro degli intenti della nuova fondazione: "Il sistema educativo è alla base di tutto ciò che vediamo attorno a noi ed entrare nelle scuole significa gettare le basi per ideali più green e di condivisione. Ci proponiamo di organizzare eventi legati all'energia sostenibile stimolando le coscienze dei ragazzi coinvolgendoli in concorsi, eventi, progetti atti ad unire e a stimolare il pensiero critico. Abbiamo in mente anche un concorso "Save Energy", per raccontare dal loro punto di vista l'energia, la crisi climatica e la sostenibilità". Conclude Nonnato. 
Un ulteriore progetto studiato e realizzato dalla fondazione riguarda il "Kit Save Energy" una soluzione che permetterà alle famiglie in condizioni di fragilità di utilizzare l'energia in modo razionale e conseguire risparmi sui costi energetici.  I Kit che potranno essere donati con il sostegno di tutti, includono lampadine a basso consumo, rompigetto per l'acqua, termometri per la misurazione della temperatura nelle case per prevenire gli sprechi e aumentare la consapevolezza nei consumi e gestione elle risorse.

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Il primo evento pubblico di presentazione della Fondazione Save Energy sarà il 25 maggio presso l'Acquario Civico di Milano, in V.Le Gadio 2, tra le 17:30 e le 19.45 con ospiti e relatori che discuteranno delle tematiche più attuali.  L'accesso è su invito fino ad esaurimento degli spazi contattando la Fondazione. Inoltre l'evento sarà trasmesso in diretta streaming accedendo al sito della fondazione: fondazionesaveenergy.it

* Coop Alleanza 3.0 presenta a Venezia “Emilio”, la prima imbarcazione merci a impatto zero a servizio dei punti vendita

 

 

Con le consegne a zero emissioni, grazie al motore elettrico, farà risparmiare circa 39 tonnellate di CO2 l’anno.

 

 Si chiama Emilio la prima imbarcazione a impatto zero per il trasporto delle merci della grande distribuzione nella laguna di Venezia.

Inaugurata oggi nei pressi del punto vendita Coop di Piazzale Roma, con il claim “Una buona spesa viaggia in barca elettrica”, la nuova imbarcazione con motore elettrico entra a far parte per la prima volta della flotta di un operatore della GDO in laguna e movimenterà le merci che riforniscono i negozi Coop Alleanza 3.0.

Emilio è stata realizzata da S.ca Snc Trasporti Marittimi Veneziani, che ha trovato in Coop Alleanza 3.0 un alleato strategico per portare avanti un modello virtuoso e replicabile per la grande distribuzione e la movimentazione delle merci via acqua, nel segno della sostenibilità e dell’innovazione.

In grado di espletare tutte le funzioni di carico, trasporto e scarico merci nei negozi Coop serviti, la nuova imbarcazione è dotata di una batteria che può contare su tre ore di autonomia durante le quali assicura zero emissioni. Grazie al motore elettrico, infatti, in grado di abbattere in modo significativo sia i consumi sia le emissioni di anidride carbonica, saranno risparmiate circa 39 tonnellate l’anno di CO2. Emilio è inoltre completamente autoricaricabile.

Attualmente sono 19 i punti vendita Coop Alleanza 3.0. in laguna, di cui 11 serviti dal trasporto merci via acqua di  S.Ca Snc Trasporti Marittimi, ovvero le Coop di Piazzale Roma, Garibaldi, San Giacomo Dall’Orio, Santa Marina, Giorgione, Rialto, Italia, Castello, Giudecca, San Polo e Murano. Due di questi saranno serviti subito da Emilio e a tendere il progetto potrà essere esteso a tutti i punti vendita.

 

Per maggiori informazioni

Community Group

francesco.astolfi@community.it – 335 789 7492

caterina.conserva@community.it – 3665612375

* Italiani troppo sendentari: con WeWard camminano il 24% in più e sono ricompensati economicamente per ogni km percorso

Il 60% degli spostamenti casa-lavoro sono inferiori a 5 km e vengono effettuati in auto.

In Italia, il settore dei trasporti è direttamente responsabile del 25,2% delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7% delle emissioni di CO2. Il 92,6% delle emissioni nazionali di tutto il comparto è attribuibile al trasporto stradale di passeggeri e merci, settore per il quale si registra un aumento del 3,2% delle emissioni tra il 1990 e il 2019, in controtendenza rispetto al calo del 19% delle emissioni totali durante lo stesso periodo. Questi sono i dati del rapporto “La decarbonizzazione dei trasporti – Evidenze scientifiche e proposte di policy”, elaborato dagli esperti della Struttura Transizione Ecologica della Mobilità e delle Infrastrutture (STEMI) del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS).

Secondo i dati del MIMS, il 60% degli spostamenti casa-lavoro inferiori a 5 km avviene in auto. In un momento in cui il cambiamento climatico sta accelerando, è urgente offrire ai cittadini delle alternative. Come possiamo cambiare le abitudini degli italiani con conseguenze positive sull'ambiente ma anche sulla loro salute?

