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AquaFarm lancia il concorso che premia l’innovazione in acquacoltura

La 5a edizione della manifestazione italiana dedicata all’acquacoltura presenta alcune grandi novità e guarda al futuro del settore con fiducia.  


A febbraio del 2022 AquaFarm spegnerà 5 candeline e si prepara a festeggiare l’evento lanciando un concorso per premiare l’innovazione. Rivolto a ricercatori e start up provenienti da tutto il mondo, vuole premiare progetti, prodotti e servizi che hanno l’obiettivo di migliorare la produttività in acquacoltura. La call per partecipare sarà aperta dal 5 novembre al 31 dicembre 2021.

Dettagli e regolamento sulla pagina dedicata www.aquafarm.show/aquafarm-2022-rd-award/

 

AquaFarm è la mostra-convegno internazionale dedicata ad acquacoltura e industria della pesca sostenibile. NovelFarm è il più importante evento italiano interamente dedicato alle nuove tecniche di coltivazione, fuori suolo e vertical farming.Quest’anno affiancate daAlgaeFarm, appuntamento dedicato a tecnologie e applicazioni inalghicoltura.

 

 

Mostra Marcolongo

“Messa in scena”. Il Museo Antoniano ospita la personale di Paolo Marcolongo

Orari di apertura
martedì – domenica
9.00 – 13.00/14.00 – 18.00
 


Da venerdì 5 novembre 2020 a sabato 8 gennaio 2022, il Museo Antoniano e le salette adiacenti ospiteranno “Messa in scena”, mostra personale dell’artista padovano Paolo Marcolongo che esporrà per la prima volta al pubblico un caleidoscopio di nuove creazioni originali, frutto di un lavoro di ricerca che, unendo tradizione vetraria e arte orafa, riesce a dare vita ad opere sempre nuove per stile e concezione, utilizzando materiali e tecniche diverse.

«La Veneranda Arca di S. Antonio ha promosso ed è lieta di presentare in questa mostra una serie di opere di Paolo Marcolongo, a cui si addice perfettamente lo spazio nitido, bianco e silente delle salette del Museo Antoniano– racconta Giovanna Baldissin Molli, Presidente della Veneranda Arca di S. Antonio. Da alcuni anni difatti questi nuovi spazi hanno accolto esposizioni diverse, di tecniche tradizionali, passate indenni, come forme artistiche e materiali, attraverso i secoli, come la pittura, o di formulazione, pur ultracentenaria, più recente, come la riproduzione dell’immagine con mezzi meccanici e la più recente arte fotografica. Ora questa mostra disseminata negli spazi delle salette e del Museo presenta manufatti diversi della nostra contemporaneità, tra piano e tridimensionale, disegno, incisione, scultura, tecniche aurificiarie».
Una lunga ricerca artistica quella di Marcolongo. Nell'ideazione dei vasi in vetro, ad esempio, l’artista ha impresso al procedimento – che viene realizzato nelle più prestigiose fornaci di Murano, sotto stretta supervisione dell’artista – una serie di alterazioni rivoluzionarie quali l’intrusione, prima del raffreddamento, di filamenti ferrosi che, incorporati al materiale, conferiscono loro un’insospettata qualità organica capace di articolarsi in versatili inflorescenze vegetali che si mantengono però effimere, poiché comunque imprigionate nelle trasparenti alchimie del vetro.

Affini ai vasi, sono i gioielli, realizzati anch’essi da un radicale rinnovamento delle possibilità dell’arte vetraria. In occasione della mostra questi oggetti, concepiti dall’artista come minimali operazioni scultoree, sono esposti al Museo Antoniano nel soppalco che ospita le teche dove sono conservati i capolavori dell’oreficeria storica, mostrando come le più moderne creazioni possano abitare con delicata magnificenza gli spazi adibiti per ospitare le più antiche rinnovando la percezione di quei luoghi senza però tradirne lo spirito

L’arte del vetro di Murano agisce in stretta simbiosi con la pratica dell’artista anche nella realizzazione degli “Astri Terrestri”, pietre lunari in cui l’arte della sabbiatura e un massiccio ispessimento dell’involucro hanno conferito opaca e porosa gravezza. Simili ad una colata lavica ormai fossile, rimandano a un enigmatico universo minerale di forme e segni.

La sperimentazione sui materiali ha portato Marcolongo anche a confrontarsi con le mille potenzialità della carta e di sfruttarne tutte le possibilità formali.  Nascono da qui le “Geografie di carta” e le “Arature”, dove il materiale perde la sua caratteristica di bidimensionale tabula rasa per acquisire una prospera vitalità formale. La punta che la intarsia, come un vomere, riversa ai bordi eleganti rimasugli di cellulosa da riporto che, a sbalzo, tramutano il foglio in una minuta geografia di crinali e avvallamenti.

