Earth Day 2025, tra successi e contraddizioni


Di Alessandro Campiotti

La Giornata Mondiale della Terra è stata occasione di iniziative e dibattiti in circa 200 Paesi ed ha rilanciato l’obiettivo di potenziare la produzione mondiale di energie rinnovabili. Tuttavia, alcune contraddizioni della transizione energetica contribuiscono a ridurre l’attenzione di imprese e cittadini sui temi della sostenibilità socio-ambientale.

Foto di Alessandro Campiotti

Lo scorso 22 aprile è stata celebrata la Giornata Mondiale della Terra, istituita negli Stati Uniti nel 1970 a seguito di un disastro naturale provocato l’anno prima, nel 1969, dall’esplosione di una piattaforma petrolifera a largo della costa di Santa Barbara, in California. La contaminazione marina e costiera, causata dalla perdita di milioni di litri di petrolio, ebbe un tale impatto nell’opinione pubblica che il senatore Gaylord Nelson lanciò l’iniziativa di istituire una giornata che avesse la valenza di sensibilizzare la popolazione mondiale nei confronti dei temi legati alla tutela del pianeta.

Da oltre 50 anni, infatti, la celebrazione di questa giornata fornisce l’occasione a circa 200 stati di porre la questione della salvaguardia ambientale al centro del dibattito pubblico, incentivando l’organizzazione di numerose iniziative rivolte alla cittadinanza, con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza ecologica di adulti e piccini. Tra le iniziative più partecipate, anche quest’anno, figurano la pulizia di parchi e spiagge, la piantumazione di nuovi alberi, l’organizzazione di mercatini di prodotti sostenibili e poi ancora eventi culturali e didattici che hanno visto l’alternanza di momenti di formazione, riflessione e intrattenimento alla presenza di esperti del settore e divulgatori scientifici.

Il tema ufficiale dell’Earth Day 2025 è stato “our Power, our Planet” (Il nostro potere, il nostro pianeta), per sottolineare quanto l’essere umano e le attività antropiche siano responsabili dell’impatto ambientale esercitato sugli ecosistemi naturali e sulle specie animali e vegetali che li abitano. Per tali ragioni, tra i principali propositi avanzati quest’anno nell’ambito della Giornata della Terra, c’è l’accelerazione del processo di transizione dall’uso di energie fossili verso le energie rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 legate ai processi di combustione delle risorse naturali quali carbone, petrolio e gas.

A questo proposito, gli investimenti nel settore delle rinnovabili risultano crescenti da diversi anni, come dimostra l’aumento della quota di energia elettrica derivante da fonti alternative, che in Italia ha superato il 40% nel 2024. Allo stesso tempo, però, occorre far presente che non sempre alla quota di energia prodotta da fonti rinnovabili corrisponde una riduzione proporzionale dello stock di energia prodotto da fonti fossili. Infatti, come è stato recentemente sostenuto da Daniel Yergin (economista e ricercatore statunitense nel settore dell’energia) in un’analisi pubblicata dalla testata americana Foreing Affairs, l’attuale processo a cui stiamo assistendo somiglia più ad un’aggiunta energetica piuttosto che ad una transizione energetica.

Se il 2024 è stato l’anno in cui la produzione globale di energia solare ed eolica ha raggiunto livelli record rispetto al decennio precedente, un analogo incremento è stato conseguito relativamente alla produzione di energie derivanti da carbone e petrolio, ottenendo come risultato complessivo una maggiore richiesta energetica a sostegno di un pianeta sempre più abitato ed esigente di maggiori servizi. Tra questi, i sistemi di intelligenza artificiale, sempre più comuni tra le persone di ogni età, risultano un mezzo particolarmente dispendioso in termini di consumo energetico ed idrico. Per queste ragioni, diversi studi stimano che entro il 2030 l’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere una tale capillarità presso la popolazione da richiedere alcuni punti percentuali dell’intero stock di energia globale per il suo funzionamento.

Probabilmente la contraddizione dell’aggiunta energetica, insieme al rilancio massiccio delle fonti fossili da parte dell’attuale amministrazione americana, hanno contribuito a determinare il calo di attenzione registrato negli ultimi mesi presso cittadini e imprese nei confronti dei temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale. In questo contesto, pertanto, sarebbe opportuno che i diversi attori istituzionali intervenissero tramite campagne di informazione e formazione per fare maggior chiarezza presso l’opinione pubblica rispetto all’attuale stato in cui versa la comune sfida verso la transizione energetica, con l’auspicio di poter comunicare nella prossima Giornata Mondiale della Terra il raggiungimento di alcuni obiettivi concreti in materia di sostenibilità energetica ed ambientale.

