co2

L’Unione europea accelera verso la neutralità climatica

L’Unione europea fissa i nuovi target: riduzione del 55 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungimento della neutralità climatica al 2050


L'Unione europea ha definito i nuovi target che prevedono la riduzione, dal 40 al 55 per cento, delle emissioni di CO2 entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e l’obbligo di raggiungere la neutralità climatica al 2050 (Figura 1). È stato inoltre istituito un organismo scientifico indipendente dall’Ue con il compito di monitorare i progressi che si faranno di qui ai prossimi quattro anni. I nuovi obiettivi dovranno ora passare per il vaglio del Consiglio dell’Unione europea e dell’Europarlamento. Raggiungere la neutralità climatica dell’Unione europea costituisce un obiettivo cardine nella lotta al cambiamento climatico, nonostante il contributo in termini di emissioni di CO2 da parte degli Stati membri dell’Ue rappresenti solo il 7 per cento delle emissioni globali di gas serra. Attualmente, i settori dove si registrano maggiori emissioni di CO2 sono: trasporti, industria, energia, edilizia e agricoltura; con una significativa parte delle emissioni dovute al consumo di combustibili fossili, che rappresentano ancora oggi l’80 per cento delle emissioni totali di gas serra.

 

Figura 1. Percorso dell'Unione europea verso la neutralità climaticanel periodo 1990-2050(Commissione Europea, COM(2020) 562 final).

 

Secondo l'IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) il sequestro del carbonio nel suolo di terreni coltivati e praterie ha una capacità potenziale di mitigazione pari a 0,4-8,6 CO2-eq/anno. A questo proposito, la Commissione europea ha confermato la proposta di revisione del regolamento LULUCF(Land-Use, Land-Use Change and Forestry), relativo all’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra derivanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura, stabilendo il tetto di 225 Mt di CO2 equivalenti al contributo degli assorbimenti della CO2 dalle foreste. La velocità di accumulo di CO2 nell'atmosfera può essere infatti ridotta anche grazie al fenomeno della fotosintesi clorofilliana che fissa la CO2 atmosferica sotto forma di carbonio nella vegetazione e nel suolo. Il settore primario dovrà inoltre seguire gli obiettivi delineati dal Green Deal, che prevedono l’impiego di pratiche agricole e tecniche di allevamento più sostenibili e la diffusione di tecnologie più efficienti sotto il profilo energetico per raggiungere zero emissioni entro il 2050. Un contributo importante arriverà poi dalla penetrazione delle energie rinnovabili, dal momento che l’energia elettrica rappresenta ormai la fonte più efficiente dal punto di vista dei costi e dell’impatto ambientale. Le previsioni della Commissione europea indicano che al 2030 la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili dovrebbe almeno raddoppiare rispetto ai livelli attuali, passando dal 32 per cento a circa il 65 per cento. Le rinnovabili sono anche al centro dei programmi europei volti a conseguire il decentramento dell’energia mediante lo sviluppo delle “comunità energetiche” che consentiranno di produrre e condividere energia e contribuiranno a creare nuova occupazione a livello locale. Nel quadro della lotta al cambiamento climatico particolare rilevanza assume il recente annuncio del Presidente degli Stati Uniti Biden, che ha confermato il proprio impegno nel ridurre le emissioni di CO2 del 25 – 28 per cento entro il 2025 e di rientrare presto nell’Accordo di Parigi. Un segnale importante arriva anche dall’Unfccc (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), che ha invitato i governi partecipanti alla prossima COP26, presieduta dal Regno Unito – si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre – a inserire l’alfabetizzazione climatica nei programmi scolastici in tutto il mondo. L’Italia collaborerà con il Regno Unito ospitando i lavori preparatori della Conferenza sui cambiamenti climatici e l’evento dedicato ai giovani “Youth4Climate 2020: Driving Ambition”, che si svolgeranno il prossimo autunno a Milano.


Per approfondire:

  • Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l'Europa. Investire in un futuro a impatto climatico zero nell’interesse dei cittadini. Commissione Europea, COM(2020) 562 final.
  • Net-Zero Europe. November 2020. McKinsey & Company. www.mckinsey.com.
message_mother_earth-660x286-c

Earth Day 2021: risaniamo la nostra “casa comune”

L’allarme degli scienziati: a livello globale le emissioni di CO2 sono nuovamente al di sopra dei livelli pre-pandemia


