Lettere dalla Foresta
di Giancarlo Ferron

Autore: Giancarlo Ferron
Editore: Biblioteca dell’Immagine
Collana: inchiostro
Anno edizione: 2025
Pagine 160 con repertorio fotografico
Prezzo di Copertina € 16.00
ISBN 978-88-6391-382-8
Forse nascere e passare l’infanzia a Zovencedo, paese immerso nel verde dei Colli Berici ha conferito all’autore una particolare sensibilità. Si, perché tutti i suoi libri accompagnano il lettore in “ambiente” inteso come ecosistema. Ed è proprio dalla foresta che l’autore indirizza lettere, si può immaginare scritte a mano, proprio mentre si ferma a osservare una farnia o ad ascoltare il canto di un fringuello: quell’ambiente naturale che conferma apertamente essere il suo Rifugio, il suo spazio-tempo!
La prima lettera è indirizzata al naturalista, categoria di persone, spesso confinata in un recinto, forse a partire dal nome che sembra un dispregiativo, come tanti nomi che hanno quel suffisso. A noi piace pensare che queste persone appartengano alla categoria degli apripista, intesi come coloro che provano a cambiare la direzione di questa società consumista e autoreferenziale. Chi appartiene alla categoria dei “contestatori” delle regole imposte dalla società attuale viene visto come un diverso, pensiamo a quanti hanno scelto di nutrirsi solo di vegetali come i vegetariani, o a quanti scelgono di muoversi solo con i mezzi pubblici, in bicicletta o piedi. A volte si sentono isolati dai centauri rombanti che salgono i tornanti di un noto passo dolomitico mentre loro passo dopo passo e zaino in spalla affrontano il sentiero in salita che parte proprio dove loro hanno parcheggiato le moto! Ma parlare con questi centauri potrebbe, forse, aprire la mente!
Così come può aprire la mente parlare con un bracconiere o cacciatore. L’autore, come precisa e puntuale guardia forestale quando era in servizio, provava a capire le ragioni dell’anziano bracconiere cresciuto in montagna dove non era sempre facile trovare cibo. Nella lettera al bracconiere, infatti, dimostra “comprensione” verso questo anziano, mentre non c’è apertura nei confronti dei cacciatori che sparano a uccelli, cervi, camosci solo per il gusto di sparare, colpendo anche a caso: è importante portare a casa un “trofeo” per sentirsi bravi! L’autore descrive l’atroce morte cui va incontro un cervo con una zampa imprigionata in una trappola a scatto perchè non riesce a liberarsi.
L’ultima lettera di questo testo è dedicata al Santo, che più di ogni altro ha dedicato la vita a insegnare a tutti noi l’amore per la nostra terra, madre e sorella parlando agli uccelli, al sole, alla luna, al lupo. Forse questa può essere la via per tornare a far parte dell’ecosistema, non come padroni, ma come una delle tante vite che lo compongono.
Ciascuna lettera è pervasa da amore e attenzione ma non mancano di esplicite denunce contro i comportamenti umani nei confronti della fauna selvatica.
La natura, l’ambiente, il paesaggio, l’ecosistema vanno conosciuti e amati, solo così si potrà dare un futuro a quella bambina cui l’autore dedica proprio una lettera piena di speranza.
Il testo si conclude con un repertorio fotografico con didascalie che aumentano la conoscenza delle creature che dobbiamo imparare ad amare e a rispettare, compresi orsi e lupi contro i quali si combatte una guerra priva di giustificazioni.
Guardiacaccia professionista della Polizia provinciale di Vicenza per oltre 33 anni ha protetto la natura applicando la legge e ha continuato a studiarla e a viverla ogni giorno con crescente passione. Oggi è in pensione e continua a studiare, osservare e a frequentare le montagne. Ha pubblicato dieci libri che parlano soprattutto della natura alpina, di bracconaggio e del rapporto uomo – animali, divulgando concetti scientifici unitamente all’amore per la natura e biodiversità.
Alberta