L’urgenza delle questioni ecologiche

I rischi ambientali sono stati al centro dei dibattiti pubblici e sono la questione principale dei prossimi cinque anni. Due dei settori più inquinanti sono il settore digitale e l'industria dei trasporti.

Si stima che il settore digitale sia responsabile di quasi il 4%3 delle emissioni globali di CO2, mentre il settore dei trasporti sta battendo i record con il 41%4 delle emissioni di CO2 a livello mondiale. Il governo sta quindi cercando di implementare azioni che possano ridurre queste emissioni quando non sono essenziali per la nostra vita quotidiana: centri urbani senza auto, campagna di prevenzione sulla dipendenza da schermo, promozione di gesti eco-cittadini, l’istituzione del mobility manager, ecc.

Questioni che hanno un impatto diretto sugli italiani

Il rapporto digitale-trasporto ha quindi avuto forti conseguenze sulla salute della popolazione, che sta diventando sempre più sedentaria. Tra le abitudini che si sono radicate negli ultimi anni: la mancanza di attività fisica a favore di troppi schermi e l'uso eccessivo dei mezzi di trasporto. Inoltre, il 60% degli spostamenti inferiori a 5 km tra casa e lavoro avviene ancora in auto, mentre a passo moderato bastano circa 30 minuti per percorrere 3 km a piedi.

Camminare verso alcune stazioni è anche un risparmio di tempo se si considerano i passi fatti per raggiungerle. Sembra quindi urgente, per ragioni di salute pubblica e di ecologia, affrontare questi problemi ripristinando la mobilità dolce come mezzo primario di spostamento.

Riportare la camminata nel mainstream

WeWard è una app gratuita che incoraggia i propri utilizzatori a praticare attività fisica quotidiana, remunerando economicamente i chilometri percorsi e i traguardi raggiunti. A seconda del livello di attività fisica, ci sono delle soglie che ciascun utilizzatore deve raggiungere per guadagnare Ward: 3000 passi, 5000 passi, 10000 passi al giorno. Ogni passaggio di livello prevede l’attribuzione di un numero di Ward, che, convertiti in Euro, possono essere accreditati sul proprio conto corrente, utilizzati nei negozi convenzionati sottoforma di codici sconto o carte regalo, oppure trasformati in donazioni.

Oltre a camminare, si possono guadagnare Ward partecipando a sfide lanciate dalla app, lanciando challenge ai propri amici, rispondendo ai sondaggi, visitando i luoghi insoliti presenti lungo i percorsi suggeriti dall’app, guardando video pubblicitari oppure acquistando nei negozi convenzionati.

Informazioni su WeWard

La piattaforma WeWard è stata creata a Parigi nel 2019 su iniziativa di Yves Benchimol, ingegnere laureato all'École Polytechnique de France (2011) ed esperto di geolocalizzazione, intelligenza artificiale e retailtech (tecnologia applicata al settore della distribuzione).

WeWard conta più di 10 milioni di utenti attivi e ha remunerato gli oltre 2245 milioni di chilometri percorsi. In Italia la crescita esponenziale del numero di utenti ha consentito a WeWard di arrivare al vertice delle app di Apple Store e Google Play.

 

Sito web: https://it.weward.fr/

 

* Madagascar: 5 sistemi idrici in costruzione per garantire acqua potabile a 25.000 persone

In occasione della giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo) Carbon Credits Consulting e Madaprojects rimarcano l’importanza di accelerare il cambiamento per contrastare la crisi idrica globale. 


Un nuovo progetto avviato in Madagascar da parte di due società italiane, Carbon Credits Consulting, la prima azienda italiana a sviluppare grandi progetti forestali per il sequestro e la riduzione di CO2, e Madaprojects, società benefit bolognese che realizza progetti ad alto impatto sociale e ambientale nei Paesi in via di sviluppo.
Queste due realtà hanno infatti deciso di avviare un nuovo progetto community-based ("Community based solutions carbon offsetting” sono le soluzioni che coinvolgono attivamente le comunità locali nella riduzione delle emissioni di carbonio, nella gestione delle risorse naturali e nell'implementazione di pratiche sostenibili) proprio nella regione di Tulear, la città più popolosa e povera del Sud del Madagascar, per portare l’acqua potabile alle comunità più colpite dalla crisi idrica, attraverso la costruzione di 5 sistemi idrici che serviranno circa 25.000 persone.

