*Il Barbiere di Siviglia di Rossini apre la Stagione lirica di Padova

Il cast del Barbiere di Siviglia

Presentata ieri, 23 settembre,  a Padova  in conferenza stampa la Stagione Lirica 2014 del  Teatro Giuseppe Verdi,  che si apre con "Il Barbiere di Siviglia" di Rossini il prossimo venerdì 26 alle 20.45. L’opera sarà replicata domenica 28 alle ore 16. Regista Francesco Esposito, maestro concertatore e direttore d’orchestra Gianluca Marciano.

Gli spettacoli proseguiranno venerdì 24 ottobre alle 20.45 e domenica 26 ottobre alle 16  con “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini. Si concluderanno con la “Vedova allegra” di Franz Lehar, diretta da Gianpaolo Bisanti, lunedì 29 dicembre 2014, ore 20.45, martedì 30 dicembre 2014, ore 20.45 e con una recita fuori abbonamento, mercoledì 31 dicembre 2014.

 La Stagione Lirica  di Padova  anche quest’anno ha potuto prender vita grazie al sostegno della Fondazione Antonveneta, che affianca le Istituzioni padovane nella realizzazione di manifestazioni di alto livello culturale e formativo come questa.

Il regista  Francesco Esposito, personaggio artisticamente poliedrico e affermato, dice  di essere convinto assertore del teatro dalle porte aperte, che accolga il curioso che passa e di cui si può svegliare l’interesse. Elogia la bravura dei giovani cantanti, la coralità di impegno, di lavoro, di collaborazione di tutti, dagli artisti, ai direttori artistici, all’Orchestra di Padova e del Veneto, ai tecnici, alle maestranze, che hanno semplificato e reso entusiasta il suo lavoro. Annuncia le variazioni apportate dalla sua regia, pochissime quelle al testo, ma veramente innovative quelle relative all’ambientazione: anni settanta in una sede RAI, per qualche minuto anche l’ascolto di una chitarra elettrica e altre sorprese che lasciamo agli spettatori, sul cui gradimento si interroga lo stesso regista. È consapevole infatti delle critiche che potrà ricevere, ma è convinto che senza tradirne la fedeltà, bisogna saper filtrare un’opera con interpretazioni che ne sottolineino l’attualità e l’originalità per sveglaire l’interesse di chi cerca forme di linguaggio più consone,  soprattutto i giovani.

Per informazioni
Biglietteria Teatro Verdi
Via Livello 32 – 35139 Padova (PD)
Telefono: 049 87770213 / 8777011
www.teatrostabileveneto.it

Bibliografia

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APAT (ora ISPRA), 2008, Tavolo Tecnico Interagenziale – Il riutilizzo delle acque e dei fanghi prodotti da impianti di depurazione di reflui urbani: quadro conoscitivo generale ed aspetti specifici, Rapporto n. 80/2008, Roma.

ARPAV Servizio Rifiuti e Compostaggio, 2011 – Produzione e gestione dei rifiuti speciali nel Veneto – Anno 2009, www.arpa.veneto.it.

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DGRV 09/08/2005 n. 2241D.Lgs. n. 99/1992; LR n. 3/2000; DGRV 11/02/2005 n. 338 così come modificata ed integrata dalle DGRV 18/03/2005 n. 907, DGRV 7/06/2005 n. 1269. Direttiva B – Norme Tecniche in materia di utilizzo in agricoltura di fanghi da depurazione e residui non tossici e nocivi di cui sia comprovata l’utilità a fini agronomici”. BURV 20/09/2005 n. 89

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Metcalf & Eddy, 2010, Wastewater Engineering – Treatment and Reuse, Mc Graw Hill.

Vismara R., 2001, Depurazione biologicaTeoria e processi, Editore Ulrico Hoepli, Milano.

5. Conclusioni

I valori relativi agli anni 2006-2009 indicano che la produzione regionale di fanghi ammonta a circa 350.000 t/anno corrispondente a 40 kg/AE. Confrontando tale dato con analoghi elementi riscontrabili in letteratura, i valori ottenuti sono al di sotto di quelli che teoricamente sarebbero prevedibili. Per una stima più corretta bisognerebbe disporre oltre ai dati di produzione anche delle caratteristiche dei fanghi e, in particolare, del loro contenuto in sostanza secca e della potenzialità reale degli impianti di depurazione.

