Si conclude nel mese di maggio 2024 la rassegna organistica “Opificium musicae – la fabbrica della musica”

A Padova, nei venerdì di maggio (3, 10, 17 e 24) alle ore 21.00. Santuario Madonna Pellegrina, via G. Fabrici d’Acquapendente 60.
Ingresso libero.

La rassegna inizia venerdì 3 maggio, ore 21.00 con il Coro e l’Orchestra del liceo musicale “C. Marchesi” di Padova con un programma che vedrà una prima parte dedicata alla musica corale sacra di Giuseppe Tartini e a tre concerti  di Antonio Vivaldi (interessantissime pagine poco eseguite come il concerto per due violoncelli o quello per flauto op. 10 n. 5), dove alcuni giovani solisti metteranno in luce le proprie capacità.

La seconda parte del programma sarà invece dedicata al compositore francese Gabriel Fauré, di cui ricorre il centenario della morte.

Verranno eseguiti quattro bellissimi brani: la Sicilienne op. 78, originariamente un pezzo orchestrale, poi pubblicata in una versione per violoncello e pianoforte e qui presentata in una versione trascritta per ensemble di fiati; sempre per il medesimo ensemble verrà eseguita la dolcissima Berceuse op. 16, brano scritto originariamente per violino e pianoforte. Seguirà la celebre Pavane op. 50, qui in versione per coro e orchestra, e per finire lo splendido Cantique de J. Racine op. 11, per coro e orchestra. Maestri concertatori saranno Andrea Dainese ed Alessandro Fagiuoli; Maestro del coro: Renza Grombo.

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Venerdì 24 maggio sarà il Coro ed ensemble strumentale del Conservatorio “C. Pollini” di Padova a chiudere la rassegna intitolata “Opificium musicae – la fabbrica della musica”  al Santuario Madonna Pellegrina alle 21 con ingresso libero.

Il coro, diretto da Francesco Loregian  presenta un raffinato programma che troverà il fulcro nella personalità del compositore tedesco Johannes Brahms, al quale verranno affiancati alcuni brani di D. Buxtehude, A. Vivaldi e F. Durante oltre ad un intervento solistico all’organo dedicato a  J. Brahms da parte del giovane Martino Grigoletto, studente al biennio accademico nella classe di  Pierpaolo Turetta.

Il programma completo

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World Bee Day

Cosa possiamo fare per proteggere le api

Si festeggia il 20 maggio di ogni anno

Il 20 dicembre 2017, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con la quale ha dichiarato il 20 maggio di ogni anno la Giornata mondiale delle api.

La risoluzione ha tenuto conto in particolare di un rapporto che ha portato alla ribalta mondiale il declino a cui stanno andando incontro le api e gli altri impollinatori: il Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare, pubblicato nel febbraio 2016 daIl’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). Il rapporto ha stimato che un numero crescente di specie di impollinatori in tutto il mondo è sull’orlo dell’estinzione a causa di diversi tipi pressione, molti dei quali prodotte dall’uomo. Le cause sono molteplici e concatenate e sono le stesse che stanno portando al declino della biodiversità: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitatinquinamento (in particolare da pesticidi)cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.

Lo scopo della risoluzione è proporre riportare all’attenzione dei cittadini, dei media e dei decisori politici l’importanza delle api e in generale di tutti gli impollinatori, api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli, finanche mammiferi, per la sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone e per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione degli habitat.

Gli impollinatori sono animali che, visitando i fiori alla ricerca di nettare e polline, s’imbrattano di polline (gamete maschile, analogo allo sperma dei mammiferi) del quale sono ricchi le antere, cioè la porzione fertile degli organi sessuali maschili di un fiore. Visitando i fiori di altre piante, trasferiscono il polline (gamete maschile, analogo allo sperma dei mammiferi) attraverso il loro corpo sullo stigma, parte più esterna del gineceo o pistillo (che rappresenta la parte femminile del fiore). Attraverso lo stigma il polline giunge poi a fecondare l’ovario, permettendo così la riproduzione della pianta.

Circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale. In Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole italiane è pari a circa 3 miliardi di euro l’anno.

La riproduzione dell’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione.

Continua a leggere su ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)

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NBFC (National Biodiversity Future Center) apre a Palermo il Forum Nazionale della Biodiversità 2024

di Alessandro Campiotti

20-22 maggio 2024 Università degli Studi di Palermo

Lo slogan scelto per celebrare la Giornata mondiale della biodiversità è “Essere parte del Piano”, un invito rivolto a tutti i soggetti interessati al fine di agire concretamente sulla perdita di biodiversità in attuazione del Quadro globale di Kumming-Montreal.

Dal 20 al 22 maggio, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità 2024, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per commemorare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica di Rio de Janeiro, l’Università degli Studi di Palermo ospiterà il Forum Nazionale della Biodiversità, convegno scientifico organizzato in collaborazione con il National Biodiversity Future Center (NBFC), centro di ricerche finanziato nell’ambito dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il periodo 2022-2025.

L’evento vedrà la partecipazione della comunità scientifica nazionale e internazionale, con oltre 600 ricercatori, oltre ai rappresentanti istituzionali e del mondo delle imprese, con l’obiettivo di condividere i risultati più significativi della ricerca e orientare le azioni future in materia di salvaguardia degli ecosistemi.

In particolare, verrà presentato il primo “Rapporto annuale sullo stato della Biodiversità in Italia”, un documento sostenuto dalle ricerche condotte finora, che costituirà il database dello stato dell’arte della biodiversità in Italia e un utile strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica e orientare le politiche nazionali e locali sul tema della lotta alla perdita di biodiversità.

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