Per approfondire:

Antonio Pascale, Transizione bluff. Tutti i paradossi del piano per azzerare le emissioni, Il Foglio, 24/03/2025 https://www.ilfoglio.it/economia/2025/03/24/news/transizione-bluff-tutti-i-paradossi-del-piano-per-azzerare-le-emissioni-7544699/

Daniel YerginPeter Orszag, and Atul Arya, The Troubled Energy Transition – How to Find a Pragmatic Path Forward, Foreign Affairs, 25/02/2025, https://www.foreignaffairs.com/united-states/troubled-energy-transition-yergin-orszag-arya

easy4green, Giornata della Terra 2025: cos’è, quando si celebra e tutte le iniziative in Italia, 10/04/2025https://easy4green.it/ambiente/giornata-della-terra-2025-cos-e-quando-si-celebra-e-tutte-le-iniziative-in-italia/

Ferruccio De Bortoli, L’inatteso crollo dell’attenzione alla sostenibilità, Corriere della Sera, 17/04/2025, https://www.corriere.it/frammenti-ferruccio-de-bortoli/25_aprile_17/l-inatteso-crollo-dell-attenzione-alla-sostenibilita-a262116d-a1b9-4bbf-b4fb-656dee6ecxlk.shtml

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Parchi d’affaccio fluviali: vere e proprie oasi naturali lungo il fiume Tevere


Di Alessandro Campiotti

Il Comune di Roma ha avviato una serie di interventi di bonifica e ripristino della natura lungo le sponde del fiume Tevere. Tra gli obiettivi della riqualificazione ecologica c’è la riconsegna alla cittadinanza di aree precedentemente degradate e l’erogazione di servizi ecosistemici.

Si chiama parco d’affaccio “Lungotevere delle Navi” il primo di una serie di interventi di riqualificazione ecologica attuati dal Comune di Roma lungo gli argini del fiume Tevere. Il progetto, finanziato con un investimento complessivo di 7,3 milioni di euro di fondi giubilari, prevede la bonifica di circa 20 ettari di terreni lungo le sponde fluviali, e la realizzazione di altri quattro parchi d’affaccio – la cui apertura dovrebbe avvenire entro il giorno di Pasqua – con l’obiettivo di valorizzare il tratto urbano del fiume.

Il primo dei cinque parchi, inaugurato a fine di marzo dal sindaco Gualtieri, sorge su un’area di 1,6 ettari, ed è frutto di un anno di lavori in cui la zona è stata sottoposta ad un rigoroso intervento di pulizia che ha consentito la raccolta di circa 700 camion di rifiuti. Successivamente, sono stati eseguiti interventi di piantumazione di specie erbacee e arboree autoctone ed è stata realizzata una passerella in legno di larice, che attraversa l’area naturale per 570 metri. Lungo il camminamento sono state create delle terrazze d’affaccio, concepite come aule didattiche all’aperto per le scolaresche, ma anche come spazi relax da cui ammirare il paesaggio, fare sport o dove isolarsi per qualche ora dal caos cittadino.

L’intervento, costato 800.000 euro, rappresenta un esempio di ripristino della natura in ambiente urbano, e per questo è stato realizzato secondo criteri di eco-compatibilità che hanno consentito unicamente l’impiego di materiali di origine naturale. Allo stesso tempo, un’area che si trovava in evidenti condizioni di abbandono e degrado è stata bonificata e rinaturalizzata in modo tale da recuperare la propria valenza naturalistica e tornare fruibile alla cittadinanza. La tutela del capitale naturale, infatti, è strettamente legata al benessere umano, e l’erogazione di Servizi Ecosistemici(SE), definiti come i benefici che le persone traggono dalla natura, favorisce la relazione tra società ed elemento naturale, funzionale allo sviluppo ecologico ed economico dei territori. Tra i principali SE figurano la regolazione dei processi ecologici, la fornitura di habitat per la biodiversità, la produzione di cibo e sostanze nutritive e poi ancora i benefici culturali, sociali, emotivi ed estetici, particolarmente rilevanti in ambito urbano.

In attesa dell’apertura dei prossimi parchi d’affaccio, l’Amministrazione dovrà rispondere alla sfida di garantire la giusta manutenzione di queste aree, che comprende tanto la cura del verde quanto la sicurezza del luogo. A questo proposito, sarà necessario stabilire un patto di collaborazione con le associazioni civiche e del terzo settore, per favorire l’organizzazione di iniziative ed attività volte a valorizzare i servizi ecosistemici socio-culturali erogati dalla piccola oasi naturale, ed in questo modo salvaguardarla da elementi di degrado e migliorare la fruizione per cittadini e turisti.


Per approfondire:

https://www.comune.roma.it/web/it/notizia/lungotevere-delle-navi-apre-il-parco-daffaccio-marzo-2025.page

https://www.comune.roma.it/web/it/notizia/tevere-inaugurazione-primo-parco-daffaccio.page


Foto di Alessandro Campiotti

Centro Studi l’Uomo e l’Ambiente Facebook

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Società Benefit: le imprese che promuovono benefici socio-ambientali

Di Alessandro Campiotti

Nate negli USA quindici anni fa, le società benefit si sono presto diffuse nei Paesi dell’Unione Europea (UE), dove l’Italia ha fatto da apripista nel 2016. Oltre a generare profitto, l’equità sociale e la sostenibilità ambientale sono due requisiti necessari ad ottenere l’ambito riconoscimento legale.

