La lezione della Marmolada

Di Mauro Varotto


La lezione della Marmolada
Autore Mauro Varotto
Editore: People
Collana: L’Altra Montagna
Data di Pubblicazione: 25 luglio 2025
Pagine: 128
Formato: brossura
Argomenti: Riscaldamento globale, Sostenibilità
Prezzo di copertina € 14,00
EAN:9791259793188

M iniziale della Montagna contesa fra Trentino e Veneto come se fosse un campo da gioco, M formata dalle due punte più elevate, Punta Penia e Punta Rocca (Rocia in ladino), M come il logo di un’impresa di funivie!

E 2050 metri più in basso, il passo di Fedaia dove si trova ancora il cippo confinario tra le Terre della Serenissima e quelle dell’impero Asburgico! Confine anche tra due bacini idrografici importanti Piave e Adige. Ci piace pensare al confine come linea che unisce non che separa. Punta Penia in linea d’aria dista 200 m da Punta Rocia. Il ghiacciaio le unisce non le divide.

Marmolada: è comoda la cabinovia che scarica a raffica turisti, più o meno equipaggiati, nel grande terrazzo panoramico. Qualcuno si dirige verso il percorso museale della grande guerra. Per le generazioni passate ricorda il sacrificio di tanti giovani soldati, austriaci, ungheresi, italiani morti in battaglia o travolti da slavine, valanghe e frane che distruggevano i baraccamenti. Sì la regina delle Dolomiti era viva e come tutti i ghiacciai si muoveva.

Ma per la maggior parte delle persone la Regina delle Dolomiti richiama lo spettacolo delle piste da sci e i paesaggi impagabili che si possono godere dal grande terrazzo panoramico. Le tragedie della Grande Guerra, e quella, più vicina del Luglio 2023, sono lontane!

L’autore ci porta a ragionare su ciò che accade sulla Marmolada e su tutti i ghiacciai alpini, sulle concause, passando da un piano topografico a uno topologico ovvero del paesaggio e delle sue caratteristiche per individuare e definire i varî tipi di forme del suolo. Tutti noi dobbiamo allargare l’orizzonte temporale, pensare oltre! La montagna tutta, con ghiacciai o no, con rocce dolomitiche o metamorfiche ha una vita, un’esistenza che muta in tempi lunghi. Solo i Sapiens hanno un orizzonte limitato al “qui e ora”: conta divertirsi ora lanciandosi sulle piste innevate artificialmente, conta mandare selfie e postare video, per diventare attori, certo anche dello sfacelo!

Qui e ora richiama una delle leggende più note sull’origine della Marmolada che l’autore riporta forse proprio come esempio per il tempo presente. In un passato non recente i prati della Marmolada erano verdi, producevano fieno per le mucche. I contadini su quei prati falciavano, seccavano, raccoglievano e riempivano i tabià (fienili) di scorte di fieno per l’inverno. Veneravano la Madonna della Neve alla quale dedicavano il 5 Agosto una grande cerimonia con processione proprio su quei prati rigogliosi. “Ma un 5 agosto il cielo si oscura e minaccia pioggia. Una proprietaria di prati nobile e ricca, lascia la cerimonia e si affretta a raccogliere il suo fieno per portarlo al riparo nel suo tabià: Urlando madona dea neve de qua, madona dea neve de ea, el me fen sta ben nel tabià. In ladino significa solo che il fieno sta bene al coperto ma, leggenda vuole che poco dopo la neve scenda in modo imprevedibile e continuo fino a seppellire tutti e tutte! Lasciando sul pendio un ghiaccio eterno”. Una leggenda da cui trarre un notevole insegnamento. Il nostro pianeta non va trattato solo nel quì e ora ma per il futuro!

Il profitto è quello che muove qui e ora imprenditori e amministrazioni locali al di là e al di sopra della salvaguardia del sistema ghiacciaio.

L’autore con un team della facoltà di Geografia dell’università di Padova ha proceduto, la scorsa estate, al rilevamento dei movimenti e delle modifiche che intervengono sul ghiacciaio. Si tratta di numeri, quindi non discutibili, sui cambiamenti e sul ritiro del ghiacciaio stesso. Nel testo viene sottolineato come la copertura estiva dei ghiacciai con teloni geotessili, in uso su alcuni ghiacciai alpini, non sia certo la soluzione. Si tratta di un palliativo, i teloni geotessili salvano il business del turismo sciistico ma non sono la soluzione alla fusione del ghiacciaio. Il modo più efficace per salvare i ghiacciai è la riduzione delle emissioni di gas serra, nel tentativo di limitare il riscaldamento globale per i secoli futuri, non per la prossima stagione sciistica!

L’autore

Mauro Varotto è professore ordinario di Geografia e Geografia culturale all’Università di Padova. Ha coordinato e diretto il primo Museo universitario di Geografia in Italia, inaugurato a Padova nel 2019.

Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo “Viaggio nell’Italia dell’Antropocene” con Telmo Pievani e “Il Giro del mondo nell’Antropocene”; in entrambi i testi viene descritta l’ipotetica geografia locale e planetaria in cui le generazioni future potrebbero trovarsi a vivere.

Alberta