storia del sentiero

Storia del sentiero

Volume realizzato in collaborazione con il Club Alpino Italiano 


L’incipit di questo testo conduce a una immagine legata alla geologia: una traccia lasciata da un organismo vissuto 565 milioni di anni fa sulle rocce precambriane della regione sud orientale di Terranova. Una lumaca o un verme che si muoveva lentamente lasciando come testimonianza il suo breve sentiero. Spostarsi è una caratteristica dei viventi presenti nel nostro pianeta. Valutarne l’intenzionalità non è sempre scontato. Di certo la necessità di riprodursi ha affinato in passato e ancora oggi, strategie di disseminazione messe in atto dai vegetali e da animali come pesci e uccelli che, per raggiungere ambienti favorevoli, percorrono lunghezze impensabili. E i Sapiens? L’essere umano è stato inizialmente cacciatore nomade, si spostava in continuazione per cercare zone più accoglienti o semplicemente per trovare risorse adatte a soddisfare i bisogni primari. Il passaggio alla coltivazione, quindi all’agricoltura, porta a diventare stanziali.
Attualmente la maggior parte della popolazione umana è stanziale. Viviamo in una casa abbiamo una residenza fissa e chi non ce l’ha viene considerato ai margini della società. Si viaggia per affari o per diletto: in aereo possiamo fare il giro della terra in un solo giorno, in auto si percorrono grandi distanze e spesso i nostri occhi sono puntati sul GPS: la morfologia del paesaggio, l’orizzonte lontano, il prendere a destra o a sinistra non sono più elementi guida del nostro viaggiare. Eppure i sentieri percorsi camminando possono ridarci la dimensione umana che stiamo via via perdendo. Percorrere sentieri significa vedere dove sorge il sole e dove il muschio sul tronco degli alberi indica il nord, quindi orientarsi, decidere quale sia la direzione verso la quale proseguire il cammino seguendo o meno orme precedenti. Ci sono sentieri con una storia e il nostro cammino è guidato da chi ci ha preceduto. Ma quando siamo i primi a percorrere una direzione? Il lettore trova spunti molto interessanti e qualificati su un’attività, l’orienteering che non è solo un esercizio fisioludico, ma una vera e propria attività della mente. Compiere scelte autonome, ecco la differenza nel nostro andare quando ci si muove camminando. Se corriamo, se pedaliamo, i particolari dell’ambiente, della flora, della fauna ci sfuggono. Nell’esercizio fisico intenso il cervello è meno attento e fatica a formulare pensieri profondi: accade l’inverso camminando. La camminata è infatti l’andatura naturale che l’uomo ha assunto da quando è sceso dagli alberi evolvendo nel bipide attuale. E camminando ha colonizzato il pianeta, scegliendo di volta in volta la direzione, attratto da ambienti gradevoli, incuriosito da paesaggi nuovi e da orizzonti diversi, perché il mondo si rivela a chi viaggia a piedi come afferma il regista e sceneggiatore Werner Herzog citato proprio dall’autore. Camminare, l’attività fisica più spontanea per l’essere umano è stata una palestra mentale per filosofi come Friedrich Nietzsche, naturalisti come Charles Darwin, scrittori come Virginia Woolf e del loro camminare restano opere che arricchiscono il nostro sapere, pur in ambiti completamente diversi. L’autore ci conduce in un viaggio speciale che si dipana nella storia, racconti che descrivono fatiche, esplorazione, migrazione, attraverso i sentieri che avvolgono come una rete il nostro pianeta.

(Alberta Vittadello)

 

Le regole del contagio

Le regole del contagio. L’età virale e le epidemie come nascono, come si diffondono, come scompaiono.


