Nello Scavo KIEV

Kiev

 


Nello Scavo, tra i più esperti e premiati corrispondenti di guerra italiani, raggiunge la capitale ucraina a metà febbraio 2022, quando la minaccia di un attacco russo si fa sempre più insistente, ma ancora in pochi credono possibile un’invasione militare da parte di Vladimir Putin. Da quel momento, registra senza censure il rapido tracollo di una situazione che si fa sempre più pericolosa: la dichiarazione dello stato di emergenza, il trasferimento delle ambasciate, e poi le esplosioni, le colonne di carrarmati, il disperato esodo dalle città. Giorno dopo giorno descrive i movimenti delle truppe russe e la resistenza degli ucraini; approfondisce le conseguenze politiche ed economiche dei combattimenti; svela le ragioni ideologiche alla base delle decisioni dei leader. …(continua)

carpenter per una vita più sempòice

Per una vita più semplice

 Traduzione e cura di Mauro Maraschi 


Il britannico Edward Carpenter (1844-1929) è conosciuto come uno dei principali fondatori del Labour Party, sostenitore del suffragio femminile, propugnatore dei diritti degli omosessuali, oppositore della violenza sugli animali e fortemente critico del modello di vita della società britannica vittoriana. Determinante nella sua vita fu l’incontro letterario e personale con Walt Whitman. Subì il fascino delle sue teorie egualitarie e del suo amore per la natura.
Disorientato "dalla complessità di quella scienza chiamata Economia politica", abbandona i suoi impegni attivi di studioso e conferenziere e si rifugia a coltivare con le sue mani un fazzoletto di terra, cercando di "mantenerne l’innocenza" lontano dalla società e dal groviglio della vita industriale,  praticando una vita sobria, un lavoro onesto, condizioni dignitose per i lavoratori. Nella piccola fattoria si creano  prodotti non edulcorati, sani, di quantità equilibrata e utili per compratori e consumatori.
“Per una vita più semplice” prende il titolo da uno dei nove saggi del libro, scritti tra il 1883 e il 1887, che Carpenter stesso collazionò per divulgare proprio questo suo ideale di vita libera dal desiderio febbrile di beni superflui e inutili. Non si limita alla teoria, ma illustra dettagliatamente i danni, personali, collettivi e ambientali, provocati dalla produzione incontrollata di beni per soddisfare i desideri di chi si affanna ad accumulare per poi sprecare.  Di contro esalta i vantaggi, che personalmente sperimenta, del lavoro equo e onesto che conduce coi contadini e i vari collaboratori; elogia una alimentazione parca, equilibrata e genuina, costituita, ad esempio, da un solo piatto a tavola per evitare di nutrirci più del necessario. Anche le nostre dimore, dice, sono piene di roba superflua, di orpelli che richiedono molta fatica, sprecata ogni giorno, per mantenere pulita una "massa di spazzatura”. Lo stesso vale per l’abbigliamento e per tutto quanto accumuliamo fuori misura. Una vita è più felice se più semplice. Nel saggio “La proprietà privata” scrive che questa non è negativa di per sé, ma lo diventa se il proprietario la sfrutta a suo esclusivo egoistico vantaggio. “Penso che un terreno sia proprietà per un tempo limitato, soltanto dell’uomo che lo coltiva con amore…; su quel terreno i giovani alberi fogliano con gratitudine”. Nessun possesso reale, dice Carpenter, può esistere su persone, animali o cose, senza che si sia instaurato un rapporto vivo e umano con la cosa posseduta.
Utopista? Sì, se consideriamo non praticabile l’applicazione alla lettera delle sue teorie, ma grande profeta se pensiamo all’enormità dei danni ambientali che ciecamente abbiamo prodotto e alle disiguaglianze sociali che abbiamo alimentato.  Carpenter ci aveva messi in guardia, con l'intensità e il convincimento del suo pensiero, la sua umanità e il suo entusiasmo. Vogliamo, ognuno nel nostro piccolo, mettere in pratica alcune delle sue tesi per provare ad assaporarne i benefici?

Etta Artale

Lunardi _copertina

SULLE SPONDE DELLA TERGOLA. Storia della rifondazione di un paese

Copertina a cura di Laura Barutta. 
Stampato in proprio


Scrivere fa bene a chi scrive, lenisce la nostalgia, appaga e rincuora, lo conferma Lunardi stesso durante un’intervista. Ma quando la scrittura è una storia anche se in parte romanzata legata a un territorio, diventa patrimonio culturale del lettore. La vicenda è quella vissuta in un paese della campagna veneta, P…, poco a sud della fascia delle risorgive, attraversato da un fiume di risorgiva che ne fa la ricchezza dal punto di vista agricolo e paesaggistico. Nell’area, tra le due guerre, prende avvio anche lo sviluppo di attività artigianali e produttive.
Il paese è sorto ben prima, lo testimoniano le tracce visibili del graticolato tracciato dagli agrimensori per la distribuzione di terra ai soldati romani al rientro dalle campagne belliche d'oltralpe. I toponimi dei paesi limitrofi come il Castrum Invernarum, ne sono un’ulteriore conferma. E’ proprio quest’ultimo che condivide il cimitero con P… non senza controversie, dai tempi di Napoleone.
Il paese quindi è il protagonista di questo romanzo, accompagnato da coprotagonisti che ne determinano i cambiamenti, vissuti come “stravolgimenti” da parte di alcuni abitanti che hanno quasi il ruolo di comparse e di cui si coglie la sofferenza silenziosa o inascoltata.
La chiesetta medievale situata sulla destra orografica della Tergola collegata alla canonica da un ponte di ferro era il cuore pulsante del paese. Dedicata ad Ambrogio, era protetta dall’elemento forse più prezioso e antico, il campanile. Meglio definirlo torre campanaria perché tale era e alla sua base sopravvivevano le fondamenta di una torre di avvistamento di epoca romana. Nel luglio del 1945 per l’allora parroco abbatterla era diventato un imperativo, voleva infatti procedere nel rinnovamento e ammodernamento del paese avviato alla fine della prima guerra mondiale. I mattoni dell’antica chiesetta servivano per ultimare la nuova chiesa iniziata durante il secondo conflitto con le pietre recuperate dagli edifici bombardati alla periferia di Padova. Il parroco aveva individuato come posizione favorevole un appezzamento di terreno lungo il rettifilo, parte di un cardine del graticolato, che portava al patrimonio edilizio più importante della località, la Villa Badoer.
Ma lo stravolgimento di P…prosegue anche dal punto di vista dell’assetto idrologico e paesaggistico. Il percorso della Tergola, fiume lento che asseconda la scarsa pendenza verso il mare con il suo andamento meandriforme in direzione nord ovest sud est come la falda sotterranea, viene raddrizzato "diventando un corridoio idraulico privo di vita sempre più ingessato e separato dalla campagna" (Mauro Varotto nel suo volume "Le Terre della Tergola", cierre edizioni 2005).
Dal paese di P… in qualche decennio a partire dal 1938 viene cancellata una parte di storia che le nuove generazioni leggeranno forse nei documenti ufficiali e anche grazie a chi ne diffonde la conoscenza arricchita con elementi di fantasia. Il libro di Lunardi intreccia a storie di amori clandestini e contrastati, vite di operai sfruttati, mediatori e sensali senza scrupoli a quella di pastori della chiesa che hanno più a cuore la vita terrena che la cura delle anime. Così è stato perduto quel pezzo di storia rappresentato dalla chiesetta medievale di P… situata in un’area verde paesaggisticamente pregevole.

Alberta Vittadello