«La mancanza di acqua è uno dei problemi più gravi che affliggono il sud del Madagascar» racconta Massimo Lazzari, co-founder e Climate Finance Manager di Madaprojects. «A livello nazionale meno del 20% della popolazione ha accesso all’acqua potabile, ma questa percentuale crolla drammaticamente quando ci spostiamo nelle aree rurali del Sud. Qui le persone sono costrette quotidianamente a lunghi viaggi a piedi sotto il sole fino alla fonte idrica più vicina. Che spesso dista diversi km dai loro villaggi e consiste in acquitrini, pozzi a cielo aperto o buche nel terreno. L’acqua che poi riportano alle loro case è quindi contaminata, e questa è una delle principali cause degli elevati tassi di malattie e mortalità che riscontriamo sul territorio. Inoltre, questo comporta la perdita di gran parte della giornata per le donne e i bambini, che nella maggior parte dei casi sono addetti all’approvvigionamento idrico: tempo che invece potrebbe essere dedicato all’istruzione scolastica per i bambini o ad attività generatrici di reddito per le donne. Con il progetto MILA RANO stiamo per trasformare radicalmente la vita di circa 25.000 persone, che tra pochi mesi, quando saranno completati i 5 sistemi idrici a pompa solare attualmente in costruzione, avranno finalmente accesso gratuito e illimitato all’acqua potabile direttamente nei loro villaggi».

Ma i benefici di questo progetto non riguarderanno solo le comunità del Madagascar. Uno degli obiettivi principali è infatti quello di contrastare la deforestazione illegale e ridurre le emissioni di gas a effetto serra in atmosfera, contribuendo quindi anche al contrasto dei cambiamenti climatici, come spiega Fabrizia di Rosa Senior Advisor di Carbon Credits Consulting. «Grazie alle pompe solari che erogheranno acqua potabile, non sarà più necessario bollire l’acqua per “purificarla”. Il che porterà una diminuzione del consumo di combustibile legnoso che si traduce in una riduzione di CO2 emessa in atmosfera, contribuendo così all’obiettivo dell’Accordo di Parigi che richiede la riduzione del 90% delle emissioni globali entro il 2050 per contenere l’innalzamento delle temperature medie globali al di sotto della soglia critica di 1.5°c. Inoltre, il minor consumo di combustibile legnoso favorisce la preservazione delle foreste del Madagascar che solo tra il 1990 e il 2010 ha perso l'8,3% della sua copertura forestale, pari a 1.139.000 ettari».

Anche per questo progetto le due Società, impegnate in prima linea, stanno seguendo il processo di registrazione secondo i requisiti dello standard internazionale Verra, che prevede la verifica da parte di un ente terzo indipendente e accreditato, sia la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra sia l’impatto generato sugli altri Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU, e in particolare su quello relativo all’Accesso all’acqua potabile. In questo modo sarà possibile generare crediti di carbonio di alta qualità, certificati con lo standard VCS (Verified Carbon Standard) e accompagnati dal riconoscimento dei co-benefits generati in linea con i requisiti dettati dallo standard SDVISta (Sustainable Development Verified Impact Standard), che forniranno le coperture finanziarie per garantire la manutenzione e il corretto funzionamento dei sistemi idrici negli anni, ma anche per sviluppare futuri interventi finalizzati a portare acqua potabile ad altre comunità del Madagascar.
“Accelerare il cambiamento” è un dictat sempre più urgente per risolvere la crisi idrica globale, e questa accelerazione può arrivare anche grazie allo strumento dei crediti di carbonio, che possono effettivamente agevolare il trasferimento dai Paesi industrializzati ai Paesi in Via di Sviluppo dei capitali privati necessari ad avviare, realizzare e mantenere nel tempo progetti mirati a garantire alle comunità più svantaggiate l’accesso all’acqua potabile essenziale per la loro sopravvivenza e sviluppo sociale.

Per approfondire:
 
https://www.madaprojects.it/progetto-mila-rano-madagascar/
https://carboncreditsconsulting.com/it/progetti-carbon-neutral

*Economia circolare e Green Jobs: i risultati di SIRCLES Italia, tra inclusione e sostenibilità


Presentati il 7 marzo 2023 a Bari i risultati finali del progetto SIRCLES – Italia, che si è svolto in Puglia nei comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano.

  • Il progetto ha mostrato l’impatto che l’economia circolare può avere sul territorio, anche grazie alla formazione di7 figure specializzate nel settore dei rifiuti organici, selezionate tra giovani NEET e persone a rischio di esclusione sociale, che sono state contrattualizzate per 10 mesi.
  • Attraverso indagini e attività locali, è stato fotografato anche il livello di consapevolezza sulla filiera dell'organico da parte di cittadini e commercianti: per 8 su 10 serve più informazione ed educazione.
  • Le strutture dell’hospitality più attente all'ambiente e al territorio sono state premiate nell’ambito di SIRCLES con il titolo di Bio Waste Recycler.

Sette persone formate e contrattualizzate per 10 mesi, 6.160 ore totali di attività, 21 presidi informativi, circa 2.000 cittadini intervistati e sensibilizzati sul tema della raccolta differenziata, oltre 50.000 persone raggiunte sui social. Sono i numeri con cui si conclude in Italia il progetto europeo SIRCLES– Supporting Circular Economy Opportunities for Employment and Social Inclusion, realizzato nel nostro Paese da CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Progeva, Ciheam Bari e Sud Est Donnee i cui risultati sono stati presentati e discussi in conferenza stampa a Bari, presso la Sala Convegni dell’Anci Puglia.

