Volare oltre il cielo: i segreti dell’esplorazione spaziale di Paolo Ferri

Volare oltre il cielo: i segreti dell’esplorazione spaziale.  
Paolo Ferri
Scienza e Divulgazione scientifica
Collana Scienza e idee  
Raffaello Cortina Editore
01/2025   Libro in brossura Pagine 270

Prezzo di copertina € 23,00  

ISBN 9788832857207

Conosciamo sufficientemente bene il pianeta in cui viviamo, tanto da poter dire che si tratta di uno spazio finito. Tuttavia lo spazio di cui parla l’autore è lo spazio di fuori. Outer space fuori dall’atmosfera che circonda il nostro pianeta. Atmosfera che ha permesso e permette lo sviluppo delle diverse forme di vita. Si, certo possiamo volare nell’atmosfera, fin da Icaro è stato un sogno dell’umanità, divenuto negli ultimi decenni una realtà. La struttura degli aeromobili, in particolare le ali, è realizzata in modo tale da sfruttare la spinta di Archimede e il secondo principio della dinamica newtoniana (azione-reazione): questo permette il decollo di un Boing, la cui massa non è proprio quella di un fringuello. Finché siamo nel nostro guscio gassoso, questo è possibile. Ma come facciamo a uscirne? Come in tutti i suoi libri, Ferri ci prende per mano e con semplicità ci fa vincere la forza di gravità che ci tiene legati con i piedi per terra.

Ecco quindi la propulsione: i razzi partono verticali e la spinta del carburante permette loro di uscire nello spazio oltre e iniziare a ruotare intorno al nostro pianeta piazzandosi in una specifica orbita calcolata. Nel testo troviamo la foto dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea, che immortala la rete di satelliti del sistema europeo Galileo che fa ben comprendere cosa e quanto ci gira attorno: satelliti artificiali che hanno molteplici funzioni a iniziare dalla registrazione dei dati sul clima. L’autore sottolinea che ciascun satellite ha la sua propria posizione di rotazione, appena finisce il suo tempo diventa pattume che si disperde e la sua posizione viene immediatamente presa da un altro satellite. Al lettore comune viene da chiedersi: ma quando osserviamo un cielo stellato e individuiamo la costellazione di Orione e il Grande Carro, siamo certi di individuare le stelle di cui conosciamo i nomi fin dalla scuola? O c’è pure il nostro zampino? E nel deserto di Atacama? Domande, ancora domande!

E le missioni spaziali con astronauti? Sono passati 64 anni dall’avventura di Gagarin, primo uomo nello spazio. Altra domanda: lo spazio cosmico è accogliente? Raggi ultravioletti, niente ossigeno, ambiente non adatto allo sviluppo della vita come la conosciamo. Il vuoto cosmico, che non è nemmeno tale, non è certo congeniale alla vita. Ma i Sapiens sono “curiosi” vogliono sapere se si può vivere oltre il piccolo pianeta Terra e oltre il nostro sistema solare. Negli ultimi decenni ESA addestra i propri astronauti presso il Centro Europeo Addestramento Astronauti (EAC, European Astronaut Centre) di Colonia in Germania. Qui anche astronauti di altri paesi partner ricevono la formazione per l’utilizzo degli elementi europei della ISS (Stazione Spaziale Internazionale), come il laboratorio Columbus o l’ATV. Gli astronauti italiani fanno parte del gruppo che, oltre a supportare i voli di assemblaggio della Stazione Spaziale, sono membri regolari degli equipaggi internazionali permanenti.

Questo testo ci aiuta a conoscere le missioni di sonde, ad esempio Rosetta, la pietra angolare del programma ESA Horizon 2000 per l’esplorazione dei corpi minori del Sistema Solare la cui missione, iniziata nel 2004 conclusa nel 2016, era lo studio della cometa 67P.

Porsi domande e trovare o anche solo immaginare risposte è intrinseco alla natura umana. Andremo ancora leggeri a calpestare il suolo lunare, certo! Forse più complesso sarà “ammartare” ovvero arrivare su Marte con una confortevole navicella e colonizzare… ma chi non ha letto “Le sfide di Marte”, scritto sempre dal nostro autore, sembra non saperlo!