Va sottolineato che spesso gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane di maggiore potenzialità possono ricevere fanghi dagli impianti più piccoli che non dispongono di una linea fanghi completa: questa pratica non consente di effettuare stime corrette poiché risulta difficile con il sistema attuale di censimento dei flussi dei fanghi (MUD) e di elaborazione dei dati grezzi stabilire quanto fango viene effettivamente prodotto dal sistema: nei casi sopra citati lo stesso fango può essere contato due volte in quanto prodotto dall’impianto primario (più piccolo) e da quello secondario (più grande); pertanto, tutti i valori riportati seppur indicativi potrebbero essere in parte sovrastimati, anche se è stato evidenziato che la potenzialità complessiva dei piccoli impianti (<10.000 A.E.) è solo l’8,7% del totale. In sostanza il sistema di raccolta dei dati (MUD) utilizzato per tracciare e seguire il destino finale del rifiuto non presenta un sufficiente livello di dettaglio per la comprensione dei flussi di gestione dei fanghi di depurazione.

Per quanto riguarda il destino finale, i fanghi prodotti negli impianti vengono per lo più compostati o stabilizzati (80-90%) e meno frequentemente smaltiti (10-20%); l’utilizzo diretto in agricoltura rappresenta una pratica marginale, in quanto riguarda solo il 3-4% del totale; un po’ più significativo è l’utilizzo in agricoltura dopo condizionamento che rappresenta il 10-20% dei fanghi che subiscono trattamenti di recupero R3.

Relativamente ai fanghi riutilizzati in agricoltura si sottolinea l’elevato contenuto di azoto, come riscontrato per il triennio 2007-2010. In generale per gli elementi nutritivi principali (C, N, P) la composizione media dei fanghi utilizzati in agricoltura risente del fatto che la composizione finale del fango è data dal contributo di matrici di partenza eterogenee (ovvero di fanghi che provengono anche da attività produttive di tipo agroindustriale, cartario, tessile, ecc.) e quindi presenta variazioni annuali anche piuttosto consistenti.

Per quanto riguarda la distribuzione per ettaro dei fanghi i valori determinati sono compatibili con i limiti normativi visto che sono interessate alla distribuzione sia aree vulnerabili che aree non soggette a vincoli.

Sulla base del quadro delineato si ritiene utile che nella gestione dei fanghi da depurazione siano valutate e messe in atto le seguenti azioni. La destinazione dei fanghi di depurazione a smaltimento in discarica è pratica da ridurre per gli impatti ambientali che comporta; va posta sempre maggior attenzione alla necessità di migliorare la qualità dei fanghi di depurazione sia riducendo le concentrazioni di inquinanti negli effluenti trattati, sia aumentando la quantità di sostanza secca anche attraverso lo sfruttamento del calore prodotto dagli impianti di produzione di energia che sempre più si sono diffusi nel territorio veneto.

Parallelamente il miglioramento della dotazione impiantistica per il trattamento dei reflui dovrebbe tener conto della opportunità di ridurre progressivamente il conferimento dei fanghi liquidi prodotti dai piccoli impianti agli impianti di maggiore potenzialità in modo da eliminare gli effetti negativi dovuti al trasporto dei fanghi e all’occupazione di capacità di trattamento degli impianti di depurazione. Tutti questi accorgimenti dovrebbero favorire sempre di più il recupero mediante compostaggio e l’utilizzo in agricoltura che rappresentano le destinazioni finali maggiormente compatibili con la necessità di chiusura del ciclo naturale del carbonio.

4.3 La destinazione dei fanghi di depurazione in Veneto

I fanghi biologici di depurazione possono essere avviati sia ad operazioni di smaltimento che di recupero. Sulla base delle operazioni di smaltimento e recupero elencate dal D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. parte IV si possono evidenziare le seguenti operazioni:

1) Operazioni di smaltimento – allegato B alla parte IV, Titolo I e II al D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.