La Giornata Mondiale della Terra (Earth Day) rappresenta la più importante manifestazione per l’ambiente a livello globale e si celebra ogni anno il 22 aprile. A dare vita all’iniziativa vi fu una catastrofe ecologica: nel 1969 dal pozzo della Union Oil a largo di Santa Barbara, in California, si riversarono in mare e sulle coste circa 100 mila barili di petrolio greggio per dieci giorni. Fu questo episodio a spingere le Nazioni Unite a istituire la prima Giornata Mondiale della Terra l’anno successivo. Obiettivo dell’Earth Day 2021 è “Restore our Earth”, ossia “Risanare la nostra Terra”, rigenerarla e rimediare ai danni. L’emergenza climatica sta diventando sempre più grave: i dati indicano che, a livello globale, le emissioni di CO2 sono nuovamente al di sopra dei livelli pre-pandemia.  Le ultime proiezioni sottolineano che per mantenere la soglia prevista dall’Accordo di Parigi del 2015, vale a dire il contenimento dell’aumento della temperatura globale entro gli 1,5 °C, dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni, di almeno il 45 per cento entro il 2030. Modelli più sostenibili di produzione e consumo di prodotti alimentari possono essere una valida soluzione per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e contribuire a fermare il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità. Un consumo di carne più contenuto e minori sprechi alimentari potrebbero infatti ridurre i costi energetici e ambientali associati alla produzione di cibo. A questo proposito, i dati sottolineano che circa un quarto dei consumi energetici della sola Unione europea sono correlati alla produzione, trasformazione, trasporto, conservazione, consumo di cibo e allo smaltimento dei residui alimentari. Il consumo di cibo pro capite ammonta ogni giorno a circa 65 MJ, equivalenti al contenuto energetico di circa due litri di gasolio. Non a caso, la strategia “Farm to Fork” (F2F) lanciata dalla Commissione europea prevede la riduzione del 50 per cento dell’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e l’acceleramento della diffusione di soluzioni che vadano ad incrementare l’efficienza energetica nel settore agroalimentare. In questo modo si potranno diminuire non soltanto il consumo di energia ma anche le emissioni di anidride carbonica, protossido di azoto e metano, che costituiscono il 70 per cento dei gas serra immessi in atmosfera dal settore agroindustriale. Si inseriscono inoltre nella strategia europea di contrasto ai cambiamenti climatici la creazione di aree verdi in tutte le aree urbane, la cura e la protezione di boschi e foreste. Ciò al fine di aumentare la capacità di assorbimento di inquinanti gassosi e la fissazione di anidride carbonica nella biomassa vegetale (Tabella 1).

 

Specie

botanica

Nome

comune

CO2 catturata (t in 20 anni)

Capacità anti-inquinanti gassosi

Capacità totale di mitigazione

Acer platanoides

Acero riccio

3,8

alta

ottima

Betula pendula

Betulla verrucosa

3,1

alta

ottima

Quercuscerris

Cerro

3.1

alta

ottima

Ginkgo Biloba

Ginkgo

2,8

alta

ottima

Tilia Plathyphyllos

Tiglio nostrano

2,8

alta

ottima

Celtisaustralis

Bagolaro

2,8

alta

ottima

Tilia cordata

Tiglio selvatico

2,8

alta

ottima

Ulmus minor

Olmo comune

2,8

alta

ottima

Fraxinusexcelsior

Frassino comune

2,8

alta

ottima

Alnus glutinosa

Ontano nero

2,6

alta

ottima

Tabella 1. Specie arboree che presentano un’alta capacità di assorbimento della CO2 (rielaborazione da fonti IBIMET CNR Bologna).

soil

La salvaguardia dei suoli al centro dell’azione del Green Deal europeo

L’Unione europea punta a ridurre le emissioni provocate da un uso poco virtuoso del suolo agricolo con azioni di rimboschimento, “pozzi” di assorbimento del carbonio, la riduzione del 50 per cento di pesticidi chimici e del 20 per cento di fertilizzanti entro il 2030, il ricorso all’agricoltura di precisione e a quella biologica e la piantumazione di circa tre miliardi di nuovi alberi nei prossimi vent’anni


Carbonio e sostanza organica nel suolo

Con il Green Deal l’Unione europea si propone di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra le misure più rilevanti al fine di raggiungere tale obiettivo, oltre alle strategie per la biodiversità  (Biodiversity Strategy 2030), l’agricoltura e l’agroalimentare (Farm to Fork) e il clima (European Climate Law), l’Unione ha posto tra i suoi obiettivi primari anche la strategia per la salvaguardia dei suoli. La sostanza organica del suolo, composta per circa il 60 per cento da carbonio organico, è una componente essenziale del suolo e del ciclo globale del carbonio. Nonostante rappresenti in percentuale solo una piccola parte del suolo (costituisce generalmente una percentuale compresa tra l’1 e il 5 per cento), controlla molte delle proprietà chimico-fisiche-biologiche del suolo e risulta l’indicatore chiave del suo stato di qualità. La sostanza organica, infatti, favorisce l'aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno, entrambe importanti ai fini della riduzione dell'erosione, del compattamento e della formazione di croste superficiali nei suoli. Inoltre, la presenza di sostanza organica nel suolo contribuisce a immobilizzare la CO2, oltre a migliorare la fertilità del suolo e l'attività microbica che contribuisce alla disponibilità di elementi come azoto, carbonio, potassio e fosforo per le piante. In generale, il contenuto di carbonio organico dovrebbe essere superiore all'1 per cento nei suoli agrari per favorire l’assorbimento di elementi nutritivi da parte delle piante (Figura 1).

