La materia del mondo

Ed Conway
La materia del mondo
Una storia delle civiltà in sei elementi
Traduzione di Stefano Travagli, Anita Taroni
Marsilio Editore 2023
pp. 448
20 euro

Viviamo immersi in una realtà virtuale sempre più avanzata con gli occhi miopi, non ci rendiamo conto che beni e servizi intangibili, essenziali per la nostra quotidianità, non potrebbero esistere senza le sei sostanze materiali protagoniste di questo saggio: sabbia, sale, ferro, rame, petrolio e litio sono la Materia del Mondo, è difficile immaginare la civiltà moderna senza di esse, questa è la tesi di Ed Conway. Ci sono altri elementi, composti e sostanze quali ad esempio boro, stagno, alluminio, platino e metalli affini, cromo, cobalto, o terre rare come il neodimio, usato nei supermagneti, che hanno un ruolo importante sia per la fabbricazione di prodotti indispensabili che per la fornitura di servizi necessari al mondo moderno; tuttavia, possiamo continuare a fabbricare batterie senza cobalto, produrre cuffie e motori elettrici senza magneti sia pure con qualche rinuncia a raffinatezza dei modelli o tecnologia. I sei protagonisti di questo libro sono basilari e perciò i più difficili da sostituire. “Queste sei sostanze costituiscono la trama della civiltà: senza, la vita quotidiana così come la conosciamo si disintegrerebbe”. Conway ci fa partecipi del suo viaggio esplorativo dentro questi sei materiali, dal monte Tenabo, in Nevada, alla costa orientale dell’Inghilterra, dal deserto di Atacama, in Cile, a Mariupol, e nelle profondità dell’Atlantico. Ne segue la vita dal loro primo uso fino ai nostri giorni quando hanno assunto un ruolo chiave nelle tecnologie d’avanguardia. Hanno trasformato prodotti complessi in agili strumenti quotidiani, vedi la funzione dei chip di silicio all’interno dei nostri computer e smartphone, i transistor che oggi sono più piccoli di un virus e di un globulo rosso…. Racconta degli imperi che hanno fatto crescere e scomparire; delle città che abbiamo costruito e distrutto; delle guerre che per essi si sono combattute; delle razzie per l’insaziabile sete di sabbia, ad esempio, da parte di criminali che uccidono per questi granelli di silicio e vendono la sabbia al mercato nero; del clima che hanno modificato ma che forse contribuiranno a salvare perché “sono gli eroi mai celebrati” della civiltà moderna, dice Conwell con visione ottimistica.
“La materia del Mondo” è il libro vincitore del “Premio letterario Galileo di divulgazione scientifica” 2024. Come lo stesso Conwell scrive, la sua figura professionale non può ascriversi in una specifica categoria scientifica o letteraria, lui è un giornalista, un reporter britannico che raccontando la storia del mondo materiale spazia tra geologia, ingegneria, storia, economia, politica, scienza dei materiali, fisica e biologia, problemi ambientali. Cerca e descrive la rete di connessioni tra tali ambiti, importanti per lo sviluppo e i cambiamenti futuri. Il suo viaggio letterario è pure frutto di centinaia di contatti con ambientalisti, politici, imprenditori e anche minatori e ingegneri che lavorano per trasformare i materiali a beneficio delle nostre vite.

Etta Artale

Tutti i mondi possibili un’avventura nella grande biblioteca dell’evoluzione

di Telmo Pevani

Tutti i mondi possibili
Un’avventura nella grande biblioteca dell’evoluzione
AutoreTelmo Pievani
Filosofia della scienza Scienza e Divulgazione scientifica
Storia della Scienza Storia delle idee

Raffaello Cortina Editore

Pagine 189 in brossura

Pubblicazione 08/2024
Prezzo di copertina € 15,00

ISBN 9788832856873

Labirinto, groviglio, caos, collo di bottiglia, strada in discesa, parole chiave che possono stimolare la lettura di questo testo snello e maneggevole. Ma è davvero snella e in discesa la strada dell’evoluzione dei viventi? La natura si districa tra tentativi ed errori come gli umani, i più evoluti, o che si credono più o meno convintamente tali.

