Premio letterario Galileo 2025: proclamazione del vincitore e graduatoria finale



Proclamazione e premiazione: venerdì 21 novembre, ore 11-12.30, — Aula Magna di Palazzo Bo, Università degli Studi di Padova, Via VIII Febbraio 2, Padova

Il 21 novembre scorso Padova ha accolto i cinque autori finalisti del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica nell’Aula Magna di Palazzo Bo, Università degli Studi di Padova per proclamare il vincitore del premio intitolato a Galileo Galilei che proprio in quell’aula ha avuto la sua Cattedra.
La votazione di una Giuria formata da 100 studenti universitari e da 10 classi quarte di altrettante scuole secondarie di secondo grado, provenienti da tutta Italia, ha determinato l’opera vincitrice nell’ambito della cinquina finalista. Il primo Premio è andato ad Alfonso Lucifredi con il suo libro “Troppi”. Conversazioni sulla sovrappopolazione e sul futuro del pianeta, un libro in cui l’autore non dà una sua risposta, ma stimola alla riflessione sulle problematicità della sovrappolazione del pianeta, mediante una ricca documentazione di interviste ad esperti di discipline diverse e più o meno direttamente riconducibili all’aumento demografico: dalla fisica del clima all’ economia, dalla demografia alla medicina, dalla biologia all’agricoltura.
Naturalista e giornalista scientifico, Lucifredi ha scritto di scienze, natura e viaggi per riviste italiane e internazionali. Ha creato mostre, documentari, conferenze ed eventi per i più importanti festival scientifici italiani. È tra i fondatori della rivista online “Radar Magazine”, e dal 2024 è responsabile della comunicazione per una fondazione che si occupa di protezione della biodiversità. 

Graduatoria degli altri finalisti
Secondo posto a Laura Crucianelli con La storia naturale del tatto, un viaggio nel quinto senso e nella sua importanza per la nostra vita emotiva e sociale, al terzo Vittorio Lingiardi con Corpo, umano, in cui si riflette sul nostro organismo attraverso la lente della scienza e della psicoanalisi. Al quarto posto Nello Cristianini con Machina Sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, un’indagine sulla natura dell’intelligenza artificiale e sul suo impatto sociale; al quinto Michele Pompei con Razze umane, che smonta il concetto di razza dal punto di vista biologico e scientifico

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Il video della cerimonia di Proclamazione: https://www.youtube.com/watch?v=ocV_4dcS3t0

La graduatoria finale su https://premiogalileo.eu/

Per approfondire: https://ilbolive.unipd.it/it/news/scienza-ricerca/premio-galileo-2025-lucifredi

Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook

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Unimont. Aperta la selezione per un incarico dedicato alla comunicazione scientifica

UNIMONT – Polo alpino dell’Università degli Studi di Milano  con sede a Edolo (BS) – apre una selezione per un incarico relativo ad attività di comunicazione e disseminazione attraverso metodi e strumenti innovativi e digitali.

L’incarico, della durata di 12 mesi e rinnovabile, offre l’opportunità di operare all’interno di un team dinamico, interdisciplinare e internazionale, contribuendo in modo diretto alla valorizzazione scientifica e istituzionale delle attività del Polo.
La figura ricercata dovrà assicurare una comunicazione strategica, integrata e innovativa delle attività di valorizzazione e sviluppo delle aree montane e di promozione della cultura della montagna previste nei progetti attuati dal Polo UNIMONT, curandone la visibilità a livello locale, nazionale ed europeo, promuovendo un’immagine riconoscibile e distintiva del Polo. Tra le attività da svolgere sono previste le relazioni istituzionali a livello nazionale e internazionale e l’organizzazione dell’agenda delle pubbliche relazioni

Sede di lavoro: Edolo (BS) – Polo UNIMONT, Università degli Studi di Milano
Scadenza per la presentazione delle domande: 16 dicembre 2025, ore 12.00

Il Bando

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Sostenibilità in agricoltura: il ruolo della genetica è fondamentale

La tecnica è la stessa che serve a curare le persone ma l’opinione pubblica continua a guardare con diffidenza le piante ottenute tramite TEA

Annalisa Polverari

 L’utilizzo di scoperte della ricerca genetica per curare l’uomo è molto apprezzato dall’opinione pubblica mentre non è così per l’agricoltura, anche se la tecnologia è esattamente la stessa. A dirlo è la professoressa Annalisa Polverari dell’Università di Verona, a margine della giornata di studio “Razionalizzazione delle attività di controllo dei parassiti nelle colture e negli allevamenti” che si è svolta lo scorso 6 novembre all’Accademia dei Georgofili.

Facendo riferimento al noto caso del bambino siriano affetto da una grave malattia genetica, l’epidermolisi bollosa giunzionale, che causa un progressivo distacco della pelle, il quale è stato curato grazie alla terapia genica, sottoposto ad un trapianto di pelle geneticamente modificata, ha dichiarato Polverari: “Il patrimonio genetico compromesso delle cellule di questo bambino è stato sanato inserendo le copie corrette dei geni difettosi. Eppure, nel caso delle malattie umane la percezione beneficio-costo da parte dell’opinione pubblica è molto elevata, mentre nel caso delle piante che tutti noi mangiamo questa percezione è molto vaga e il singolo consumatore è spesso inconsapevole di quanto può essere importante una produzione agraria più rispettosa dell’ambiente grazie alle nuove tecnologie che danno agli agricoltori gli strumenti per produrre in maniera sostenibile. Attualmente molti fitofarmaci sono stati revocati in quanto tossici e quindi mancano molecole attive efficaci, oltre a questo i cambiamenti climatici aumentano la pressione di molti patogeni: l’agricoltore non riesce più a produrre in quantità né ai costi ai quali siamo abituati. La sostenibilità deve necessariamente diventare un problema del singolo cittadino e consumatore in un mondo in cui c’è bisogno di produrre di più utilizzando meno input: questo possiamo farlo soltanto con la ricerca nel settore delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA) che permettono di potenziare geni già presenti nel patrimonio genetico delle singole piante per renderle più resistenti nei confronti degli stress biotici e abiotici, soprattutto in tempi brevi. Le varietà resistenti si sono infatti prodotte da sempre tramite incrocio ma questa è una procedura che richiede troppo tempo, cosa che oggi non abbiamo”.

Fonte: Giulia Bartalozzi, Ufficio Stampa Accademia dei Georgofili
e-mail: ufficio.stampa@georgofili.it