Nato con l’obiettivo di sostenere le opportunità dell’economia circolare in aree turistiche del Mediterraneo ad alto tasso di disoccupazione e formare figure specializzate nel settore dei rifiuti organici selezionate tra giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) e persone a rischio di esclusione sociale, SIRCLES Italia si è svolto infatti nella Valle d’Itria, in Puglia, coinvolgendo i comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano.

Il cambiamento auspicato è stato promosso attraverso l’impegno e le attività di 7 collaboratrici e collaboratori, selezionati tra 60 partecipanti al corso di formazione base sull’economia circolare condotto nella prima fase del progetto, che sono diventati veri e propri “ambasciatori della sostenibilità”, promuovendo i vantaggi dell’economia circolare e la conoscenza della filiera dei rifiuti organici.

I collaboratori e le collaboratrici sono stati contrattualizzati ed impiegati per 10 mesi per condurre attività di incontro, indagine e sensibilizzazione rivolte a cittadini, utenze commerciali (in particolare del settore HO.RE.CA.), amministrazioni comunali, scuole  e rilevare così informazioni cruciali sulle abitudini di raccolta differenziata dei rifiuti organici, utili per indirizzare future iniziative di miglioramento della qualità della filiera dell’organico.

I risultati delle indagini condotte per SIRCLES Italia

Dai risultati delle indagini è emerso, ad esempio, che il97% dei cittadini pugliesi residenti nei comuni di Alberobello, Locorotondo, Noci e Putignano si impegna nella raccolta dell’umido, ma quasi la metà (48%)non sa in quale impianto venga conferito il rifiuto organico. A emergere è poi la mancanza di informazione rispetto al tema della raccolta differenziata dell’organico: da quali sono i prodotti da gettare nell’umido a quali sono i prodotti che si ottengono dalla trasformazione, ovvero il compost e il biometano. Non a caso, il 78% indica proprio l'educazione e l’informazione come chiaveper migliorare i propri comportamenti in fatto di raccolta dell’organico.

Le indagini hanno coinvolto inoltre141 esercizi commerciali del settore alimentare e dell’hospitality (Ho.Re.Ca), quest’ultimo particolarmente attivo in una regione vocata al turismo come la Puglia. Nell’ambito di SIRCLES sono state quindi previste iniziative dedicate al mondo dell’hospitality tra cui la “Green Label Campaign” che, con indagini e monitoraggi, ha portato a premiare, ad oggi, 21 strutture della Valle dell’Itria con il titolo di “Bio Waste Recycler” e con il rilascio del “bollino verde” che certifica qualità e impegno per migliorare l’ambiente e il territorio, a partire dall’attenzione per la raccolta e la gestione dei rifiuti organici.

Il progetto SIRCLES è finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma ENI CBC Med 2014-2020. Budget totale del progetto SIRCLES è di 3,8 M€. Contribuzione UE 3,4 M€ (10% co-finanziamento). Questa pubblicazione è stata finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del Programma ENI CBC per il bacino del Mediterraneo. Il contenuto di questo documento è di esclusiva responsabilità del Consorzio Italiano Compostatori e non può in alcun caso essere considerato come riflesso della posizione dell'Unione Europea o delle strutture di gestione del Programma. 
Pagina ufficiale progetto ENI: https://www.enicbcmed.eu/projects/sircles
Per approfondire leggi il comunicato stampa allegato

Chi è il CIC
Il Consorzio Italiano Compostatori è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo di rifiuti e sottoprodotti a matrice organica e ha come finalità la produzione di compost, fertilizzanti organici e biometano.
Il Consorzio, che conta più di centotrenta consorziati, riunisce e rappresenta soggetti pubblici e privati produttori o gestori di impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, associazioni di categoria, studi tecnici, laboratori, enti di ricerca, produttori di macchine e attrezzature e altre aziende interessate alle attività di compostaggio e di gestione dei rifiuti organici.
Il CIC è impegnato in numerose iniziative volte alla prevenzione della produzione di rifiuti organici e alla diffusione di una raccolta differenziata di qualità che permetta l’effettivo recupero degli scarti organici negli impianti di trattamento biologico. A tal fine, oltre a monitorare costantemente la qualità della frazione organica in ingresso agli impianti di compostaggio – o agli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio – ha ideato programmi di qualità e sviluppato partnership con numerose associazioni nazionali ed internazionali.
Nel 2003 il CIC ha avviato il programma volontario Marchio Compost di Qualità CIC che, attraverso verifiche continue sul prodotto, attesta la qualità dei fertilizzanti organici prodotti negli impianti delle aziende consorziate.
Nel 2006 nasce poi il Marchio Compostabile CIC, un servizio fornito agli impianti consorziati che oggi garantisce l’oggettiva compostabilità dei manufatti biodegradabili durante il recupero del rifiuto organico negli impianti di compostaggio su scala industriale.
Oggi, oltre alle attività legate alla qualità di matrici e prodotti, il CIC è costantemente impegnato in numerose iniziative rivolte al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea nell’ambito del pacchetto dell’Economia Circolare recentemente approvato.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale:www.compost.it

