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Città resilienti e sostenibili, i benefici delle infrastrutture verdi

In UE, edifici responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2. Allarme Climate Change, secondo una recente ricerca dell’Università del Newcastle sarebbero a rischio 571 città in Europa. Città verdi e sostenibili, le “infrastrutture verdi” aiutano a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e favoriscono la resilienza urbana.


Allarme Climate Change, interessate 571 città europee

La Direttiva 2010/31/UE indica che il 40% del consumo energetico totale sia oggi dovuto agli edifici, responsabili, secondo le stime, di circa il 36% delle emissioni totali di CO2. A questo proposito, la Commissione Europea ha espresso la volontà di intervenire affinché si possano contenere i consumi energetici e ridurre, al contempo, le emissioni di anidride carbonica. Da tempo, il Joint Research Centre dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sottolinea i rischi legati ai cambiamenti climatici per le città europee, con stime che prevedono il raddoppio del numero di alluvioni entro il 2050 che causeranno perdite economiche fino a 24 miliardi di euro l’anno. Una recente ricerca dell'Università di Newcastle ha stimato l’impatto dei cambiamenti climatici in 571 città europee che si troveranno a dover affrontare “eventi estremi” con sempre maggior frequenza. In particolare, mentre nei paesi del Sud dell’Europa si registrerà un aumento considerevole delle giornate di afa e delle ondate di calore – Roma risulta tra le città che saranno maggiormente interessate dal fenomeno –, in quelli dell’Europa centrale si registreranno elevati aumenti di temperatura compresi tra i 7 (secondo i più ottimisti) e i 14 (secondo i più pessimisti) gradi C nei periodi estivi.

Per rispondere ai pericoli – attuali e potenziali – causati dal cambiamento climatico, l’Unione Europea pone l’attenzione, con la COM(2013) 249 final – “Infrastrutture verdi Rafforzare il capitale naturale in Europa”, su una serie di soluzioni basate su “infrastrutture verdi” (coltri vegetali sugli edifici nelle aree urbane, giardini pensili, corridoi verdi, piantumazioni di siepi e alberi nelle città) al fine di contribuire alla diminuzione delle emissioni di gas serra nelle città e di appianare, per quanto possibile, il fenomeno delle cosiddette “isole di calore” (Urban Heat Island – UHI), sempre più diffuse nelle maggiori città del mondo.

 

I benefici delle “infrastrutture verdi”

Nei periodi caldi, le aree urbane hanno una temperatura che è mediamente di 0,5 – 3,0 °C maggiore rispetto a quella delle campagne circostanti. Gli edifici, le strade e i parcheggi accumulano calore durante le ore più calde e lo rilasciano poi lentamente, determinando un notevole innalzamento della temperatura, al quale si aggiunge il calore emesso dagli impianti di condizionamento dell’aria presenti sugli edifici. Nelle città, dissipare il calore accumulato diviene, inoltre, più urgente dato l’inquinamento atmosferico generato dal traffico veicolare. Una prima misura volta a contrastare le “isole di calore” è quella di inserire superfici verdi sugli edifici cittadini al fine di diminuire la temperatura dell’aria (Figura 1).

 

Figura 1. Esempi di tipologiecostruttive di verde verticale

 

L’azione di ombreggiamento da parte della vegetazione (piante erbacee, alberi, cespugli ecc.) e il fenomeno dell’evapotraspirazione – cioè, la quantità di acqua che si disperde nell’atmosfera sotto forma di vapore acqueo, mediante i processi di evaporazione nel suolo e di traspirazione delle piante (circa il 2% della superficie fogliare) – contribuisce a mitigare le temperature medie massime dell’aria e delle pareti esterne degli edifici cittadini (Figura 2). Il verde nelle città consente, infatti, un sensibile prolungamento della durata dell’”impermeabilizzazione” del suolo e degli edifici  (per “impermeabilizzazione” del suolo si intende la costante copertura di un’area di terreno e del suo suolo con materiali impermeabili artificiali, come asfalto e cemento), costituisce in estate e in inverno un forte isolamento da sollecitazioni termiche, meccaniche ed acustiche, attutendo i rumori e riduce le escursioni termiche sia giornaliere che stagionali. La copertura verde sui tetti degli edifici (green roof), invece, regola la regimentazione idrica dei deflussi delle acque meteoriche, contribuendo ad alleggerire il carico sulla rete di canalizzazione delle acque bianche che, se opportunamente raccolte, potrebbero essere riutilizzate per l’approvvigionamento di acqua alla vegetazione stessa.