D1  Deposito sul suolo o nel suolo;

D8  Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a composti o miscugli che vengono eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12;

D9  Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D 12 (es. evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.)

D13 Raggruppamento preliminare prima di una della operazioni di cui ai punti da D 1 a d 12;

D14 Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D 13;

D15 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D 1 a D 14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).

2)  Operazioni di recupero – allegato C alla parte IV, Titolo I e II al D.Lgs. n. 152/2006 e smi:

R1  Utilizzazione principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia;

R3   Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio ed altre trasformazioni biologiche);

R10  Spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura o dell’ecologia;

R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 ad R 11;

R13  Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R 1 a R 12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti)

La figura 3  mostra la destinazione finale dei fanghi prodotti con codice CER 190805 nel quadriennio 2006-2009; nel dettaglio i diagrammi indicano i quantitativi suddivisi per anno a seconda dell’operazione di smaltimento o di recupero a cui vengono sottoposti. Le principali operazioni alle quali i fanghi vengono sottoposti sono la D8 e la R3; si evidenzia, al di là della variabilità annuale, la considerevole quantità dei fanghi che vengono sottoposti alle operazioni D8. Le quantità avviate a trattamento presso impianti di depurazione infatti oscillano tra 95.000 e 135.000 t/anno, inferiori solo a quelle destinate al compostaggio comprese tra 120.000 e 190.000 t/anno.

Questo fenomeno può essere spiegato dal fatto che i fanghi prodotti in molti impianti di depurazione di piccole dimensioni, che sono privi della sezione di trattamento fanghi o presentano una sezione incompleta, vengono prelevati e trasportati presso impianti più grandi per essere trattati nella linea fanghi. A seconda dell’impianto che li riceve, questi fanghi entrano nella linea fanghi nella fase di digestione o subiscono l’intero processo depurativo (come bottini, raramente direttamente nella linea acque). Purtroppo il sistema informativo non consente nelle elaborazioni di scorporare queste quantità di fanghi che risultano cospicue; la stima infatti risulta difficile e sarebbe auspicabile un sistema che consentisse di stabilire l’ammontare della quantità effettivamente prodotta dall’impianto di depurazione.

Lo smaltimento in discarica rappresenta una destinazione ormai residuale, principalmente per motivi economici. Infatti, i costi medi di smaltimento in discarica si aggirano sui 140-160 €/t ai quali vanno aggiunti i costi di trasporto.

Recupero

I fanghi che subiscono operazioni di recupero R3 vengono per lo più compostati o subiscono dei trattamenti di ossidazione a temperatura ambiente prima di poter essere riutilizzati a fini agronomici. Più che un vero processo di compostaggio, in alcuni impianti i fanghi subiscono una sorta di blanda biostabilizzazione al fine di ridurre il loro grado di putrescibilità. I costi medi ammontano a 70-80 euro/tonnellata.

Se si esclude l’operazione D8 che, per i motivi sopra riportati, riguarda un passaggio di trattamento intermedio di fanghi che non hanno completato il processo di formazione, dai dati relativi alla loro destinazione emerge che circa l’80-90% dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione (140-180.000 t) subisce un trattamento di compostaggio o stabilizzazione (R3) mentre solo il 10-20% dei fanghi (20-40.000 t) viene smaltito in discarica. Inoltre, dei fanghi destinati a recupero R3 solamente il 10-20% viene avviato all’utilizzo diretto a fini agronomici in agricoltura con la procedura prevista dal D.Lgs. n. 99/1992 mentre il rimanente viene trasformato in compost e utilizzato in agricoltura come ammendante.