* Gli Orto-Frutteti solidali realizzati da P&G e AzzeroCO2 mettono radici in tutta Italia ed entrano nella top 10 del Diversity Brand Index 2023


Circa 30 mila mq di terreno incolto reso disponibile per agricoltura sostenibile, più di 2.000 alberi e arbusti piantati, circa 1.000 tonnellate di CO2 catturata e 23 comunità di persone fragili sostenute: il progetto realizzato da Procter & Gamble con AzzeroCO2, parte del programma di cittadinanza d’impresa “P&G per l’Italia”, raggiunge tutta Italia con 23 oasi verdi capaci di unire sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e inclusione sociale e lavorativa. Frutto della collaborazione con enti e cooperative locali, gli Orto-Frutteti Solidali sono riconosciuti tra i 10 progetti con più alto impatto sociale dall’unica ricerca italiana che misura il reale impegno delle aziende sulla DE&I.

Coniugano attenzione per l'ambiente, tutela della biodiversità e inclusione sociale e lavorativa, restituendo nuovo valore al territorio e ai suoi cittadini. Un valore riconosciuto dal Diversity Brand Index, che lo posiziona tra le TOP 10 Initiatives 2023, ovvero i dieci progetti con più alto impatto sociale e che si sono più distinti come best practices autentiche e innovative. Sono gli Orto-Frutteti Solidali, le oasi verdi realizzate da Procter & Gamble con il supporto tecnico di AzzeroCO2, che saranno premiati domani a Milano nel corso del Diversity Brand Summit, in cui si presenteranno i risultati dell’unica ricerca italiana che misura e verifica il reale impegno delle aziende sulla DE&I (Diversity, Equity and Inclusion), attraverso le valutazioni di consumatori e consumatrici, di un Comitato Scientifico Internazionale e della Security Check Committee, composta da esponenti appartenenti alle specifiche forme di diversità.

Dopo i primi due nati nell’estate 2021 nell’ambito di “P&G per l’Italia” – il più vasto programma di cittadinanza d’impresa mai avviato nel nostro Paese da Procter & Gamble, che sta realizzando progetti concreti di responsabilità sociale e ambientale su tutto il territorio nazionale –, oggi gli Orto-Frutteti Solidali sono ben 23 sparsi da Nord a Sud Italia. Questi 23 polmoni verdi si estendono per un totale di circa 30.000 metri quadri, in cui più di 2.000 alberi da frutto e melliferi messi a dimora da AzzeroCO2 aiuteranno nel corso della loro vita ad assorbire oltre 1.000 tonnellate di CO2 (equivalenti a circa 3.000 viaggi in auto tra Roma e Milano) e a salvaguardare la biodiversità, grazie all’inserimento di cultivar antiche e di arbusti e piante mellifere capaci di attirare gli impollinatori. Non da ultimo, un ulteriore beneficio è stata la creazione di quasi 30 nuovi posti di lavoro. La gestione di ogni Frutteto è affidata infatti a cooperative che, oltre che di tutela della biodiversità, si occupano di promuovere l’inclusione di circa 400 soggetti fragili e a rischio di emarginazione sociale (persone con disabilità, donne vittime di abusi, rifugiati, detenuti, famiglie in difficoltà…) e che dai proventi della vendita della frutta, dei suoi derivati e della verdura coltivata aiutano le stesse comunità a prosperare e forniscono lavoro agli individui, garantendo autonomia economica, inclusione nella società e dignità.

Si va dai Frutteti Solidali che vedono nell’agricoltura sociale uno strumento di integrazione per le persone con disabilità, come quello di Modica (il capostipite del progetto, dove disabili e anziani si prendono cura di antiche cultivar siciliane), Villa San Giovanni (Reggio Calabria, messo a dimora su terreni confiscati alla ‘Ndrangheta), Teramo (che impiega solo ragazzi con Sindrome di Down), Sesto Fiorentino (Firenze) e La Spezia (che accompagna i ragazzi autistici in un percorso di inserimento lavorativo). A quelli che si prendono cura, attraverso attività nella natura, di persone che soffrono di malattie mentali, come quelli di Civitavecchia (Roma) e Rivoli (Torino), o di dipendenze patologiche, come a Picerno (Potenza). Fino a quelli di Bastia Umbra (Perugia), Macerata, Bologna, Villafranca di Verona e Sondrio che aiutano famiglie in difficoltà e persone fragili.

Parlano invece di seconde possibilità i Frutteti Solidali di Catania, che coinvolge ex detenuti e migranti, Cerignola (Bari), che impegna persone che provengono da percorsi di giustizia riparativa in progetti di agricoltura sociale su terreni confiscati alla mafia, Roma, che si occupa di rifugiati, persone fragili e donne vittime di violenza, e Sassari, dove giovani migranti, provenienti dai centri di accoglienza della zona, coltivano prodotti bio in modo completamente ecosostenibile.