 Il legame tra scienza e matematica non è mai stato così evidente come nell’attuale contingenza pandemica. Il cittadino comune, l’operatore sanitario, il politico di ogni livello, tutti siamo sommersi da numeri assoluti o percentuali. Numeri la cui interpretazione non è sempre univoca. L’autore con dettagli tecnici, illustra gli strumenti adatti a mitigare, se non eliminare, gli elementi interpretativi soggettivi.
Adam Kucharski espone modelli matematici capaci di ricostruire i diversi set delle «regole del contagio»: una logica che governa anche fenomeni complessi o apparentemente non correlati come le fluttuazioni dei trend topic sui social, l’aumento esponenziale degli omicidi nelle periferie in cui la regolamentazione delle armi è meno stringente, fino ai meccanismi finanziari che hanno portato dalla bolla speculativa dei mutui subprime negli Stati Uniti alla crisi globale del 2008.
Sono sostanzialmente fenomeni diversi, tuttavia le regole matematiche di diffusione a livello planetario sono comparabili. La parola chiave è diffusione e gli strumenti per controllarne il processo sono matematici. Nel primo capitolo l’autore spiega in modo chiaro il propagarsi di una malattia che a livello planetario ha colpito l’umanità dalla preistoria fino ai primi anni del XX secolo: la malaria, che prese il nome da mala aria, aria insalubre che ristagna nelle zone umide e paludose; ma non era l’aria la causa delle febbri malariche. Ronald Ross, medico più per forza che per passione, si trovò a ricoprire l’incarico di medico di guarnigione a Bangalore negli ultimi decenni del 1800, luogo che lui considera paradisiaco dal punto di vista dei colonizzatori, categoria cui lui apparteneva, non fosse stato per le zanzare. Fu dall’osservazione e registrazione di questi insetti che cominciò a collegare la malattia alla loro presenza. Ross approfondì, con il contributo determinante del parassitologo Patrick Manson, i meccanismi di contagio zanzara-essere umani-plasmodium. Quest’ultimo parassita risulterà poi essere la causa dell’infezione. A Ross nel 1902 viene conferitoil premio Nobel per la medicina. Tuttavia non tutte le infezioni anche a livello planetario sono riconducibili ad agenti e/o parassiti individualbili e tracciabili. È significativa l’affermazione “vista una pandemia….ne hai vista una” come a dire che diverso deve essere l’approccio basato proprio sugli algoritmi di diffusione, questo accade in particolare con il COVID19 il cui contagio avviene per via aerea. In questo saggio, partendo dalla storia recente delle epidemie, Kucharski dimostra come il caos che ci circonda possa essere controllato e in che modo l’utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale sia utile per imparare a convivere con questi eventi e non ripetere gli errori del passato.

Alberta Vittadello

lessico della nuova scuola

Lessico della nuova scuola

28 voci per pensarla e progettarla 
ebook

Enrico Damiani Editore 


“Lessico della nuova scuola è un libro corale, scritto da chi a scuola insegna e impara, da chi sulla scuola riflette e costruisce…” L’occasione: i problemi che nella scuola a causa del covid-19 sono aumentati, richiedendo nuove soluzioni e nuove prospettive. Ventotto i capitoli: da 28 parole, 28 riflessioni sulla scuola di ieri, di oggi e di domani. Ogni voce con una esperienza diretta o indiretta nel campo della scuola.
Nelle riflessioni si leggono amarezze, ma anche scommesse e speranze, l’auspicio che la terribile emergenza del covid-19 si trasformi in occasione per mettere in atto una rivoluzione estrema e radicale. Non si può lasciare la scuola come era prima.
Tra gli autori un dirigente d’azienda, un dirigente scolastico, insegnanti giovani e ultra settantenni, una studentessa, un pediatra psicologo, psicoterapeuti, un divulgatore scientifico, una scrittirice. E alla voce "Punteggiatura" la riflessione di Matteo M di prima media nel tema proposto dal suo giovane insegnante: Il coronavirus ha stravolto le nostre vite. Divieti di uscita, scuole chiuse, didattica a distanza…Che cosa ti ha insegnato l’esperienza del lockdown?. "…In questi giorni chiuso in casa, che mia mamma non mi faceva proprio uscire ma neanche per portare fuori il cane, ho avuto tempo di pensare, anche troppo, soprattutto quando poi sono rimasto senza giga e wi-fi per ben due giorni. Ho pensato a un sacco di cose, e tra le tante altre anche alla punteggiatura. Non so bene perché, forse perché proprio non avevo altro da fare e poi dovevo studiare grammatica per il recupero…". La punteggiatura per Matteo diventa metafora del suo comportamento, di sue esperienze, di sue azioni: "…Il punto è diventato la pagella dopo la fine della scuola, è la promozione o la bocciatura, La virgola invece è il time out del basket, una pausa breve,…Il punto esclamativo invece è il mio preferito: è il 6 in matematica, è il canestro da tre quando suona la sirena…, è Alessia che si mette i pantaloni aderenti a ginnasticaMa il segno che ho capito più di tutti in questo periodo sono i puntini di sospensione, quelli che lasciano la frase in sospeso, a volte per far ridere, a volte per dare un senso di incertezza, come in questi giorni…".
La grammatica applicata alla sua vita, questa la scoperta di Matteo durante la  clausura del lockdown, una esperienza nonostante tutto dai risvolti positivi, si spera anche per molti di noi.

Etta Artale