Utilizzo agronomico

Come previsto dalla DGRV n. 2241/2005 una parte dei fanghi viene avviata ad impianti per una stabilizzazione prima di venire riutilizzata a fini agronomici: in questa fase i fanghi talvolta vengono mescolati con altri di diversa origine (agroindustriale, macellazione, cartaria, tessile, ecc.). La frazione di fanghi di origine non civile è limitata (stima inferiore al 20%). In tab. 7 si riportano i dati relativi all’utilizzo agronomico dei fanghi da depurazione in Veneto negli anni 2007-2010; i valori sono espressi in tonnellate/anno

Le figg. 4 e 5 descrivono la situazione del riutilizzo dei fanghi in agricoltura nel triennio 2007-2010, suddivisi per provincia sia con l’indicazione della quantità di fango in tonnellate che della quantità di fango per ettaro (t/ha).

Risulta prevalente l’utilizzo dei fanghi nei terreni della provincia di Rovigo rispetto agli altri territori provinciali del Veneto. In provincia di Rovigo si trovano infatti i due principali impianti di stabilizzazione in grado di gestire le maggiori quantità di fanghi. Va inoltre sottolineato che i fanghi utilizzati in agricoltura provengono da impianti di condizionamento/compostaggio che accettano anche fanghi provenienti da comparti differenti da quello della depurazione delle acque reflue, comunque compatibili con il processo biossidativo.


Figure 3  – Quantità di fanghi di depurazione avviate a operazioni di smaltimento fig.3a) e recupero (fig.3b) – 
Fonte: MUD – Servizio Osservatorio Rifiuti  – ARPAV, 2011

Fig.3a

 

Fig.3b


Tabella 7 – Quantità dei fanghi di depurazione avviati a compostaggio ed utilizzo in agricoltura
(Fonte: MUD – Servizio Osservatorio Rifiuti– ARPAV, 2011)

Anno

R3

R10

% R10 su R 3

2007

215.869,57

29.640,9

14%

2008

132.109,13

24.724,2

19%

2009

158.625,42

15.627,9

9,9%

2010

n.d.

20.745,6

n.d.

 

 Figura 4 – Quantità di fanghi (t/anno) utilizzati in agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il 2010
Fonte: MUD – Servizio Rifiuti e Suolo – ARPAV, 2011


 

Figura 5 – Andamento della quantità per ettaro di fanghi utilizzati in agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il 2010

 

In tabella 8 viene descritta la composizione media dei campioni di fango destinati all’uso agronomico. I  dati si riferiscono a fanghi di origine e di codice CER differente (fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue, fanghi da comparto agroalimentare, fanghi di origine zootecnica o da industria casearia).

 

Tabella 8 – Composizione media dei fanghi utilizzati in agricoltura nel Veneto – Anni 2007-2010

(Fonte: Servizio Osservatorio Rifiuti – ARPAV, 2011)

Parametro

Unità di misura

 Concentrazione

2007

2008

2009

2010

pH

 

7,8

7,19

8

7,36

Cadmio

mg/Kg ss

1

0,65

2,36 

1,56

Cromo

mg/Kg ss

129

26,32

42,76

48,33

Mercurio

mg/Kg ss

1,3

0,64

2,32

0,86

Nichel

mg/Kg ss

100

15,73

25,74

32,69

Piombo

mg/Kg ss

50

18,97

47,81

56,41

Rame

mg/Kg ss

300

123,07

120,51

259,15

Zinco

mg/Kg ss

690

270,74

596

678,36

Carbonio organico

(%)

31,9

33,08

32,7

33,69

Azoto totale

(%)

5,2

8,47

4,5

5,23

Fosforo totale

(%)

2,2

5,38

1,83

1,46

In relazione al contenuto dei parametri Sostanza Secca, Azoto, Fosforo e Carbonio organico nella tab. 9 vengono riportate le quantità unitarie apportate ai terreni con i fanghi nel quadriennio 2007-2010. I valori dei parametri indicati sono stati calcolati utilizzando le percentuali medie ricavate dalla composizione dei campioni di fango analizzati. Emerge in modo evidente che il valore dell’azoto, dopo il picco registrato nel 2008, presenta valori compatibili con le normali pratiche agronomiche a patto che non siano aggiunti concimi minerali.e di fosforo, seppur con alcune significative variazioni annuali (anno 2008), risulta tutto sommato abbastanza costante; diversa, invece, è la variabilità riscontrata per gli altri parametri presentati, anche se i valori sono mediamente molto al di sotto dei valori limite previsti dalla normativa. Tale variabilità, probabilmente, va attribuita all’origine dei fanghi ovvero all’eterogeneità delle matrici di partenza caratterizzate da composizioni chimiche differenti e dal diverso contributo delle matrici di partenza sulla composizione finale del fango.