L’autore ci fa avvicinare a un mondo lontano e ostile interponendo nell’impegnativo testo, sette intermezzi nei quali racconta in prima persona esperienze che lo hanno entusiasmato e non mancano di entusiasmare il lettore.

Una ventina di foto a colori, compreso un vassoio con le confezioni di cibo per gli astronauti a bordo della ISS attraggono e aiutano la comprensione del testo.

Alberta

La materia del mondo

Ed Conway
La materia del mondo
Una storia delle civiltà in sei elementi
Traduzione di Stefano Travagli, Anita Taroni
Marsilio Editore 2023
pp. 448
20 euro

Viviamo immersi in una realtà virtuale sempre più avanzata con gli occhi miopi, non ci rendiamo conto che beni e servizi intangibili, essenziali per la nostra quotidianità, non potrebbero esistere senza le sei sostanze materiali protagoniste di questo saggio: sabbia, sale, ferro, rame, petrolio e litio sono la Materia del Mondo, è difficile immaginare la civiltà moderna senza di esse, questa è la tesi di Ed Conway. Ci sono altri elementi, composti e sostanze quali ad esempio boro, stagno, alluminio, platino e metalli affini, cromo, cobalto, o terre rare come il neodimio, usato nei supermagneti, che hanno un ruolo importante sia per la fabbricazione di prodotti indispensabili che per la fornitura di servizi necessari al mondo moderno; tuttavia, possiamo continuare a fabbricare batterie senza cobalto, produrre cuffie e motori elettrici senza magneti sia pure con qualche rinuncia a raffinatezza dei modelli o tecnologia. I sei protagonisti di questo libro sono basilari e perciò i più difficili da sostituire. “Queste sei sostanze costituiscono la trama della civiltà: senza, la vita quotidiana così come la conosciamo si disintegrerebbe”. Conway ci fa partecipi del suo viaggio esplorativo dentro questi sei materiali, dal monte Tenabo, in Nevada, alla costa orientale dell’Inghilterra, dal deserto di Atacama (El Salar) in Cile, che è la più grande fonte di litio al mondo, a Mariupol, e nelle profondità dell’Atlantico. Ne segue la vita dal loro primo uso fino ai nostri giorni quando hanno assunto un ruolo chiave nelle tecnologie d’avanguardia. Hanno trasformato prodotti complessi in agili strumenti quotidiani, vedi la funzione dei chip di silicio all’interno dei nostri computer e smartphone, i transistor che oggi sono più piccoli di un virus e di un globulo rosso…. Racconta degli imperi che hanno fatto crescere e scomparire; delle città che abbiamo costruito e distrutto; delle guerre che per essi si sono combattute; delle razzie per l’insaziabile sete di sabbia, ad esempio, da parte di criminali che uccidono per questi granelli di silicio e vendono la sabbia al mercato nero; del clima che hanno modificato ma che forse contribuiranno a salvare perché “sono gli eroi mai celebrati” della civiltà moderna, dice Conwell con visione ottimistica.
“La materia del Mondo” è il libro vincitore del “Premio letterario Galileo di divulgazione scientifica” 2024. Come lo stesso Conwell scrive, la sua figura professionale non può ascriversi in una specifica categoria scientifica o letteraria, lui è un giornalista, un reporter britannico che raccontando la storia del mondo materiale spazia tra geologia, ingegneria, storia, economia, politica, scienza dei materiali, fisica e biologia, problemi ambientali. Cerca e descrive la rete di connessioni tra tali ambiti, importanti per lo sviluppo e i cambiamenti futuri. Il suo viaggio letterario è pure frutto di centinaia di contatti con ambientalisti, politici, imprenditori e anche minatori e ingegneri che lavorano per trasformare i materiali a beneficio delle nostre vite.

