Parte prima di “Innovazione e tecnologia in Agricoltura e Ambiente”. Il Suolo
Parte prima di "Innovazione e tecnologia in Agricoltura e Ambiente. Il Suolo
Parte prima di "Innovazione e tecnologia in Agricoltura e Ambiente. Il Suolo
Parte seconda di "Innovazione e tecnologia in Agricoltura e Ambiente". L’acqua
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Parte III cap.3 Applicazioni innovative di sostenibilità ambientale
3.1.7 I fitofarmaci commerciabili
Le vie d’ingresso nell’organismo dei pesticidi sono tre: aerea, cutanea e orale.
Per gli agricoltori la via principale è quella cutanea, che supera di 100 volte l’esposizione per via aerea. L’esposizione cutanea non risulta essere ovviamente uniforme, infatti dipende dal tipo di lavoro svolto da ogni operatore. La parte del corpo maggiormente esposta dipende dal tipo di impiego e dal ruolo dell’operatore.
La contaminazione può avvenire durante:
L’impiego di indumenti idonei purtroppo non garantisce una protezione assoluta anche in assenza di incidenti.
Gli agricoltori che impiegano fitofarmaci in zone chiuse, quali serre o silos, oppure che applicano fumiganti, saranno maggiormente sottoposti ad una contaminazione per via aerea.
In generale, per i non addetti ai lavori, la contaminazione avviene principalmente per via orale, ovvero per via alimentare.
NSERM 2013 2013 "Pesticides: Effets sur la santé", sintesi e pubblicazione completa (in francese)
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I rischi potenziali connessi all’utilizzo delle acque irrigue e le relative limitazioni d’uso sono riconducibili essenzialmente a tre differenti categorie:
A volte l’effetto negativo su determinati aspetti si riflette in un effetto positivo su altri; è il caso della presenza di sali in elevate concentrazioni. Tale condizione si riflette negativamente sulle colture sottoposte ad irrigazione con tali acque, ma nello stesso tempo, si manifestano azioni positive sulle caratteristiche fisiche del terreno in relazione all’effetto flocculante esercitato sulle particelle colloidali. Ciò porta alla formazione di aggregati più stabili, in grado di migliorare la struttura, favorire un miglior drenaggio ed un più efficiente scambio gassoso con l’esterno.
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I pesticidi interferiscono con iprocessi fisiologici di tutti gli organismi viventi, uomo compreso. In particolare agiscono sulla segnalazione nervosa od ormonale, sulla respirazione cellulare, sulla divisione cellulare o sulla sintesi delle proteine.
L’uso intensivo di pesticidi è causa di molteplici e crescenti patologie, lo conferma un recente rapporto dell’INSERM francese (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale).
Residui di pesticidi si trovano praticamente ovunque, soprattutto nei corsi d’acqua, nelle falde freatiche e negli alimenti. Il corpo umano li assorbe e la loro presenza si può riscontrare nel sangue, nelle urine e nel tessuto adiposo con conseguenze per la salute umana. Il rapporto INSERM, basato su di un’analisi estesa e dettagliata di innumerevoli studi disponibili sull’argomento, evidenzia la stretta correlazione tra l’esposizione ai pesticidi e la crescente incidenza di alcune patologie quali morbo di Parkinson, cancro della prostata, linfoma non-Hodgkin, mieloma multiplo e leucemia.
Le persone più a rischio sono prevalentemente i coltivatori diretti, gli operai agricoli, i dipendenti dell’industria dei pesticidi, i giardinieri e gli addetti alla disinfestazione. Ma anche il resto della popolazione è esposta ai pesticidi e ne può subire le conseguenze negative. In questi casi l’esposizione avviene principalmente attraverso l’assunzione di alimenti contenenti residui di pesticidi, impiego domestico o nel giardinaggio di pesticidi, contatto con animali domestici sottoposti a trattamenti antiparassitari, contaminazione generica di acqua e aria.
L’effetto sulla salute umana dei pesticidi può essere immediato o a medio termine, quest’ultimo avviene quando si ha un’esposizione continuata, e può avere le caratteristiche di una intossicazione acuta. Il profilo tossicologico in questo caso è ben noto, come conseguenza si hanno delle intossicazioni sistemiche, che possono portare anche alla morte, ma più frequentemente provocano degli effetti allergizzanti, dermatologici e respiratori. Più complicata è invece la situazione quando si è di fronte ad una combinazione di sostanze differenti a dosi limitate. Il rapporto dell’INSERM raccoglie molti studi effettuati su diversi soggetti sottoposti a esposizione cronica: agricoltori, altri professionisti a continuo contatto con pesticidi, gente comune e popolazione a rischio, quali bambini e donne in gravidanza. Le malattie particolarmente studiate sono quelle collegabili a disturbi neurologici, all’insorgenza di tumori, alle alterazioni all’apparato riproduttivo e alla crescita.
Le tabelle presenti in allegato riportano i risultati pubblicati nel rapporto INSERM sull’effetto riscontrato sulla salute degli esseri umani divisi per categorie a seguito dell’esposizione a diverse famiglie di pesticidi.
Gli effetti sono classificati nel seguente modo:
a. ++ chiare evidenze di correlazione tra esposizione e malattia
b. + discrete evidenze di correlazione tra esposizione e malattia
c. ± non chiare evidenze di correlazione tra esposizione e malattia
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I prodotti antiparassitari possono essere di origine animale o vegetale ed essere impiegati in trappole o distributori automatici, si possono spargere direttamente sulle colture, si applicano direttamente sui semi oppure si trattano gli alberi con pennellature e iniezioni.
Le modalità di impiego sono regolate da precise norme.
Le trappole e/o i distributori automatici devono essere tali da impedire che le sostanze si diffondano nell’ambiente o entrino in contatto con le coltivazioni. Inoltre particolare attenzione deve essere posta nella raccolta e nello smaltimento delle trappole stesse.
Gli antiparassitari di impiego diretto sulle colture possono essere:
I semi possono venire protetti con sostanze pesticida prima della semina tramite un meccanismo detto di concia.
Il trattamento del fusto degli alberi con pennellature e iniezioni di pesticidi vengono in genere effettuate a scopo preventivo.
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Nella scelta dell’antiparassitario ha fondamentale importanza la scelta del rapporto fra principio attivo e pianta da trattare. Di solito si distingue:
Di fatto, bisogna tenere presente che tutti i principi attivi possono essere in qualche modo sistemici e che la traslocazione avviene secondo flussi preferenziali. Nella maggior parte dei casi la traslocazione avviene dal basso vero l’alto, seguendo le trachee che trasportano la linfa grezza dalle radici verso le foglie (sistemici acropeti). Solo poche molecole sono sistemiche basipete, cioè vanno preferenzialmente dall’alto verso il basso e alcune molecole come il phosetyl alluminio presentano una traslocazione bidirezionale.
Nello scegliere l’antiparassitario sistemico è quindi necessario intersecare le informazioni sulla posizione dell’infezione con il metodo di irrorazione utilizzato e quindi scegliere il principio attivo anche in base al tipo di traslocazione necessaria.
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