La Resilienza del Panda

La Resilienza del Panda – Storia di un animale che non dovrebbe esistere

Autore: Cyrille Barrette La resilienza del panda Traduzione di Elisabetta Garieri
Codice Edizioni
Ambiente e sviluppo Biodiversità Etologia Evoluzionismo Zoologia
Pubb: 10 settembre 2025 Pag. 160
Prezzo di copertina Euro: 17,00
ISBN: 9791254501412

Parole chiave: specie, adattamento, evoluzione, ecologia, habitat, etologia, filogenia, biologia, tassonomia-nomenclatura.

Prima di addentrarci nel mondo forse un po’ monocorde di quest’animale sottolineiamo che una “specie” è unica nella storia dall’origine all’estinzione, sia essa dovuta alla selezione naturale o dipenda da eventi esterni come è capitato alle ammoniti e ai dinosauri alla fine del cretaceo circa 66 milioni di anni fa. Queste due specie si erano evolute in modo adattativo egregiamente. Le prime popolavano i mari e si erano abbellite in milioni di anni rendendo la loro spirale abitativa molto più complessa rispetto alle prime ammoniti del Permiano. I secondi si erano ben specializzati differenziandosi nell’aspetto, dieta, ambiente di vita dalla terra all’aria. Estinti per cause “esterne”

Possiamo quindi parlare di evoluzione e adattamento come le principali strategie che consentono a una specie di vivere e di colonizzare un habitat.

Il secondo elemento importante è la tassonomia, meglio ancora nomenclatura. In qualsiasi ambito scientifico, dalla paleontologia alla botanica, è essenziale dare un nome. Sul nome del panda l’autore porta tanti esempi ma quelli che più restano impressi sono nigalya ponya in nepalese mangiatore di bambù da cui deriva Panda e gli ideogrammi cinesi che lo definiscono Grosso Orso Gatto.

L’autore ci aiuta attraverso specifici cladogrammi a risalire all’ipotetico antenato comune che presenta caratteristiche simili agli altri organismi della tassonomia. Uno di questi in particolare ci porta alla classificazione del Panda come specie appartenente al genere degli orsi. Ne deriva che il Panda è un Carnivoro, con la C maiuscola, mentre la sua dieta è esclusivamente a base vegetale. Gli altri componenti del genere, gli orsi, hanno diete molto diverse in base all’ambiente e all’ecosistema cui si sono adattati! L’orso polare è esclusivamente carnivoro, mentre l’orso bruno si trova in ecosistemi diversi e si può definire onnivoro. E il panda? Il suo apparato masticatorio si è evoluto in modo specifico, le sue mandibole e i suoi denti vengono utilizzati come un “pestello” adatto a ridurre in particelle piccole il cibo, costituto esclusivamente di bambù! È una buona soluzione per digerire e metabolizzare i nutrienti che ne estrae. Nel testo sono presenti immagini e disegni molto chiari che fanno intuire la modalità di masticazione e la forma dell’apparato masticatorio e del cranio stesso. La relazione tra forma e funzione è incontestabile, lo si verifica anche comparando l’apparto masticatorio dell’orso labiato dell’Asia meridionale, animale insettivoro che si nutre aspirando il suo cibo: non gli servono gli incisivi ma gli servono due labbra a forma di tubo! Adattamento parola chiave per tutti gli erbivori dai grandi elefanti alla piccola lepre. Ciascuno ha sviluppato un apparato digerente adatto allo stile di vita e ambiente/ecosistema. Tuttavia il Carnivoro Panda non ha adottato alcuno dei sistemi digerenti degli erbivori, tutti molto complessi e poco efficienti. La selezione naturale ancora una volta ha avuto il suo ruolo trasformando un ossicino insignificante, il sesamoide radiale, in sesto dito, un pollice lungo e mobile che gli permette di maneggiare il cibo. Anche questa è cosa nota, il Panda sceglie il cibo e se lo porta alla bocca, le foglie tenere vengono spremute e impacchettate in modo da utilizzare al massimo il “pestello” e la rotazione nel cavo orale. Tutte queste azioni vengono svolte con attenzione, lentezza, costanza, cosa che nessun erbivoro farebbe, in genere mangiano o ingoiano compulsivamente.

Conoscere da vicino le abitudini e le strategie alimentari del Panda fanno comprendere in modo chiaro che l’habitat scelto da questo Carnivoro lo mette a rischio più di qualsiasi altro mammifero. Il censimento della popolazione dei panda viene fatto con regolarità in Cina e offre qualche spiraglio di speranza anche perché, in alcune aree si sta provvedendo a trasformare terreni agricoli in foreste di bambù.

Questo testo aiuta il lettore a conoscere dal punto di vista filogenetico e biologico un Carnivoro che diventa un erbivoro specialista. Il paradosso che proviene dalla sua doppia personalità carnivoro/erbivoro viene risolto se pensiamo che Carnivoro indica un gruppo di specie la cui parentela è prodotta dell’evoluzione: È vero che il Panda è il più anticonformista ma come sottolineato in precedenza si è specializzato per essere funzionale! È forse questo uno degli esempi più eclatanti della capacità di adattamento delle diverse specie. E solo con l’aiuto dell’essere umano sarà possibile farlo sopravvivere nella sua unica e particolare nicchia ecologica.

L’autore

Cyrille Barrette è biologo, professore universitario, conferenziere e scrittore canadese. Dopo una lunga carriera accademica dedicata allo studio del comportamento animale, si è affermato anche come divulgatore di successo. La resilienza del panda è il suo quinto saggio scientifico.