 

Figura 1. Quantità di carbonio presentenei suoli europei (Fonte: Aksoy E, Yigini Y, Montanarella L. 2016).

 

Il ciclo del carbonio

La fotosintesi è il fenomeno attraverso il quale le piante legano la CO2 atmosferica alla produzione di biomassa vegetale. Quando la biomassa non viene raccolta, rimanendo sul terreno, si attivano una serie di processi microbiologici che decompongono le matrici organiche che consentono alla CO2 di essere rilasciata nuovamente nell'atmosfera, ad eccezione di una piccola parte del carbonio che viene convertita in materia organica stabile (humus) del suolo. I suoli poco drenati rilasciano fino a 40 tonnellate di CO2 per ettaro all'anno, mentre i suoli adibiti al pascolo e quelli forestali sono in grado di sequestrare fino a 80 milioni di tonnellate di carbonio; i suoli seminativi, invece, sequestrano dalle 10 alle 40 milioni di tonnellate di carbonio organico ogni anno (Figura 2).

 

Figura 2. Ciclo del carbonio e della sostanza organica (Fonte: LIFE08ENV/IT/000428-manuale di buone prassi contro il degrado del suolo).

 

Interventi per aumentare il carbonio organico dei suoli agrari

In media il 45 per cento dei suoli minerali in Europa ha un contenuto di carbonio organico basso o molto basso (0-2 per cento) e il 45 per cento ha un contenuto medio (2-6 per cento). Per aumentare il sequestro di carbonio organico e per valorizzare i processi di rimozione della CO2 dall’atmosfera da parte delle piante, il Green Deal europeo punta all’adozione di pratiche di lavorazione dei suoli poco profonde e meno invadenti sui terreni di coltivazione e pratiche di gestione agraria sostenibili come la conversione della terra arabile in prato, l’incorporazione di paglia, i sovesci e le colture di copertura. A questo proposito contribuiscono anche la distribuzione di ammendanti organici come il compost ottenuto da matrici organiche ligneo-cellulosiche e il biochar, che è un carbone vegetale ottenuto dalla trasformazione termochimica di materiali organici, con un processo termochimico non superiore ai 300 °C, in assenza o comunque con poco ossigeno (pirolisi). Il biochar, oltre a svolgere la funzione di ammendante organico, è anche un formidabile sink di carbonio, dato che i materiali ligneo-cellulosici utilizzati sono ottenuti da piante che hanno assimilato l’anidride carbonica dall'atmosfera mediante il processo di fotosintesi. Favorire l’aumento degli stock di carbonio organico nei suoli coltivati e invertire le perdite di carbonio ​​(stimate in 0,5 per cento all'anno) è uno degli obiettivi del Green Deal europeo sul fronte dell’agricoltura. Inoltre, a supporto dell’obiettivo “neutralità climatica entro il 2050”, la Commissione europea ha sollecitato gli Stati membri a bilanciare le emissioni provocate da un uso poco virtuoso del suolo agricolo con azioni di rimboschimento, “pozzi” di assorbimento del carbonio, la riduzione del 50 per cento di pesticidi chimici e del 20 per cento di fertilizzanti entro il 2030, il ricorso all’agricoltura di precisione e per il 25 per cento a quella biologica, e la piantumazione di circa tre miliardi di nuovi alberi nei prossimi vent’anni.  


Per approfondire:

  • Ece Aksoy, Yusuf Yigini, Luca Montanarella. Combining Soil Databases for Topsoil Organic Carbon Mapping in Europe. Published: March 24, 2016. PLoS ONE 11(3): e0152098.
  • https://doi.org/10.1371/journal.pone.0152098.
  • LIFE08 ENV/IT/000428. Manuale di buone prassi contro il degrado del suolo.
  • fao.org/soils-2015.
  • FAO. Biochar – A Strategy to Adapt/Mitigate Climate Change? Set #1 – Technical Factsheets – DRAFT.
  • Bruno Biavati e Claudia Sorlini. Microbiologia generale e agraria. Feltrinelli ed. 2012.

 

Foto d’intestazione: Carlo Alberto Campiotti