Etta Artale

Tutti i mondi possibili un’avventura nella grande biblioteca dell’evoluzione

di Telmo Pevani

Tutti i mondi possibili
Un’avventura nella grande biblioteca dell’evoluzione
AutoreTelmo Pievani
Filosofia della scienza Scienza e Divulgazione scientifica
Storia della Scienza Storia delle idee

Raffaello Cortina Editore

Pagine 189 in brossura

Pubblicazione 08/2024
Prezzo di copertina € 15,00

ISBN 9788832856873

Labirinto, groviglio, caos, collo di bottiglia, strada in discesa, parole chiave che possono stimolare la lettura di questo testo snello e maneggevole. Ma è davvero snella e in discesa la strada dell’evoluzione dei viventi? La natura si districa tra tentativi ed errori come gli umani, i più evoluti, o che si credono più o meno convintamente tali.

La metafora con la biblioteca scoperta per caso dalla giovane e curiosa lettrice Frances Arnold, contiene migliaia di volumi con altrettante migliaia di parole scritte con un alfabeto di 25 lettere! E basta una sola virgola per cambiare il senso di una frase o una sola lettera per cambiare il senso di una parola. Arriviamo a numeri con potenze di 10 con troppi zeri! Tanto da formare una biblioteca così grande da trasformarsi in “Babele”. È proprio il libro di Jorge Luis Borges che suggerisce di comparare il linguaggio umano al processo evolutivo naturale e contribuisce ancora una volta a fare dei sapiens dei protagonisti consapevoli o meno di quanto è accaduto in milioni di anni e ancora accade sotto i nostri occhi. Linguaggio codificato che distingue ma con molti dubbi i Sapiens dagli altri viventi. Chi dice che gli alberi non comunichino con un loro codice? Chi dice che gli elefanti non si chiamino per nome? Ma la metafora del linguaggio inteso come variabile e variante ci accompagna alla scoperta che davvero l’evoluzione è un gioco di pedine: dalle proteine ai geni ai cromosomi, e alle loro quasi infinite combinazioni. Darwin era convinto che l’evoluzione percorresse una strada “tracciata” senza possibilità di curve o colli di bottiglia nessun vivente poteva “tornare indietro” ma John Maynard Smith aveva fantasticato sull’esistenza di un’analoga libreria: piena non di libri, ma di proteine. Più di recente, alcuni biologi hanno ricostruito lo spazio combinatorio ideale il morfospazio di tutti gli animali e di tutte le piante possibili. Possibili significa che si può anche tornare indietro o imbottigliarsi come il traffico in città e trovare una svolta che ci liberi dall’impasse.

Pertinente la citazione di Italo Calvino che considerava labirinto la società moderna e veloce post-rivoluzione industriale nella quale l’individuo è destinato a perdersi tra un’intricata rete di informazioni fulminee e discordanti, dove trovare punti di riferimento per orientarsi, è una sfida quotidiana.

E una sfida è sicuramente quella per la vita: superare le difficoltà per rendere il proprio corpo funzionale per la vita e per adattarsi all’ambiente senza soccombere. Partiamo dai primi tentativi di vita sulla terra, dai fossili che ci permettono di osservare i miglioramenti di quegli organismi che sono in grado di vivere centinaia di milioni di anni come le ammoniti, osservare come varia il disegno del loro guscio a spirale che via via si fa più complesso ed elegante. E lo svilupparsi degli organismi terrestri, dai goffi dinosauri erbivori ai veloci carnivori.

Ma qual è il senso, per la scienza, di immaginare mondi che non esistono per spiegare la realtà̀? Perché́ il morfospazio degli animali è pieno di zone vuote? Dopo più̀ di 40 anni di tenaci ricerche e di disavventure, quella giovane lettrice, Frances Arnold, dalla quale l’autore prende spunto, svelerà l’enigma e scoprirà forme e combinazioni che l’evoluzione non aveva ancora esplorato. E che la curiosità umana potrebbe esplorare.

Rileggendo questo libro ci viene spontaneo pensare che le combinazioni potrebbero essere svelate da algoritmi simili a quelli che AI è in grado di gestire. O forse è meglio lasciare la vita procedere per tentativi ed errori come fa orami da 4 miliardi e mezzo di anni. Telmo Pievani ci guida attraverso Babele per mostrarci quanto è vasto e sconosciuto il mondo del possibile che non si è ancora realizzato.

Alberta