 

Tabella 9 – Quantità unitaria (kg/ha/anno) di sostanza secca, azoto, fosforo e carbonio organico apportata ai suoli con i fanghi di depurazione
(Fonte: Servizio Rifiuti – ARPAV, 2011)

Anno

SS

N tot

P tot

C org.

2007

4.600

239

0,101

1,466

2008

4.130

396

0,251

1,545

2009

4.560

205

0,083

1,466

2010

4.780

250

0,069

1,610

Ipotizzando che la distribuzione avvenga sia in aree vulnerabili ai nitrati di origine agricola che in aree non soggette a vincoli, i valori sono compatibili con i limiti normativi fatta eccezione per l’anno 2008 anno in cui si riscontra un valore particolarmente elevato. E’ da evidenziare che il 2008 è il primo anno di applicazione nella regione Veneto del Programma d’Azione previsto dalla Direttiva Nitrati.

In relazione al carico di fanghi per ettaro per anno nelle province, nelle quali c’è un utilizzo più diffuso, il valore si assesta attorno alle 5 t/ha/anno che rappresenta il valore di riferimento in condizioni medie, in relazione ai valori di pH e di CSC (Capacità di Scambio Cationico) ottimali.

 

3. materiali e metodi

 

3.1 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi alla produzione di fanghi

Come riportato nella tab. 1, i fanghi di depurazione sono codificati attraverso diversi codici CER del Catalogo Europeo dei Rifiuti. In particolare i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue urbane vengono codificati dal codice CER 190805.

L’analisi che viene presentata in questo lavoro si basa sull’elaborazione dei dati di produzione, smaltimento e trattamento dei rifiuti dichiarati direttamente dai produttori. I dati sono stati estratti dalla banca dati regionale gestita da ARPAV (www.arpa.veneto.it) in qualità di sezione regionale del Catasto nazionale dei rifiuti (D.Lgs n. 152/2006 e LR del Veneto n. 3/2000) in cui sono archiviati i dati raccolti con le dichiarazioni MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale), inviate dai Gestori degli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale alla Camera di Commercio per il quadriennio 2006-2009; quest’ultima effettua il caricamento dei dati e trasferisce gli archivi alla sezione regionale del catasto rifiuti che provvede alla loro bonifica ed elaborazione.

La raccolta, l’elaborazione e l’analisi combinata dei dati di produzione, di avvio allo smaltimento e recupero è stata effettuata utilizzando le schede MG (Modulo gestione), RT (Modulo rifiuto ricevuto), DR (Modulo rifiuto) della dichiarazione MUD. L’obiettivo delle elaborazioni è determinare quale sia il destino finale dei fanghi di depurazione prodotti e verificare nel contempo la situazione a livello locale (provinciale).

3.2 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi al recupero dei fanghi mediante compostaggio

Il Servizio Osservatorio Rifiuti di ARPAV opera come Osservatorio Regionale per il Compostaggio al quale la Regione ha affidato la raccolta dei dati relativi al funzionamento degli impianti di compostaggio presenti sul territorio regionale. Tali dati consistono principalmente nella quantità e tipologia dei materiali in ingresso all’impianto e dei prodotti in uscita, oltre che ai risultati dei controlli di processo e di prodotto che periodicamente il gestore dell’impianto deve eseguire. Insieme agli altri dati viene quindi raccolta la quantità di fanghi di depurazione conferiti a ciascun impianto suddivisa per tipologia (fanghi civili o agroindustriali) e vengono eseguite le necessarie verifica di congruità e coerenza sia rispetto alle prescrizioni autorizzative, sia rispetto alle quantità di rifiuti organici complessivamente trattate ed ai prodotti che si generano dai processi produttivi e sia in relazione all’andamento degli anni precedenti. I dati sono periodicamente pubblicati nei report curati dal Servizio Osservatorio Rifiuti e pubblicati sul sito istituzionale di ARPAV.

