Biodiversity Sampling Week: un approccio partecipativo alla ricerca scientifica

Di Alessandro Campiotti

La Settimana del Monitoraggio della Biodiversità rappresenta un esempio concreto di Citizen Science, in cui la cittadinanza è chiamata a dare il proprio contributo a supporto della comunità scientifica nelle attività di monitoraggio dello stato di conservazione della diversità biologica nei numerosi habitat naturali che arricchiscono il territorio italiano.


Si chiama Biodiversity Sampling Week (Settimana del Monitoraggio della Biodiversità) l’iniziativa promossa dal National Biodiversity Future Center (NBFC) che ha luogo dal 12 al 18 maggio lungo il territorio nazionale con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in attività di monitoraggio della diversità biologica nei più diversi ecosistemi. In questa settimana, infatti, persone di ogni età ed ambito professionale, accomunate dall’interesse per la natura, possono prendere parte a vere e proprie lezioni pratiche a cielo aperto, in cui supportare le ricercatrici e i ricercatori del NBFC in numerose operazioni di osservazione, monitoraggio e raccolta di dati inerenti allo stato di salute della biodiversità in Italia.

Oltre 50 iniziative sono state organizzate da nord a sud della penisola per includere i numerosi habitat che si sono sviluppati nei diversi ecosistemi naturali e antropizzati distribuiti tra l’ambiente terrestre, marino, collinare, costiero e urbano. La partecipazione ad una o più attività può essere l’occasione per apprendere qualcosa in più sul ciclo di vita e sulle abitudini di esseri viventi come mammiferi, piante, insetti e microrganismi, che troppo spesso percepiamo distanti da noi, mentre invece sono fondamentali per il corretto funzionamento degli stessi ecosistemi che sostengono la vita dell’essere umano sul pianeta.

I più appassionati possono contribuire attivamente a determinare le condizioni di vita in cui versano specie vegetali autoctone e insetti impollinatori, comunità microbiche del suolo e popolazioni di plancton marine, tramite l’applicazione di tecniche di campionamento necessarie alla raccolta di dati che saranno elaborati dai professionisti del settore allo scopo di rendere disponibili i risultati tanto alla comunità scientifica quanto alle persone esterne all’ambito della ricerca, per favorire il processo di sensibilizzazione.

Per queste ragioni la Biodiversity Sampling Week rappresenta un esempio virtuoso di Citizen Science (CS), o Scienza dei Cittadini, che consiste in un approccio partecipativo alla ricerca scientifica basato sulla collaborazione tra scienziati professionisti e semplici cittadini, con il comune intento di contribuire ad incrementare la conoscenza di una serie di tematiche di carattere ambientale. Per favorire l’avvicinamento dei cittadini al sapere scientifico, pertanto, da diversi anni le istituzioni responsabili del finanziamento della ricerca, come l’Unione Europea, attribuiscono sempre maggiore importanza alla valutazione dell’impatto sociale che può scaturire dalle attività scientifiche. A questo proposito, nei progetti di ricerca risulta particolarmente incentivata la pianificazione di campagne di comunicazione della scienza che possano potenziare la circolazione dei risultati prodotti presso l’opinione pubblica, con l’auspicio di migliorare al tempo stesso l’interesse, la conoscenza e la fiducia delle persone nei confronti della scienza.

Recenti studi supportano la tesi secondo cui un maggior coinvolgimento della cittadinanza nell’ambito della ricerca possa perseguire il duplice beneficio di carattere educativo e scientifico. Gli scienziati, infatti, vedrebbero arricchire le loro capacità di analisi dei fenomeni grazie ad una maggiore conoscenza del punto di vista della platea dei non addetti ai lavori, e in questo modo, oltre ad essere incentivati a migliorare le strategie di trasmissione dei risultati mediante un’efficace divulgazione, fornirebbero anche una serie di elementi utili all’elaborazione di politiche per la promozione del dialogo tra i diversi attori sociali.

Per approfondire:

Giardullo, P., Neresini, F., Marín-González, E., Luís, C., Magalhães, J. and Arias, R. (2023). Citizen science and participatory science communication: an empirically informed discussion connecting research and theory JCOM 22(02), A01. https://doi.org/10.22323/2.22020201

Haklay, M., Motion, A., Balázs, B., Kieslinger, B., Greshake Tzovaras, B., Nold, C., et al. (2020). Le caratteristiche della scienza dei cittadini dell’ECSA. Zenodo . doi: 10.5281/zenodo.3758668

Italia Citizen Science, Biodiversity Sampling Week 12-18 maggio 2025, https://citizenscience.netseven.work/bdsweek_map/

National Biodiversity Future Center (NBFC) https://www.nbfc.it/biodiversity-sampling-week

Immagine di intestazione di Alessandro Campiotti

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6 maggio 2025: in Italia è “Overshoot Day”

Di Alessandro Campiotti


Come ogni anno il Global Footprint Network ha calcolato le date in cui i paesi di tutto il mondo raggiungono il momento del sovrasfruttamento delle risorse naturali rigenerabili. In soli cinque mesi l’Italia ha consumato il budget ecologico di un anno, utilizzando due volte e mezzo le risorse disponibili e aprendo la strada a sette mesi di deficit ecologico.