Sempre intarsiando la carta, regolando un incisore meccanico in concomitanza ad accuratissime modificazioni di spessori, Paolo Marcolongo ha ultimamente perfezionato una tecnica di lavorazione che permette la produzione di piccoli riquadri a geometria variabile, ampiamente rappresentati nelle sale della mostra, dove vengono presentati raggruppati in sequenza, il che permette non solo di apprezzare il singolo “pezzo”, ma conferiscono anche all’insieme il carattere d’opera continua caratterizzata da una forte coerenza d’insieme.

«Nelle carte ‘graffiate’ si ripropone quella antica e significativa connessione tra manufatto e cornice. – conclude la professoressa Baldissin Molli -. Quest’ultima nei documenti tardomedievali è definita, come è noto, “ornamentum”, come quel principio di compiutezza e definizione che rende pienamente ricca di significato l’opera, che, senza di essa, rimarrebbe di percezione scempia. È dunque un’esposizione dove il linguaggio dell’oggi può richiamare molteplici suggestioni all’indietro e, crediamo, anche in avanti, per quello che verrà dopo». 


Nato a Padova nel 1956, studia all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico e scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1984 al 1996 è professore all’ Istituto d’Arte P. Selvatico, dal 1996 è professore di Discipline Plastiche al Liceo Artistico Statale “Amedeo Modigliani “di Padova. Dal 1996 al 1998 è stato curatore e direttore della Galleria di gioielli contemporanei PD 362; dal 1998 al 2005 è stato curatore e direttore della “Galleria Marcolongo” specializzata in Arte Applicata. Dal 1999 al 2002 ha organizzato per l’associazione culturale “La Corte” di Sambruson –Dolo” vari Summer Workshop sul gioiello contemporaneo invitando artisti di fama internazionale, tra i quali Peter Skubic, Otto Kunzli e Giampaolo Babetto. Nel 2005 ha curato la mostra di Erico Nagai nello spazio museale dell’Oratorio di San Rocco. Nel 2005 ha organizzato e curato la mostra “PRO-GETTARE Architettura “presso il Museo Nazionale di Villa Pisani di STRA (Venezia). Nel 2006 ha curato la mostra di Ernst Gamperl “Un giro più del cerchio” nello spazio museale dell’Oratorio di San Rocco – Padova. Nel 2008/2009 è stato Cultore della materia in progettazione 3 presso il Dipartimento di Architettura della Facoltà di Ingegneria di Padova. Nel 2012 ha tenuto un laboratorio al Centro per l’Arte e la Comunicazione Visiva (ar.co) a Lisbona intitolato “The housing space”. Nel 2015 ha organizzato l’esibizione “170 Racconti in Bottiglia”, un’installazione che ripercorre i luoghi descritti nei racconti di “Danubio” di Claudio Magris, mostrata per la prima volta a Padova (Centro Culturale Altinate S. Gaetano) e poi in due ulteriori esposizioni a Barcellona (Galleria Lo Spazio) e Roma (Fondazione Pastificio Cerere) promosse dalla Nando And Elsa Peretti Foundation. Nel 2015 e stato insignito del Bayerischer Staatspreis 2015- Munchen.

La mostra, promossa dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il Museo Antoniano, è realizzata con il contributo di Autoserenissima Jaguar Land Rover, Barco Teatro, Blonde&Brains agenzia marketing e digital,  EMME Servizi di consulenza e brokeraggio assicurativo, Italchimica, Sanitec.

Ufficio stampa

Giuseppe Bettiol
349.1734262
comunicati@giuseppebettiol.it
www.giuseppebettiol.it

 

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Concorso Fotografico e Letterario “I gesti di cura delle donne”. Premiazione

A partire dalle ore 20.45

Con la pubblicazione sul sito web del Comune di Ponte San Nicolò, patrocinatore, dell’elenco delle opere fotografiche e letterarie premiate, si sono conclusi i lavori delle Giurie delle due Sezioni del Concorso Fotografico e Letterario “I gesti di cura delle donne”.


Indetto nel giugno scorso, il concorso ha voluto indagare sulle azioni di cura evidenziate dalla pandemia, mettendo in rilievo il ruolo delle donne nella cura di sé, degli altri e dell’ambiente. Ne è nata una riflessione a tutto campo e una rappresentazione variegata e coinvolgente che sarà condivisa con Voi nel corso della cerimonia di premiazione dei/delle vincitori/vincitrici del Concorso. La cerimonia si svolgerà venerdì 19 novembre 2021 a partire dalle ore 20.45  alla presenza delle Autorità comunali e con la partecipazione della scrittrice ed accademica italiana prof.ssa Antonia Arslan. 
Nel corso della cerimonia, oltre alla consegna dei premi, verrà data lettura di alcuni componimenti letterari premiati e verranno esposte le fotografie vincitrici del concorso.