La battaglia dei semi di Ginnandrea Mencini Elena Ciccarello

Autore: Giannandrea Mencini
Prefazione Elena Ciccarello
Genere Scienze e Tecnica» Agricoltura»
Agricoltura biologica
Editore Kellermann
Collana Umano troppo umano
Pubblicato 09/04/2025
Pagine 288 Formato Brossura
Prezzo di copertina €18.00
ISBN 9788867671557

Parole chiave: semi, monocolture, multinazionali, fitofarmaci, agroindustria.

Battaglia dei semi, un titolo che lascia immaginare, mercato, speculazione, contese e parti lese, sempre le più deboli, sempre gli agricoltori.

Il mercato dei semi e degli agroframci ha interessi comuni e chi produce i primi si occupa anche dei secondi. Prendiamo un grano selezionato, rende molto bene il primo anno con i dovuti interventi di concimazione, diserbo, trattamenti antiparassitari/anticrittogamici. Il secondo anno può ancora essere produttivo, ma al terzo anno è necessario, fornirsi di nuove sementi e ricominciare da capo. Uno può subito chiedersi che senso ha? Chi ne ha un adeguato profitto? Risposta scontata: le multinazionali. Le terre agricole, gli insetti utili (le api, le coccinelle, i bombi) certamente hanno solo conseguenze negative. L’agricoltore che qualche decennio fa era anche apicoltore non può certo far convivere le due attività.

Una premessa necessaria che porterebbe a un prospettiva del tutto negativa per il futuro ma l’autore apre un orizzonte, a dire la verità più di uno, da nord a sud della nostra penisola, raccontando il suo lungo viaggio, i suoi incontri con agricoltori “diversi” per un’agricoltura “diversa”. Protagoniste le terre alte a partire dall’Agordino percorso da due fiumi Cordevole e Biois, con i suoi pendii aspri ma fertili. E a San Tomaso agordino descrive una realtà nuova e nel contempo antica! Il paesaggio amato da tanti camminatori e amanti della natura, viene arricchito da coltivi realizzati con semi antichi. L’autore visita diverse realtà dal Vecio Pomer a Custodi della natura, per citarne solo alcune, che forniscono al lettore non solo conoscenza ma anche speranza.

Tra la Val Bormida e le colline torinesi facciamo conoscenza con altre realtà come l’azienda che alleva capre Roccaverano, razza rustica che sfrutta bene i pascoli e si accontenta anche delle secche sterpaglie estive, con il suo latte, si produce il formaggio Roccaverano DOP. Accanto e con intrecci di collaborazione ci sono, nella Valle, realtà che dimostrano come la coltivazione di semi antichi ripaghi gli sforzi volti a mantenere la biodiversità e la qualità dei prodotti locali.

L’autore continua il suo viaggio e ci fa ritrovare i grani antichi, come il Solina coltivato in Abruzzo fin dal 1500. Attualmente, grazie all’impegno di alcuni agricoltori diventati “agricoltori custodi” si produce e si risemina Solina, un grano di montagna che si adatta a queste terre senza bisogno di trattamenti chimici.

Descrive le realtà agricole alla periferia di Roma e arriva in Calabria dove scopriamo la Cooperativa Della Terra Contadinanza Necessaria che si occupa di agricoltura sociale e agroecologia. Realtà attiva anche contro lo sfruttamento lavorativo nella piana di Gioia Tauro. Il Consorzio Macramè opera nei terreni confiscati all’ndrangheta. Custodisce e usa con buoni risultati semi antichi anche di pomodoro.

A quante riflessioni conduce questo testo. Quanto siamo responsabili noi consumatori che al supermercato cerchiamo e troviamo il barattolo di passata a 60 centesimi di euro. Siamo consapevoli di aver risparmiato qualche euro e di aver contribuito allo sfruttamento della manodopera e all’uso di fitofarmaci?

Ciascun consumatore può e deve fare scelte responsabili. Ad esempio con i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) si sostengono i produttori locali, privilegiando la filiera corta e i principi di equità, solidarietà e sostenibilità. Le numerose interviste ai protagonisti dell’agricoltura e allevamento locali rendono il testo gradevole perché conoscere significa apprezzare, rispettare e condividere.

Alberta