Il 6 maggio l’Italia ha “celebrato” l’Overshoot Day o Giorno del sovrasfruttamento terrestre, che, come si può intuire dal nome, non rappresenta una ricorrenza di carattere positivo, bensì il giorno in cui il pianeta esaurirebbe le risorse naturali rinnovabili se l’intera popolazione mondiale consumasse con lo stesso ritmo dell’Italia. Seguendo questo ragionamento, pertanto, dal 7 maggio avremmo esaurito le risorse necessarie a sostenere il nostro fabbisogno in termini di energia, acqua e cibo durante il 2025, avviando un periodo di deficit ecologico lungo oltre sette mesi, fino alla fine dell’anno, in cui consumeremmo le risorse naturali previste per il 2026, aumentando lo sfruttamento degli ecosistemi naturali. La data è stata calcolata dal Global Footprint Network con riferimento al rapporto su base annua tra la biocapacità globale, cioè la capacità di rigenerazione da parte degli ecosistemi, e l’impronta ecologica umana, che misura il consumo di risorse naturali da parte dell’essere umano, il tutto moltiplicato per i 365 giorni dell’anno.


Al tempo stesso, va ricordato che non tutti i paesi contribuiscono in egual misura all’impronta ecologica globale, e le differenze rilevate tra un paese e l’altro possono essere davvero notevoli. Come si può desumere dallo schema pubblicato dal Global Footprint Network (nell’immagine di intestazione), i diversi stati oggetto di analisi tendono a raggiungere l’Overshoot Day in periodi diversiin relazione all’entità della loro capacità di rigenerazione delle risorse naturali e della loro impronta ecologica, più o meno marcata anche in relazione al livello di sviluppo socioeconomico raggiunto. L’Italia, per esempio, è tra gli stati a più elevato debito ecologico, dal momento che ha esaurito lo stock di risorse naturali nei primi cinque mesi dell’anno, dimostrando che se il resto della popolazione mondiale si adeguasse ad un tale livello di consumo per il fabbisogno di beni e servizi come cibo, legname, energia, strade e infrastrutture, sarebbero necessarie le risorse generate annualmente da 2,6 pianeti.


Inoltre, in linea con le proiezioni dell’anno passato, il Qatar risulta il paese che detiene il primato negativo in termini di sovrasfruttamento delle risorse globali, raggiungendo l’Overshoot Day il 6 febbraio, mentre il paese più virtuoso risulta l’Uruguay, che lo raggiunge a fine anno, precisamente il 17 dicembre. In un contesto di tale deficit ecologico, la naturale biocapacità del pianeta di rigenerarsi e fornire servizi ecosistemici diventa un fattore limitante, mentre aumentano una serie di conseguenze negative, quali la deforestazione, la perdita di biodiversità, il consumo di suolo, l’inquinamento atmosferico e l’aumento netto di emissioni di anidride carbonica (CO2). Per cercare di invertire la rotta, il Global Footprint Network ha lanciato una strategia in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, e le soluzioni proposte vanno dalla conservazione della natura alla tutela della biodiversità, dall’agricoltura rigenerativa alla pesca sostenibile, dalla riduzione del consumo di carne al contenimento dello spreco alimentare, dal potenziamento delle energie rinnovabili al risparmio energetico.

Per approfondire:

https://overshoot.footprintnetwork.org/newsroom/country-overshoot-days
Global Footprint Network, Estimating the Date of Earth Overshoot Day 2022.

Foto di intestazione: Global Footprint Network www.footprintnetwork.org

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Earth Day 2025, tra successi e contraddizioni


Di Alessandro Campiotti

La Giornata Mondiale della Terra è stata occasione di iniziative e dibattiti in circa 200 Paesi ed ha rilanciato l’obiettivo di potenziare la produzione mondiale di energie rinnovabili. Tuttavia, alcune contraddizioni della transizione energetica contribuiscono a ridurre l’attenzione di imprese e cittadini sui temi della sostenibilità socio-ambientale.

Foto di Alessandro Campiotti

Lo scorso 22 aprile è stata celebrata la Giornata Mondiale della Terra, istituita negli Stati Uniti nel 1970 a seguito di un disastro naturale provocato l’anno prima, nel 1969, dall’esplosione di una piattaforma petrolifera a largo della costa di Santa Barbara, in California. La contaminazione marina e costiera, causata dalla perdita di milioni di litri di petrolio, ebbe un tale impatto nell’opinione pubblica che il senatore Gaylord Nelson lanciò l’iniziativa di istituire una giornata che avesse la valenza di sensibilizzare la popolazione mondiale nei confronti dei temi legati alla tutela del pianeta.