 

Figura 2. Benefici delle “infrastrutture verdi” (fonte: A. Kipar, Rigenerare le città, Maggioli Editore, 2008)

 

Gli obiettivi internazionali

Il Patto dei Sindaci del 2008 (The Covenant of Mayors) e successivamente il Global Covenant of Mayors for Climate and Energy 2017 hanno l’obiettivo di sostenere tutte le azioni possibili per accelerare la decarbonizzazione dei paesi dell’Unione Europea. Nel 2016, secondo i dati preliminari, le emissioni di gas a effetto serra nell’UE risultavano essere inferiori del 23% rispetto a livelli del 1990 (Figura1).

 

Progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020-30 (emissioni totali di gas a effetto serra) (Fonte: COM(2017) 646 final)

Figura 3. Previsioni con le misure attuali – WEM (With Existing Measure) in base alle dichiarazioni degli SM (State Members)

 

Il Pacchetto clima-energia 20-20-20, ovvero l’insieme delle misure pensate dall’Unione Europea per il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto, di cui l’Italia è paese firmatario, prevede una riduzione delle emissioni del 20% (o del 30% in caso di accordo internazionale) rispetto ai livelli del 1990; ridurre i consumi energetici del 20% aumentando l'efficienza energetica; soddisfare il 20% del fabbisogno energetico europeo attraverso fonti di energia rinnovabili.

Sulla scia della consapevolezza del ruolo che le città possono giocare nella lotta al cambiamento climatico, nel 2005 è nata la C40 (Cities Climate Leadership Group), un network internazionale che connette le 90 città più grandi del Pianeta nello sviluppo di politiche e programmi volti alla riduzione delle emissioni di gas serra e dei danni e rischi ambientali causati dai cambiamenti climatici. Tra i principali obiettivi di C40 vi è quello di mitigare la situazione climatica delle città entro il 2050, anno in cui dovrà essere attuato un taglio quasi totale delle emissioni di gas serra derivanti da attività antropiche (Accordo di Parigi). Per quanto riguarda l’Europa, è previsto un taglio di almeno l’80% delle emissioni rispetto al 1990. A questo proposito, l’ISPRA ha indicato una serie di target: 230 MtCO2eq nel 2025, 120 MtCO2eq nel 2035, 65 MtCO2eq. Il rapporto Deloitte “Verso il 2050 – Un modello energetico sostenibile per l’Italia” riporta un target compreso tra 26 e 104 MtCO2eq (Figura 4).

 

Figura 4. Stime sulla riduzione di CO2 per l’Italia entro il 2050

 

Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, nel 2050, il 70% della popolazione mondiale – circa 9,3 miliardi di persone – vivrà nelle principali aree urbane del pianeta. Le “infrastrutture verdi” migliorano il microclima cittadino e rappresentano, come ha più volte sottolineato la Commissione europea, una tecnologia naturale sostenibile dal punto di vista energetico e ambientale, capace di contrastare gli effetti del cambiamento climatico e favorire la resilienza urbana.


L'immagine d’intestazione dell’articolo mostra la Hundertwasserhaus, a Vienna. La foto è stata scattata da Andrea Campiotti (autore dell'articolo).

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A Roma la Conferenza internazionale “Governance ambientale e città sostenibili”

La creazione di una governance ambientale per un mondo più sostenibile è stato il tema chiave della conferenza internazionale “Governance ambientale e città sostenibili”. Presentata la “Dichiarazione di  Roma 2018” per coinvolgere Organizzazioni internazionali, governi, amministratori locali e società civile nella difesa del Pianeta. A maggio, torna la Settimana verde europea, quest’anno, sul tema delle città sostenibili.