Alberta

Qualcosa che brilla


Autore: Michela Marzano
Rizzoli Editore
Anno 2025
pp. 288 Brossura
19,00 €
ISBN 9788817193580

“Con Qualcosa che brilla Michela Marzano illumina, con sincerità disarmante, il disagio di una generazione, a cui il mondo sembra aver rubato tutto, attraverso la voce di chi cura con la parola, accompagna gli adolescenti – e chi li ama – nel difficile viaggio verso l’età adulta. Perché ognuno di noi è una storia che ha bisogno di essere raccontata. Unica, proprio perché imperfetta”.

Vai su: https://www.rizzolilibri.it/libri/qualcosa-che-brilla/?isbn=9788817193580

Il coraggio e la visione – Alessandro Magno e la leadership generativa

Il coraggio e la visione.

Alessandro Magno e la leadership generativa

Di Andrea Lipparini e Gianfranco Di Pietro

Prefazione di Benedetto Vigna

Editrice Il Mulino

Pagine 307

In brossura

Prezzo di copertina € 24,00

ISBN: 9788815393098

Gli autori di questo testo prendono spunto dalle imprese di Alessandro Magno per avvicinarsi alle meno eclatanti ma sicuramente complesse organizzazioni e Imprese attuali.

Il macedone, descritto fin dall’infanzia come curioso e intraprendente, cresciuto nel rigore che il padre Filippo gli impone dal punto di vista fisico e militare, cui si unisce il rigore culturale e intellettuale del suo precettore filosofo Aristotele, che gli trasmette l’amore per la cultura e la strategia, fin da giovane mostrò doti di leadership e coraggio, come nell’addomesticare il famoso cavallo Bucefalo e nella sua prima reggenza del regno a soli 16 anni.

Arriviamo quindi alle parole chiave che ci accompagnano nella lettura: strategia e visione.

Un’impresa può fallire Queste parole sono fondamentali nelle imprese attuali come in quelle di Alessandro. La capacità di vedere oltre e di condividere le proprie visioni sono requisiti essenziali per quanti ricoprono ruoli manageriali. Pensiamo a un dirigente d’azienda che ha il compito preciso di individuare la “direzione” verso cui andare ma senza la condivisione, senza il coinvolgimento dei collaboratori, l’accoglimento delle critiche, dell’individuazione dei punti deboli sollevati dal dipendente più sensibile e accorto, beh l’impresa può finire ai confini del “regno” come per Alessandro sulle rive dell’Indo.

Quanto si è sentito ferito e sminuito Alessandro il grande di fronte al diniego dei suoi quattromila soldati di proseguire arrivati fino ai confini del mondo? Tanto fino a chiudersi nella sua tenda e non parlare con nessuno. Eppure il suo numeroso ed eterogeneo esercito lo aveva seguito con lo stesso coraggio e determinazione che egli aveva infuso durante tutte le battaglie e le conquiste. Alessandro non ha fatto tesoro dell’insegnamento di Aristotele sulla “moderazione”? Ora il suo esercito lo critica e lo “abbandona”. Si tratta solo di stanchezza o di incertezza su quanto c’è oltre? Oppure Alessandro non ha saputo cogliere e accogliere le critiche dei suoi più vicini collaboratori?

Questo episodio mette in luce un tema sempre attuale: la perdita di fiducia non avviene per un errore strategico, ma per un’incrinatura emotiva. Quando il leader si disconnette dalla propria squadra, quando smette di ascoltare e di cogliere i segnali deboli, si interrompe quel patto implicito che tiene coeso il gruppo. E anche la più brillante strategia rischia di fallire. Le persone non dimenticano mai come le facciamo sentire. La fiducia si gioca nei dettagli: uno sguardo, un’esclusione, un messaggio incoerente. La leadership generativa nasce proprio da qui: dalla consapevolezza che guidare significa prendersi cura delle connessioni che uniscono le persone verso una direzione. E’ strategico il leader che accoglie le osservazioni dei collaboratori, anche di quelli che fanno della critica un vessillo.

La vera sfida della leadership non è avere tutte le risposte, ma saper tenere unite le persone intorno a un senso condiviso.

Questo testo parte dalle epiche gesta di un “condottiero” che era dotato coraggio e capacità strategiche per avvicinarci al mondo imprenditoriale odierno in cui la leadership deve farsi carico non solo della visione ma dello sviluppo dell’intelligenza emotiva individuale e collettiva. Un codice affettivo che valorizzi la diversità. Il leader non è solo in grado di sviluppare “visione” ma “condivisione”. Il team che gli sta intorno conosce la direzione ma deve essere al corrente di possibili deviazioni e anche di un possibile “tornare indietro” quando serve. Far crescere un team, una squadra non significa solo seguire il leader ma accompagnarlo. Il team cresce se il leader mette in campo le sue hard skill unitamente alle soft skill. Solo un team dove esistono partecipazione e ascolto può superare le difficoltà e “andare oltre” l’Indo”. Perché il leader non è un super eroe ma un compagno di viaggio.

Gli autori

Gianfranco Di Pietro ha insegnato Filosofia e storia. Specializzato in Analisi Transazionale per le organizzazioni, i suoi interessi spaziano dalla leadership alla psicologia cognitiva e alla progettazione di strutture manageriali ottimali. Andrea Lipparini, Ph.D., è ordinario di Strategia d’impresa nell’Università di Bologna. È anche Associate Dean della Bologna Business School.

Benedetto Vigna è Amministratore delegato di Ferrari dal settembre 2021. Fisico di formazione, è un innovatore di rilievo internazionale con una lunga esperienza nei semiconduttori e nei sensori di movimento.

Alberta