Alcuni Orto-Frutteti Solidali ricoprono poi un ruolo significativo nella tutela della biodiversità. È il caso di Succivo (Caserta), dove si allevano viti di Asprinio di Aversa DOC su terreni confiscati alla Camorra, di Bleggio Superiore (Trento), dove si realizzano innesti di Noce Bleggiana, cultivar autoctona della zona e presidio Slow Food, e di Trieste, dove è stato creato un frutteto storico conservativo con specie e cultivar antiche dell’area collinare della Giulia, parte di un più ampio progetto che prevede la costituzione di un polo didattico e per famiglie. Di particolare interesse scientifico, inoltre, il sito di Oulx (Torino), affidato a Nimbus, Società Metereologica Italiana presieduta da Luca Mercalli, che ha realizzato due frutteti in quota (a 800 e 1.600 metri), entrambi accessibili dagli studenti del liceo locale, per recuperare cultivar antiche in parte sparite dalle Alpi occidentali e per osservare e studiare gli adattamenti delle piante ai cambiamenti climatici.

Infine, ci sono i progetti di rigenerazione e riqualificazione urbana dei due Frutteti Solidali di Palermo e Bari, veri e propri giardini che hanno messo radici all’interno delle città. A Palermo, Legambiente Sicilia sta sviluppando un centro polivalente a vocazione ambientale presso i Cantieri Culturali della Zisa, realizzando un giardino con piante a bassa richiesta idrica, capace di raccogliere l’acqua piovana e creare ombra, mitigando l’isola di calore urbana. Mentre a Bari il Frutteto Solidale porta bellezza e biodiversità a San Paolo, quartiere popolare molto degradato e ad alto tasso di criminalità.

 “P&G per l’Italia” è il più importante programma di cittadinanza di impresa mai avviato da P&G nel nostro Paese. Lanciato nel 2021, il programma prevede l’investimento di alcuni milioni di euro per realizzare azioni concrete nell’ambito della sostenibilità ambientale, dell’innovazione e della responsabilità sociale. Obiettivo: contribuire in modo sempre più significativo e concreto a creare un futuro migliore per tutti affinché nessuno resti indietro.

Per maggiori informazioni visita il sito https://it.pg. e gli account Facebook, Linkedin, Youtube.

* Progetto MDO®. NO ai fitofarmaci: per gli ulivi di “Il Mercante d’olio” solo trattamenti naturali

Un uliveto trattato soltanto con prodotti naturali: la sfida di Moreno Barel che vuole aprire una porta ad un nuovo modo di prendersi cura degli ulivi. 


La natura che aiuta la natura: questo il punto cardine della scelta dell’imprenditore Moreno Barel di usare solo prodotti bio per trattare i suoi ulivi. Nella zona del vittoriese, tra i comuni di Cappella Maggiore e Sarmede, gli uliveti “Il Mercante d’Olio” sono infatti trattati con un mix di prodotti naturali e oli essenziali calibrati per prendersi cura della pianta e delle sue esigenze specifiche facendo, nel contempo, bene all’ambiente in cui crescono. Le preziose miscele sono prodotte per rispondere alle necessità di quel momento, combattendo quindi i classici parassiti e aiutando gli ulivi a prosperare nelle delicate fasi che vanno dalla fioritura primaverile fino all’oliva in autunno. La soluzione adottata da Moreno Barel in collaborazione con Girolamo Martignago, attualmente unico esponente della sua metodologia di trattamento, dal 2020 ad oggi sta dando i suoi frutti. I primi raccolti infatti sono stati perfettamente in linea con la produzione locale suggerendo quindi che la vera differenza tra un buon raccolto e una cattiva annata è data dagli agenti atmosferici, incontrollabili, e non è riconducibile univocamente all’utilizzo dei fitofarmaci. Un risultato, questo, che arriva dopo test comparativi su aree specifiche trattate in modo tradizionale. Un approccio che nasce non tanto dal dubbio sulla validità dei trattamenti, quanto più sulla volontà di poter condividere e avvallare questi risultati. I trattamenti vengono effettuati per dispersione e senza necessità di particolari precauzioni da parte degli operatori vista l’assoluta innocuità, e anzi beneficio potenziale, dei prodotti utilizzati. Camminare accanto agli ulivi “Il Mercante d’Olio” in quei giorni diventa addirittura un’esperienza aromaterapica. Nessun residuo è riscontrabile nell’oliva che, grazie a questi trattamenti, non solo cresce naturalmente ma, venendo da una pianta sana a cui è concesso di mantenere i suoi bioritmi, è vera espressione del connubio tra pianta, terra e ambiente. Per prendersi cura di ogni fase di crescita delle piante, gli interventi sugli ulivi “Il Mercante d’Olio” non sono mai uguali, così come non è mai uguale la situazione che li rende necessari. Un rapporto che quindi si instaura tra custodi, che devono imparare l’ascolto, e piante.