La metafora con la biblioteca scoperta per caso dalla giovane e curiosa lettrice Frances Arnold, contiene migliaia di volumi con altrettante migliaia di parole scritte con un alfabeto di 25 lettere! E basta una sola virgola per cambiare il senso di una frase o una sola lettera per cambiare il senso di una parola. Arriviamo a numeri con potenze di 10 con troppi zeri! Tanto da formare una biblioteca così grande da trasformarsi in “Babele”. È proprio il libro di Jorge Luis Borges che suggerisce di comparare il linguaggio umano al processo evolutivo naturale e contribuisce ancora una volta a fare dei sapiens dei protagonisti consapevoli o meno di quanto è accaduto in milioni di anni e ancora accade sotto i nostri occhi. Linguaggio codificato che distingue ma con molti dubbi i Sapiens dagli altri viventi. Chi dice che gli alberi non comunichino con un loro codice? Chi dice che gli elefanti non si chiamino per nome? Ma la metafora del linguaggio inteso come variabile e variante ci accompagna alla scoperta che davvero l’evoluzione è un gioco di pedine: dalle proteine ai geni ai cromosomi, e alle loro quasi infinite combinazioni. Darwin era convinto che l’evoluzione percorresse una strada “tracciata” senza possibilità di curve o colli di bottiglia nessun vivente poteva “tornare indietro” ma John Maynard Smith aveva fantasticato sull’esistenza di un’analoga libreria: piena non di libri, ma di proteine. Più di recente, alcuni biologi hanno ricostruito lo spazio combinatorio ideale il morfospazio di tutti gli animali e di tutte le piante possibili. Possibili significa che si può anche tornare indietro o imbottigliarsi come il traffico in città e trovare una svolta che ci liberi dall’impasse.

Pertinente la citazione di Italo Calvino che considerava labirinto la società moderna e veloce post-rivoluzione industriale nella quale l’individuo è destinato a perdersi tra un’intricata rete di informazioni fulminee e discordanti, dove trovare punti di riferimento per orientarsi, è una sfida quotidiana.

E una sfida è sicuramente quella per la vita: superare le difficoltà per rendere il proprio corpo funzionale per la vita e per adattarsi all’ambiente senza soccombere. Partiamo dai primi tentativi di vita sulla terra, dai fossili che ci permettono di osservare i miglioramenti di quegli organismi che sono in grado di vivere centinaia di milioni di anni come le ammoniti, osservare come varia il disegno del loro guscio a spirale che via via si fa più complesso ed elegante. E lo svilupparsi degli organismi terrestri, dai goffi dinosauri erbivori ai veloci carnivori.

Ma qual è il senso, per la scienza, di immaginare mondi che non esistono per spiegare la realtà̀? Perché́ il morfospazio degli animali è pieno di zone vuote? Dopo più̀ di 40 anni di tenaci ricerche e di disavventure, quella giovane lettrice, Frances Arnold, dalla quale l’autore prende spunto, svelerà l’enigma e scoprirà forme e combinazioni che l’evoluzione non aveva ancora esplorato. E che la curiosità umana potrebbe esplorare.

Rileggendo questo libro ci viene spontaneo pensare che le combinazioni potrebbero essere svelate da algoritmi simili a quelli che AI è in grado di gestire. O forse è meglio lasciare la vita procedere per tentativi ed errori come fa orami da 4 miliardi e mezzo di anni. Telmo Pievani ci guida attraverso Babele per mostrarci quanto è vasto e sconosciuto il mondo del possibile che non si è ancora realizzato.

Alberta

Erba verde è il nostro letto

di Marina Milani

Marina Milani

Erba verde è il nostro letto

Editore: 8TTO Edizioni,

Milano – 22 ottobre 2024

412 pagine in brossura

Narrativa contemporanea

ISBN 978-88-31263-50-4

Prezzo di copertina € 20,00

Passato e presente si uniscono proiettandosi verso il futuro. Questo volume coinvolge il lettore nella storia di una famiglia, cinque generazioni, gli avi di Jonas tra XVIII e il XIX secolo.