Da oltre 50 anni, infatti, la celebrazione di questa giornata fornisce l’occasione a circa 200 stati di porre la questione della salvaguardia ambientale al centro del dibattito pubblico, incentivando l’organizzazione di numerose iniziative rivolte alla cittadinanza, con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza ecologica di adulti e piccini. Tra le iniziative più partecipate, anche quest’anno, figurano la pulizia di parchi e spiagge, la piantumazione di nuovi alberi, l’organizzazione di mercatini di prodotti sostenibili e poi ancora eventi culturali e didattici che hanno visto l’alternanza di momenti di formazione, riflessione e intrattenimento alla presenza di esperti del settore e divulgatori scientifici.

Il tema ufficiale dell’Earth Day 2025 è stato “our Power, our Planet” (Il nostro potere, il nostro pianeta), per sottolineare quanto l’essere umano e le attività antropiche siano responsabili dell’impatto ambientale esercitato sugli ecosistemi naturali e sulle specie animali e vegetali che li abitano. Per tali ragioni, tra i principali propositi avanzati quest’anno nell’ambito della Giornata della Terra, c’è l’accelerazione del processo di transizione dall’uso di energie fossili verso le energie rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 legate ai processi di combustione delle risorse naturali quali carbone, petrolio e gas.

A questo proposito, gli investimenti nel settore delle rinnovabili risultano crescenti da diversi anni, come dimostra l’aumento della quota di energia elettrica derivante da fonti alternative, che in Italia ha superato il 40% nel 2024. Allo stesso tempo, però, occorre far presente che non sempre alla quota di energia prodotta da fonti rinnovabili corrisponde una riduzione proporzionale dello stock di energia prodotto da fonti fossili. Infatti, come è stato recentemente sostenuto da Daniel Yergin (economista e ricercatore statunitense nel settore dell’energia) in un’analisi pubblicata dalla testata americana Foreing Affairs, l’attuale processo a cui stiamo assistendo somiglia più ad un’aggiunta energetica piuttosto che ad una transizione energetica.

Se il 2024 è stato l’anno in cui la produzione globale di energia solare ed eolica ha raggiunto livelli record rispetto al decennio precedente, un analogo incremento è stato conseguito relativamente alla produzione di energie derivanti da carbone e petrolio, ottenendo come risultato complessivo una maggiore richiesta energetica a sostegno di un pianeta sempre più abitato ed esigente di maggiori servizi. Tra questi, i sistemi di intelligenza artificiale, sempre più comuni tra le persone di ogni età, risultano un mezzo particolarmente dispendioso in termini di consumo energetico ed idrico. Per queste ragioni, diversi studi stimano che entro il 2030 l’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere una tale capillarità presso la popolazione da richiedere alcuni punti percentuali dell’intero stock di energia globale per il suo funzionamento.

Probabilmente la contraddizione dell’aggiunta energetica, insieme al rilancio massiccio delle fonti fossili da parte dell’attuale amministrazione americana, hanno contribuito a determinare il calo di attenzione registrato negli ultimi mesi presso cittadini e imprese nei confronti dei temi legati alla sostenibilità ambientale e sociale. In questo contesto, pertanto, sarebbe opportuno che i diversi attori istituzionali intervenissero tramite campagne di informazione e formazione per fare maggior chiarezza presso l’opinione pubblica rispetto all’attuale stato in cui versa la comune sfida verso la transizione energetica, con l’auspicio di poter comunicare nella prossima Giornata Mondiale della Terra il raggiungimento di alcuni obiettivi concreti in materia di sostenibilità energetica ed ambientale.

Per approfondire:

Antonio Pascale, Transizione bluff. Tutti i paradossi del piano per azzerare le emissioni, Il Foglio, 24/03/2025 https://www.ilfoglio.it/economia/2025/03/24/news/transizione-bluff-tutti-i-paradossi-del-piano-per-azzerare-le-emissioni-7544699/

Daniel YerginPeter Orszag, and Atul Arya, The Troubled Energy Transition – How to Find a Pragmatic Path Forward, Foreign Affairs, 25/02/2025, https://www.foreignaffairs.com/united-states/troubled-energy-transition-yergin-orszag-arya

easy4green, Giornata della Terra 2025: cos’è, quando si celebra e tutte le iniziative in Italia, 10/04/2025https://easy4green.it/ambiente/giornata-della-terra-2025-cos-e-quando-si-celebra-e-tutte-le-iniziative-in-italia/

Ferruccio De Bortoli, L’inatteso crollo dell’attenzione alla sostenibilità, Corriere della Sera, 17/04/2025, https://www.corriere.it/frammenti-ferruccio-de-bortoli/25_aprile_17/l-inatteso-crollo-dell-attenzione-alla-sostenibilita-a262116d-a1b9-4bbf-b4fb-656dee6ecxlk.shtml

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