I metodi naturali sono quindi non solo possibili, ma funzionano anche. La prova nell’olio “Il Mercante d’Olio”, un extravergine dal sapore amabile e morbido, così come la natura l’ha voluto.

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MDO®

Via Rive di Anzano, 10 · 31012
Cappella Maggiore (TV)· Italia

Gli uliveti si trovano nel vittoriese tra Anzano e Montaner e sono trattati unicamente con prodotti naturali e biologici. 
All’interno del sito internet è presente un’Area Stampa con materiale informativo e multimediale extra relativo al territorio e al progetto MDO.
Sito internet:https://www.mercantedolio.com 
Per info e richieste: marketing@mercantedolio.com

* Sprout World. Una nuova vita per la matita o l’eyeliner da trucco troppo corti

Matite 100% sostenibili e facili da far tornare a nuova vita in 10 varietà di fiori, frutti ed erbe aromatiche


Non gettare la matita o l'eyeliner nella spazzatura quando sono troppo corti per essere utilizzati. Dai loro una nuova vita piantandoli e trasformandoli in erbe, alberi o fiori. Questa è la filosofia alla base di Sprout World, azienda danese fondata dall'imprenditore Michael Stausholm, da poco certificata b-corp. Un'idea nata da un gruppo di studenti del MIT e diventata un business globale con oltre 50 milioni di matite vendute in Italia e in altri 80 paesi. Può essere sorprendente, ma l'Italia si è attestata di recente come il più grande mercato per Sprout World. Ma come funziona la matita piantabile? E’ molto semplice. Quando diventa troppo corta per scrivere o essere utilizzata, piuttosto che buttarla, basta inserirla capovolta in un vaso con terra umida, esporla alla luce e dopo alcune settimane si vedranno spuntare fiori, erbe aromatiche e piante.

Sostenibilità: una tendenza in crescita esponenziale, anche nel merchandising
La tendenza a prediligere più la qualità e l'eco-compatibilità che il semplice fattore prezzo, è cresciuta negli ultimi 5 anni anche in Italia: "Un'azienda italiana oggi è molto più preoccupata per la propria immagine, basata su valori come il rispetto e il purpose – afferma Michael Stausholm – Vogliamo dimostrare che è possibile progettare prodotti naturali di alta qualità con una seconda vita dopo l'uso, che restituiscano effettivamente qualcosa di positivo al pianeta e allo stesso tempo stimolino persone e aziende a riflettere su cosa possono fare nel loro quotidiano per il pianeta, a partire da un gesto così semplice come scrivere”.

Le matite Sprout, sia quelle semplici in grafite che quelle colorate, sono sempre più richieste anche in Italia, di gran lunga il maggiore mercato al mondo per l’azienda danese. Su Amazon, ad esempio, le vendite sono cresciute molto, soprattutto per quanto riguarda il periodo della riapertura della stagione scolastica. La matita non viene infatti utilizzata solo per scrivere, ma anche per fare educazione alla sostenibilità.
Michael Stausholm racconta che la sua azienda ha ora ulteriormente sviluppato il suo brevetto globale per includere anche matite per il trucco. Con la nuova serie Sprout Liners, per sopracciglia e occhi, ora anche le matite da trucco possono essere piantate e tornare a nuova vita sotto forma di fiori selvatici.

Per saperne di più vai sul sito: https://sproutworld.com/la-matita-piantabile-originale/?lang=it

*È italiana la Fondazione Mondiale per la Sostenibilità

La Fondazione è già impegnata con progetti di conservazione e umanitari in oltre 40 Paesi nel mondo.
La World Sustainability Foundation permette di contribuire attivamente ad iniziative di conservazione e umanitarie, semplicemente acquistando prodotti certificati sostenibili da Friend of the Sea e Friend of the Earth.


Nasce a Milano la World Sustainability Foundation, Fondazione senza scopo di lucro che si propone obiettivi di solidarietà sociale e conservazione ambientale a livello globale. La valorizzazione del territorio, la tutela delle risorse e degli habitat marini e terrestri e lo sviluppo di campagne per la protezione di specie a rischio di estinzione sono solo alcuni degli impegni della nuova realtà attiva nel Terzo settore.
Braccio non profit della World Sustainability Organization, la Fondazione è stata costituita proprio su iniziativa dell’Organizzazione nata nel 2014 per volontà di Paolo Bray, ora anche direttore della World Sustainability Foundation.

La World Sustainability Organization, membro ufficiale dell’International Accreditation Forum (IAF), è l'unica organizzazione che propone due loghi a misura di consumatore, Friend of the Sea e Friend of the Earth, potenzialmente in grado di certificare la sostenibilità per l'intera gamma di prodotti alimentari (ittici e agroalimentari) e per i prodotti e i servizi non alimentari (tessile, cosmesi, detergenti, turismo, trasporti e molti altri).

La World Sustainability Foundation, operativa dal 2022, si propone di tutelare e valorizzare l'ambiente e il territorio anche contribuendo a diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile e del rispetto dell'ambiente e di sviluppare campagne di sensibilizzazione, soprattutto attraverso il web.