Una nuova governance ambientale

Si è conclusa sabato 21 aprile a Roma, presso il Campidoglio (sede del Comune) la seconda giornata conclusiva della Conferenza internazionale “Governance ambientale e città sostenibili”. Promossa da ICEF (International Court of the Environment Foundation) in collaborazione con il Comune di Roma Capitale e con il patrocinio del MAATM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale), ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e Acea (Azienda Comunale Energia e Ambiente), la conferenza è stata organizzata con l’intento di porre l’attenzione sul tema della governance ambientale delle città. Un nuovo modello di governance in grado di coniugare il tema della conservazione e della protezione della natura, alleata dell’uomo nella lotta al cambiamento climatico, a quello della sostenibilità delle città. In un mondo sempre più globalizzato le città rappresentano della aree del Pianeta particolarmente sensibili ai mutamenti climatici (e non solo). Ai “tradizionali” problemi cronici che caratterizzano al vita dei cittadini – i romani ne sanno qualcosa – come i trasporti, l’inquinamento atmosferico, visivo e acustico, si aggiungono, infatti, anche quelli connessi ai servizi (accesso ad acqua, energia, spazi verdi sicuri e luoghi culturali). Com’è stato più volte ribadito nel corso della conferenza, per rispondere alle sfide ambientali, attuali e future, diviene urgente discutere delle città in un contesto più generale, globale. “Servono nuove regole dell’economia e della finanza – ha sottolineato Amedeo Postiglione, Direttore dell’ICEF e Presidente Onorario Aggiunto della Corte Suprema di Cassazione – più efficaci e in sintonia con nuovi organi internazionali di tipo esecutivo e giudiziario”. A questo proposito, l’ICEF propone la creazione di una Corte Internazionale dell’Ambiente e la trasformazione dell’UNEP (United Nations Environment Program) in un’Agenzia Onu permanente (UNEO – United Nations Environment Organization) e con maggiori poteri decisionali. 

 

Nasce la “Dichiarazione di Roma 2018”

Nel corso delle due giornate di conferenza, si è parlato, inoltre, delle sfide che attendono la città di Roma sui temi della sostenibilità ambientale ed energetica. In relazione alla governance ambientale e a conclusione della conferenza, è stata presentata la “Dichiarazione di Roma 2018”, un testo dal valore giuridico oltre che sociale, volto a favorire lo sviluppo (ulteriore) di un diritto internazionale in tema di ambiente, attraverso trattati che siano in grado di fissare principi chiave vincolanti, regolando con strumenti giuridici ed economici appropriati i beni comuni, in primis l’acqua, oggi fortemente minacciati a livello globale. In particolare, la Dichiarazione si focalizza su cinque punti chiave: clima, biodiversità, acqua, suolo e territorio, sostenibilità. Per quanto riguarda il primo punto (clima), si chiede di incidere con più forza sulle cause del cambiamento climatico, imponendo con un Trattato internazionale il divieto a data certa e condivisa agli Stati possessori e alle multinazionali di estrarre petrolio, gas e materie prime dal sottosuolo e dal mare. In merito al secondo punto (biodiversità), si sottolinea la necessità di elaborare un nuovo Trattato internazionale sulla protezione della biodiversità terrestre e marina. Per quanto riguarda il terzo punto (acqua), la Dichiarazione invita i Governi di tutto il mondo ad adottare, quanto prima, un nuovo Protocollo internazionale in sostituzione del già esistente “Patto sui diritti economici, sociali e culturali sull’acqua come diritto umano”. Sul quarto punto (suolo e territorio), si chiede che il territorio sia considerato una risorsa preziosa in tutte le sue componenti, naturali e culturali, con un’attenzione particolare ai Paesi in via di sviluppo (soprattutto quelli del Sud-Sahara e dell’Africa mediterranea), per i quali vanno riviste le politiche di cooperazione internazionale. Infine, per quanto riguarda il quinto e ultimo punto della Dichiarazione (sostenibilità), si chiede ai Governi la piena collaborazione alla costruzione di un’economia che assicuri la sostenibilità dell’ecosistema terrestre nel medio e lungo periodo. Per quanto riguarda poi la sostenibilità delle città, la Dichiarazione invita Governi e amministratori locali a considerare attentamente la sfida del cambiamento climatico e il suo enorme impatto in termini economici, sociali e umani. Propone, inoltre, di adottare misure a livello globale, oltre che locale, volte a ridurre le emissioni derivanti da trasporti, edifici e servizi. 

 

La Francia propone il Patto globale per l’ambiente

A questo proposito, lo scorso 19 marzo il Consiglio dell’Unione europea ha autorizzato la Commissione a negoziare in sede Onu il futuro Patto globale per l’ambiente (Global Pact for the Environment) a nome dell’Unione europea. Il Patto, se entrasse in vigore, unirebbe in un unico documento i principi fondamentali del diritto internazionale dell’ambiente, rendendoli vincolanti e applicabili dinanzi ai tribunali nazionali. Inoltre, trasformerebbe le principali disposizioni delle convenzioni giuridicamente vincolanti a livello universale, aggiungendo nuovi principi come la non regressione, la resilienza e il dovere di diligenza nei confronti dell’ambiente.