Il nipote e protagonista Jonas, tra tante difficoltà, prova a pensare al suo futuro e a quello del pianeta: appartiene alla generazione degli FFF Friday for Future. L’incipit ci porta a Davos il 20 gennaio 2020 per il Meeting annuale del World Economic Forum (WEF), un’organizzazione no profit svizzera, che raccoglie l’élite imprenditoriale e politica mondiale. E’ proprio quell’elite che viene contestata in modo pacifico e propositivo. In tale occasione intorno a Greta Tumberg si raccolgono migliaia di giovani che a piedi o in treno raggiungono la località svizzera per far sentire la loro voce; la loro preoccupazione per il futuro sempre più compromesso dalle attività dell’uomo. Tra i giovani che si incontrano e si riconoscono nell’impegno individuale per salvare il pianeta ce ne sono due che diventano i protagonisti principali di una trama che tiene il lettore attento dall’inizio alla fine.

Jonas Lyrer,  ha vent’anni e ama le piante più dei suoi simili. Le piante almeno non sono depresse e nevrotiche, veste con gli scarponi da montagna e la bandana in testa. Vive a Bergamo e raggiunge Davos di nascosto dal padre, cui sottrae la carta di credito, la sua famiglia è di origine svizzera. Stella, raggiunge Davos a piedi con il suo cane, è italiana ma vive in Svizzera.

Cosa faranno da grandi? Lo sanno già? Forse sì, Stella vuole scrivere, Jonas vuole isolarsi dalla società, colpa (o merito) del bisnonno Hasso, insigne botanico che esplorò il Borneo e creò i più antichi vivai di Bergamo. La storia del bisnonno Hasso e della sua famiglia è raccontata nelle memorie e nei documenti della famiglia. Jonas recupera le vecchie lettere conservate in soffitta e le condivide via mail con Stella. Ne nasce un testo appassionato e appassionante che ci immerge nella natura del Borneo e in quella della bergamasca. Grazie alla serra fortemente voluta dal trisavolo, la famiglia si arricchisce diventa una delle più importanti famiglie di Bergamo, acquistano e ristrutturano la villa che tuttora è abitata dai discendenti. Hasso è un “controcorrente” non aderirà mai al fascismo e sarà sempre anticonformista. Patrimonio socio-culturale e scientifico che Jonas fa suo. Si occupa infatti della grande serra e delle memorie dei suoi progenitori.

Questi ingredienti stimolano Stella che inizia a scrivere un romanzo “Solarpunk” che, attraverso le memorie del trisavolo ribelle di Jonas, tocca tutti i temi sociali, come la diversità di genere: la famiglia Lyrer ha un figlio omossessuale, amato e stimato dai parenti ma  costretto a rifugiarsi in Svizzera, siamo negli anni 30 del secolo scorso.  La prozia utilizza un piano della villa per ospitare un centro dedicato alle donne maltrattate, povere e sole. Durante la seconda guerra mondiale, ospitano nella casa di famiglia una coppia di ebrei. Tutti sopravvivono alle ristrettezze e anche al rastrellamento nazista, forse proprio perché quella villa è avvolta dagli  alberi o forse perché gli abitanti sono svizzeri e parlano tedesco.

Dopo Davos, Jonas sente di amare sempre più quelle grandi farnie, il faggio solitario piantati dal suo avo sulla cresta della collina e le piante ospitate nella grande serra come le palme e le piante carnivore. Finalmente il protagonista trova la sua strada nell’amore per gli alberi che forse sono i viventi che salveranno il pianeta, così usurpato dai sapiens. E l’erba verde sarà letto per Stella e Jonas.

Marina Milani è docente di lettere in un Liceo Scientifico di Pavia. Questo testo è un palese esempio di vicinanza alle nuove generazioni con il valore aggiunto delle radici in senso metaforico e reale. Le nuove tecnologie formano un armonioso connubio con le lettere inviate negli ultimi decenni del 1800 dal Borneo. Lo stile scorrevole permette al lettore di entrare a far parte di questa storia sentendola propria. Nelle note finali è presente la bibliografica da cui prende spunto l’autrice.

Alberta