3.3 Raccolta ed elaborazione dei dati relativi al recupero dei fanghi mediante utilizzo in agricoltura

La DGRVn. 2241/2005 prevede che ogni anno il detentore di autorizzazione all’utilizzo di fanghi in agricoltura invii al Servizio Osservatorio Suoli di ARPAV tutti i dati relativi ai terreni che sono stati interessati alla distribuzione di fanghi e alle quantità utilizzate. I dati vengono raccolti ed archiviati, verificati sulla base delle prescrizioni autorizzative e per confronto con i dati degli anni precedenti e sono inviati al Ministero per l’Ambiente secondo le modalità previste dal D.Lgs. n. 99/1992.

4.2 Produzione di fanghi di depurazione in Veneto

4.2 Produzione di fanghi di depurazione in Veneto

Sono stati raccolti ed elaborati i dati trasmessi dai produttori di fanghi di depurazione CER 190805 (impianti di depurazione di acque reflue urbane) di tutto il territorio regionale nel quadriennio 2006-2009. Escludendo i dati del 2006, evidentemente incompleti, considerando il triennio 2007-2009 emerge che la produzione annuale regionale dei fanghi oscilla tra 320.000 e 370.000 t/anno.

In tabella. 6 e figura 2 viene presentata la produzione di fanghi in t/anno nel corso del quadriennio summenzionato; i valori sono relativamente variabili con un picco nell’anno 2008 ed una media di circa 330.000 t/anno.

 

Tabella 6 – Produzione regionale (tonnellate/anno) di fanghi di depurazione
(codice CER 190805)

Provincia

anno 2006

anno 2007

anno 2008

anno 2009

VR

54.172

63.708

60.978

63.041

VI

19.228

42.025

49.786

54.558

VE

48.685

58.950

63.066

60.548

TV

30.573

41.397

41.013

45.520

RO

8.521

6.973

24.881

11.979

PD

102.847

102.889

119.302

109.071

BL

313

12.168

13.068

13.242

TOTALE

264.342

328.113

372.098

357.962

 


 

Figura 2 – Produzione di fanghi a livello regionale


La provincia nella quale si produce la maggior quantità di fango è quella di Padova, seguita da Venezia, Verona, Treviso e Vicenza, mentre le province di Belluno e Rovigo sono quelle dove viene prodotto meno fango. Nella provincia di Padova vengono prodotte circa 100.000 t/anno, mentre nelle province di Verona e Venezia circa 50.000 t/anno; a seguire le province di Treviso e Vicenza con quantità comprese tra 35.000 e 50.000 t/anno ed infine Rovigo e Belluno con produzioni nettamente inferiori.

Questa eterogeneità nella produzione di fango risente, almeno in parte, della diversa presenza nelle province venete di impianti di medie e grandi dimensioni e quindi di un differente numero di abitanti equivalenti serviti (si veda la tabella  4). Si evidenzia, inoltre, un trend in crescita nella produzione di fanghi dal 2006 al 2008, pur con un andamento differente tra le province. I valori di produzione di fango del 2008 si sono poi confermati anche per il 2009.

Con molta probabilità la piena applicazione della DGR Veneto n. 2241/2005 approvata nell’agosto del 2005 ha obbligato molti impianti che effettuano il trattamento/condizionamento dei fanghi di depurazione prima del loro riutilizzo ad un adeguamento impiantistico straordinario; pertanto, le autorizzazioni al riutilizzo in agricoltura a scadere ed i necessari adeguamenti degli impianti summenzionati hanno obbligato i gestori degli impianti di depurazione a ritardare il conferimento dei fanghi da loro prodotti, pur rimanendo entro le scadenze previste per legge e con gli accorgimenti tecnici necessari per mantenere i parametri funzionali degli impianti all’interno di soglie tecniche accettabili.