Il progetto, al quale partecipano cento giuristi di fama internazionale provenienti da vari paesi del mondo, è stato proposto per la prima volta dal Governo francese all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2017. Il Patto globale per l’ambiente consentirà di proseguire negli sforzi globali indirizzati alla protezione dell'ambiente. L’ambiente è una causa che unisce tutti gli stati Membri dell’Unione Europea e il Patto Globale per l’Ambiente contribuirà allo sviluppo e al rispetto legale delle politiche e delle leggi europee sull'ambiente” ha dichiarato Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca.

Gli argomenti del Global Forum anticipano di alcune settimane quelli della Settimana verde europea 2018, la più grande conferenza annuale sull’ambiente a livello europeo, che si svolgerà a Bruxelles tra il 21e il 25 maggio (Figura 1).

 

Figura 1. Eu Green Week – “Green Cities for a Greener Future” 

 

Il tema di quest’anno è  Green Cities for a Greener Future. Si discuterà  delle modalità con cui l’Unione Europea sta aiutando le città ad essere luoghi di vita e di lavoro più sostenibili e vicini alle persone. Verranno promosse forme di coinvolgimento della autorità nazionali e locali tese a sviluppare una visione condivisa dell’ambiente urbano e dei potenziali percorsi verso un futuro più green.


Nota:

La foto che compare come immagine d'intestazione dell'articolo è stata scattata da Andrea Campiotti (autore dell'articolo) durante la conferenza presso l'Aula Giulio Cesare del Campidoglio, a Roma.

tavolo della conferenza

University for Innovation. Ricerca e imprese più vicine

Nasce il primo progetto in Italia per la valorizzazione della ricerca interuniversitaria. È stata presentata, lo scorso 11 aprile, presso la Fondazione Bassetti di Milano, University for Innovation (U4I), la Fondazione costituita dalle Università di Bergamo, Milano-Bicocca e Pavia.


“There is no progress without innovation: we need to turn ideas into projects, and projects into progress.”Questa la vision di U4I, la Fondazione che si propone di attrarre importanti investitori internazionali, valorizzare un portafoglio unico di brevetti e di spin off, creare e diffondere la cultura dell’innovazione.

La Fondazione U4I guarda alle esperienze internazionali di maggior successo nel campo del trasferimento tecnologico come istituti di ricerca e università inglesi e israeliane, prime al mondo per qualità della ricerca e della didattica.
U4I si propone di aprire i confini della ricerca dei singoli Dipartimenti agli stimoli provenienti dagli altri Atenei, favorendo lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi risultato della sinergia tra le tre Università.

Le iniziative di ricerca più promettenti verranno scelte ogni anno attraverso una call for ideas e potranno ricevere  finanziamenti a partire dalla fase di sperimentazione. I progetti finanziati potranno contare sul supporto di un team specializzato nel management dell’innovazione che consentirà di portare le nuove conoscenze dal laboratorio al mercato e al territorio, oltre che su una rete di collaborazioni con agenzie straniere dedicate alla valorizzazione della nuova conoscenza e della ricerca.

A guidare le attività della Fondazione U4I, con l’incarico di direttore, sarà Enrico Albizzati.  Dagli anni nel gruppo Montedison a quelli in Pirelli, Albizzati vanta una lunga esperienza nella valorizzazione della ricerca e nell'innovazione industriale.

 

Un quadro d'insieme di U4I

  • Oltre mezzo milione di euro è stato impiegato per il funzionamento del progetto;
  • 41 dipartimenti coinvolti, di cui 14 recentemente riconosciuti dal MIUR come dipartimenti di eccellenza;
  • Oltre 2000 ricercatori coinvolti;
  • Più di 100 famiglie di brevetti;
  • Oltre 40 spin off attivi in 8 ambiti: Aerospaziale, Life science e biotecnologia, Agrifood, Materiali, Energia e ambiente, ICT, Industria Culturale, Mobilità sostenibile;
  • 8 tappe per l’innovazione: ricerca, valutazione, proprietà intellettuale, promozione, brevetto, attivazione di spin off, attivazione di joint venture e start up, ricerca condivisa.

Sito della Fondazione University for Innovation: www.u4i.it

Per maggiori informazioni:       
Ufficio stampa Università di Milano-Bicocca      
Maria Antonietta Izzinosa 02 6448 6076               
Veronica D’Uva 02 6448 6373    
ufficio.stampa@unimib.it

Ufficio stampa Università degli Studi di Bergamo, Claudia Rota
tel. 348 5100463;claudia.rota@unibg.it

Portavoce del Rettore Università di Pavia,
Grazia Bruttocao, tel. 0382 984531 – 320 6131351 
grazia.bruttocao@unipv.it