Daniele Zovi Voci dal Bosco – incontri silenziosi con piante alberi

Autore: Daniele Zovi

Illustratore: Giuliano Dall’Oglio

Editore: CAI Edizioni Collana: Il Rifugio delle Idee

Anno edizione: 2025

In commercio dal: 29 gennaio 2025

Pagine: 96 illustrazioni a colori. In brossura

Prezzo di copertina € 12

ISBN: 9788879821568

Incontrare un albero, abbracciarlo, provare a sentire la sua voce. Qualcuno ci prova davvero con strumenti sofisticati, e per conoscerlo meglio, usiamo la dendrologia per dargli un’età! Tranquilli non dobbiamo abbattere gli alberi per contare gli anelli di crescita. Attualmente, con precisone chirurgica, si possono estrarre carote di legno che permettono di contare e misurare gli anelli di crescita senza danneggiare l’albero.

Per chi vive a nord della nostra lunga penisola, il primo bosco cui si pensa è la Foresta del Cansiglio, visibile dal campanile di San Marco nei giorni sereni. La vedevano i dogi tra il monte Cavallo e Col Visentin, quella macchia scura patrimonio del ducato del Friuli e poi della Serenissima repubblica veneziana che deve il proprio sviluppo e ricchezza a quella risorsa naturale. Barche, remi, galee sono del legno di quella foresta. Sfruttamento e gestione regolamentati, la risorsa preziosa veniva protetta. E tuttora questo patrimonio, a cavallo tra le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, viene gestito e curato.

Chi invece, percorrendo lo stivale verso sud, arriva in Basilicata a Policoro vicino a Matera può immergersi nel “Bosco Pantano” foresta planiziale tra i fiumi Sinni e Agri. Una delle poche foreste sopravvissute alle bonifiche, attualmente Riserva Regionale orientata, ora presa in carico dagli amministratori locali per lavori di ricarica della falda che si abbassa sempre più. Custodisce un grande patrimonio di insetti come il coleottero Rosalia Alpina specie protetta, e il lepidottero Monarca africana farfalla migratrice che arriva dall’Africa, presente da poco in questo ambiente. Un fascino arcano tra i sentieri che permettono di osservare diversi habitat, le tracce di un istrice, una lontra che esce dall’acqua, immersi nei profumi di macchia mediterranea lentisco, alloro, mirto fino ad alzare lo sguardo in una radura per abbracciare una superba farnia.

Scendendo oltre lo stivale, in Sicilia troviamo realtà difficili da immaginare, l’autore definisce questa terra “esagerata”. I suoi pendii sono aridi e ingialliti a quote basse ma non è così nelle terre alte verdi, rigogliose e varie. Nella catena dei Nebrodi è un susseguirsi di macchia mediterranea sempre verde con leccio e sughera associata a roverella e a quota 1200 tassi meravigliosi per forma e vetustà, sulle Madonie agrifogli giganti alti oltre 15 m. E la straordinaria vita della Betula aetnensis esempio di adattamento e resilienza sulle nere lave dell’Etna dove è accompagnata dalle più basse e modeste piante pioniere come muschi e licheni. E a Palermo? I monumenti viventi come i 4 ficus, il più imponente quello di Villa Garibaldi con 36 metri di circonferenza e radici che scendono lungo il tronco con la certezza di trovare terreno da cui nutrirsi.

La resilienza dei vegetali, e degli alberi in particolare, ci fa sperare che qualsiasi cosa faranno i Sapiens a questo nostro pianeta, loro saranno in grado di adottare strategie di adattamento. Un esplicito invito a riflettere sul nostro rapporto con questi esseri viventi fondamentali per la nostra esistenza. Riflettere su come li trattiamo, sfruttiamo, utilizziamo. Come in tutti i suoi saggi, l’autore oltre alla profonda conoscenza di questi esseri viventi, rende la lettura coinvolgente attraverso personali esperienze e aneddoti legati alla storia antica, alle credenze popolari. Scrive sempre di esperienze personali vissute che condivide con un target che possiamo definire eterogeneo: dall’amante della natura, al botanico, allo studente, allo studioso e al camminatore curioso.

Alberta