Creare una rete di collaborazione tra Stati, istituzioni, centri di ricerca, Università e le aziende certificate Friend of the Sea o Friend of the Earth sarà una delle modalità con cui la Fondazione lavorerà per raggiungere i suoi obiettivi.  La World Sustainability Foundation, inoltre, sarà attiva anche in ambito formativo, avvalendosi dell’aiuto di esperti e fornendo materiale divulgativo e supporto alle aziende in tema di produzione sostenibile e nuove tecnologie. 

La Fondazione è già impegnata con progetti di conservazione e umanitari in oltre 40 Paesi nel mondo. Dai lemuri in Madagascar, ai rinoceronti in Sud Africa. Dal censimento globale delle farfalle, progetto di citizen science, alla lobby per ridurre il rischio di collisione delle grandi navi con le balene in pericolo di estinzione. Numerosi anche i successi registrati, come ad esempio la campagna per richiedere ai grandi gruppi di food delivery di togliere dai loro menu le zuppe di pinna di squalo, causa primaria del declino delle popolazioni di queste specie.

La Fondazione è stata fino ad ora finanziata principalmente dalle royalties derivate da prodotti certificati sostenibili secondo gli standard Friend of the Sea e Friend of the Earth. Chiunque può dunque supportare i progetti della Fondazione selezionando i prodotti certificati.

Per maggiori info visita il sito: World Sustainability Foundation

*Il treno Blues inizia il servizio passeggeri. In Sicilia i primi viaggi del nuovo treno realizzato da Hitachi Rail per il Regionale di Trenitalia

L’alimentazione ibrida lo rende un veicolo altamente innovativo e flessibile, pronto a viaggiare ovunque, su qualsiasi linea.
È in grado di ridurre fino al 50% le emissioni di anidride carbonica e il consumo di carburante.


Il treno regionale Blues ad alimentazione ibrida prodotto da Hitachi Rail è pronto a fare il suo debutto in Europa con l’avvio del servizio passeggeri per il Regionale di Trenitalia in Sicilia.
Innovativo, sostenibile e con prestazioni all’avanguardia: queste le principali caratteristiche del Blues che viaggerà sui binari della Sicilia. Il nuovo treno ibrido, realizzato da Hitachi Rail per il Regionale di Trenitalia, è pronto infatti a iniziare il servizio passeggeri, dopo la presentazione internazionale avvenuta lo scorso settembre a Berlino in occasione di Innotrans, la principale manifestazione mondiale del settore ferroviario,

Il Blues è dotato di una tecnologia ibrida di nuova generazione: il treno infatti può viaggiare con motori diesel su linee non elettrificate, con pantografo sulle linee elettrificate, e con batterie, dove previste, per percorrere l’ultimo miglio sulle linee non elettrificate o durante la sosta nelle stazioni, evitando l’uso di carburante. Le batterie inoltre contribuiscono a migliorare ulteriormente le normali prestazioni in termini di potenza. Lo spegnimento dei motori nelle fasi di arrivo, sosta e ripartenza dalle stazioni, permette di ottenere una riduzione fino al 50% del consumo di carburante e dell’impatto ambientale, in termini di emissioni di CO2, rispetto agli attuali convogli diesel, e al contempo, una maggiore silenziosità apprezzata nelle fasi di sosta in stazione.

Il Blues offre elevati livelli di comfort ai viaggiatori regionali: è dotato di un sistema di climatizzazione innovativo, con ottimizzazione dei consumi in base all’effettivo numero di passeggeri trasportati, di prese usb e di corrente a 220V. Presenta ampie superfici vetrate, con finestrini di lunghezza maggiorata; postazioni bici ed elevata capacità di trasporto bagagli. Può raggiungere i 160 km/h di velocità massima con un’accelerazione di 1,10 m/sec2 e ospitare fino a 300 persone sedute nella composizione a quattro carrozze.

L’accessibilità è ottimizzata secondo le più recenti Specifiche Tecniche di Interoperabilità definite in ambito comunitario per le Persone a Mobilità Ridotta (STI PMR) attraverso un’altezza di accesso al treno a raso della banchina, a beneficio di tutti i viaggiatori, così come la minimizzazione di gradini interni che consente la massima fruibilità del convoglio da parte dei passeggeri.

La progettazione del treno è orientata verso soluzioni sempre più green: materiali riciclabili al 95%, utilizzo delle materie prime provenienti dal riciclo, impiego di tecnologie di bordo che permettono di ridurre al minimo i consumi energetici, come il sistema di illuminazione interna ed esterna a led, la gestione intelligente dei consumi dell’impianto di condizionamento e lo Smart Parking.

La flotta di Blues acquistata dalla Regione Sicilia è di 22 treni. Il contratto applicativo di questa fornitura rientra nell’accordo quadro tra Hitachi Rail e Trenitalia che prevede una fornitura fino a 135 treni, per un valore complessivo pari a 1,2 miliardi di euro.