 

4. 1 Risultati e discussione

 Impianti di trattamento delle acque reflue urbane in Veneto

In ambito regionale risultano censiti, al 31/12/2009, n. 523 impianti di trattamento delle acque reflue urbane dotati di trattamento secondario (fonte: Sistema Informativo Ambientale del Veneto-SIRAV), per una capacità depurativa totale pari a quasi 9 milioni di abitanti equivalenti. Si ricorda a tal proposito che le acque reflue urbane convogliate in rete fognaria sono il risultato della miscelazione di acque reflue domestiche, industriali e meteoriche di dilavamento, e che in alcune province, come ad esempio quella di Vicenza, la componente industriale risulta particolarmente consistente.

Gli impianti di depurazione di potenzialità superiore ai 2.000 AE (Abitanti Equivalenti) sono 238, di cui 136 al di sotto di 10.000 AE, 85 tra 10.000 e 100.000 AE e 17 con potenzialità superiore a 100.000 AE; gli impianti di potenzialità inferiore a 2.000 AE sono 285, con una potenzialità totale di 208.729 AE che rappresenta il 2,3 % della potenzialità complessiva del Veneto (tab.3 e fig.1). In tabella 4 è riportata la potenzialità degli impianti per provincia. Considerando che il numero totale degli impianti di depurazione nella regione Veneto ammonta a 523 per una potenzialità nominale totale di 8.896.020 (A.E.) (fonte SIRAV), la produzione di fanghi totale e per abitante equivalente è riportata nella tabella 4.

Pur con le opportune approssimazioni ed utilizzando valori medi riscontrabili in letteratura per la produzione di fango per abitante equivalente per anno (27 kg SS/AE/d per i piccoli impianti e 12,8 kg SS/AE/d per gli impianti di grosse dimensioni), i valori riportati nella tabella 5   sono di gran lunga inferiori. Questa differenza, va sicuramente attribuita al fatto che la potenzialità degli impianti in abitanti equivalenti (AE) presa in considerazione è su base nominale e non reale. Per poter effettuare una valutazione più corretta sarebbe necessario conoscere la potenzialità reale degli impianti (allacciati), le loro modalità di funzionamento, la realtà impiantistica, e la concentrazione di SS nei fanghi disidratati.

 

 

 

 

Tabella 3 ─ Numero di impianti e potenzialità nominale per classe di AE (Fonte: SIRAV-ARPAV, 2010) 

Classe di potenzialità

Numero impianti

Potenzialità nominale totale (AE)

%

≥ 100.000 AE

17

5.533.600

62,2

10.000-100.000 AE

85

2.588.218

29,1

2.000-10.000 AE

136

565.473

6,4

< 2.000 AE

285

208.729

2,3

Totale

523

8.896.020

100

 


 

 

Figura 1 – Impianti per classe di potenzialità e provincia (Fonte: SIRAV-ARPAV, 2010)
 


 

Tabella 4 Potenzialità nominale totale (AE) degli impianti suddivisi per classe di AE e per provincia
  (Fonte: SIRAV-ARPAV, 2010) 

Provincia

Classe di potenzialità degli impianti (AE)

< 2.000 AE

2.000-10.000

10.000-100.000

≥ 100.000

Totale

BL

26.880

99.900

63.000

102.600

292.380

PD

20.850

86.400

649.830

147.000

904.080

RO

40.130

65.650

273.600

0

379.380

TV

33.845

113.233

488.500

0

635.578

VE

9.905

77.940

194.500

1.160.000

1.442.345

VI

36.836

57.350

503.288

3.464.000

4.061.474

VR

40.283

65.000

415.500

660.000

1.180.783

Totale

208.729

565.473

2.588.218

5.533.600

8.896.020

 


 

Tabella 5 – Produzione di fanghi biologici pro capite all’anno in Veneto nell’ipotesi di massima capacità di trattamento 

ANNO

Produzione (t) anno

Kg/A.E.

Kg SS/A.E.(*)

2006

264342

29

5,8

2007

328113

37

7,4

2008

372099

42

8,1

2009

357962

40

8,0

(*) nell’ipotesi di fanghi con il 20% di s.s.