Promozione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 in un edificio di Granada (Spagna)


Più eque ed inclusive, più redditive e sostenibili, sono le società benefit, un modello di business in crescita negli ultimi anni, che si distingue dalle imprese tradizionali in quanto oltre a perseguire il profitto economico, abbraccia una serie di obiettivi che vanno dall’equità sociale alla sostenibilità ambientale. Introdotte nel 2010 negli Stati Uniti come “B Corporation”, le società benefit (SB)sono arrivate in Europa solo alla fine del 2015, quando l’Italia, su spinta di un eterogeneo gruppo di portatori di interesse, è stato il primo Paese a riconoscere e regolamentare questo nuovo modello d’impresa, rendendolo effettivo a partire dal gennaio del 2016. Da allora, dopo alcuni anni di lenta e timida crescita, le SB hanno iniziato a prendere piede in diversi settori – informazione, manifattura, commercio, costruzioni e professioni – e nel 2024 hanno superato la quota di 4500, con 217.000 addetti e un fatturato complessivo di 62 miliardi di euro. In Italia, oltre due terzi delle SB sono diffuse nelle regioni settentrionali e solo un terzo nel resto della Penisola, mentre circa il 70% sono rappresentate da microimprese, con una dimensione aziendale limitata a meno di dieci dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro.

Ma cosa distingue una SB da una società tradizionale? E quali ragioni spingono sempre più imprese ad intraprendere un processo di transizione per ottenere tale riconoscimento legale? Le SB sono nate per rispondere al crescente interesse della società nei confronti dei temi legati alla sostenibilità socio-ambientale, ed in questo contesto numerose realtà aziendali hanno preso parte alla transizione in atto, impegnandosi a promuovere un ventaglio di benefici di interesse comune, che abbiano un impatto positivo su persone, territori, ambiente, beni culturali e associazioni. Per tali ragioni, le società di persone o di capitali che decidono di costituirsi come SB, oltre a bilanciare la ricerca del profitto con l’accantonamento di una quota di spesa da destinare annualmente a beneficio della collettività, devono adottare pratiche di produzione sostenibili, trasparenti e con elevati standard etici.

Per verificare il rispetto di questo protocollo, ogni anno le SB hanno l’obbligo di redigere una Relazione di impatto pubblica in cui descrivere e rendicontare dettagliatamente le azioni svolte ed il relativo impatto sulla comunità di persone e sull’ambiente per l’anno in corso e per quello successivo. La stima dell’impatto deve fare riferimento ad uno standard di valutazione sviluppato da un soggetto terzo rispetto all’azienda, che tenga in considerazione cinque aree di intervento – governance, persone, comunità, ambiente e clienti – con un approccio scientifico e multidisciplinare tale da eseguire una stima realistica in termini di riduzione dell’impatto socio-ambientale. Dal 2020 è possibile implementare la valutazione delle performance di sostenibilità anche tramite l’SDG Action Manager, uno strumento operativo sviluppato dalle Nazioni Unite e B Lab che mette in relazione le strategie aziendali con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, per avere una panoramica di informazioni complessiva e intervenire in modo mirato sui punti di debolezza.

Nonostante il processo di valutazione annuale e le numerose incombenze burocratiche comportino un onere in termini di tempo e denaro per le imprese, sempre più soggetti decidono di costituirsi SB per mirare ad una serie di vantaggi a livello di crescita, occupazione, reputazione e competitività sul mercato. Le SB, infatti, risultano più appetibili sia per i giovani professionisti, che hanno l’opportunità di operare in un ambito professionale più in linea con il proprio bagaglio valoriale, sia per clienti ed investitori, sempre più attenti e interessati a sostenere pratiche di produzione ESG (Environmental, Social, Governance), anche a costo di pagare un prezzo maggiore per alcuni servizi. A sostegno di questa tesi, uno studio dell’Università degli Studi di Verona – Scuola di Economia e Management, ha constatato che le società che presentano elevati standard di sostenibilità risultano anche più solide e affidabili nel tempo, e per questo riescono ad ottenere un costo del capitale più basso, risultando più sostenibili anche sotto il profilo economico e finanziario.

Per approfondire:

Acta non verba – Idee di impresa, rete e cultura, Paper tematico Società Benefit, 2024, https://actanonverba.it/wp-content/uploads/2024/10/PAPER-SOCIETA-BENEFIT.pdf.

Corriere della Sera, Giulio Sensi, Imprese, se Benefit rende di più, 2025.

The Good in Town, Società Benefit: cosa sono, vantaggi, come diventarlo, 2023, https://www.thegoodintown.it/societa-benefit-cosa-sono-vantaggi-come-diventarlo/.

Immagine di intestazione di Alessandro Campiotti.

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