In un’intervista del 2017 alla Treccani il premio nobel Krasznahorkai rivela: “L’italia mi ha dato la vena creativa”
In una intervista realizzata da Alessandro Raveggi nel 2017 e pubblicata su “Il Tascabile Treccani”, il Premio
Nobel per la Letteratura 2025, László Krasznahorkai ha rivelato il suo profondo legame con l’Italia “paese che
ha mostrato a noi dell’Est una via creativa”.

Foto da “Il Tascabile Treccani”
“A scuola in Ungheria – dice – ho studiato il latino, e il Rinascimento italiano è stato sempre il mio
grande amore. Quando sono in Italia è come se mi avessero dato una botta in testa, perché da ogni parte mi arriva
un’influenza fortissima”.
L’intervista restituisce una riflessione lucida e universale sul ruolo dell’arte e della letteratura come forme di
resistenza e di sopravvivenza spirituale di fronte alla disgregazione. Pur non avendo un intento politico esplicito,
Krasznahorkai riconosce che ogni narrazione nasce da un mondo “chiuso” che invoca “un input esterno”, una
scossa, una speranza di sovversione. Come osserva Raveggi, per lo scrittore “in un mondo di violenza e
distruzione, di guerra e guerra, la ricostruzione poetica è un atto utopico ed etico ad un tempo”, un gesto di
salvezza che attraversa tutta la sua opera, dai primi romanzi fino agli scritti più recenti.
Ed è in questo orizzonte di rovina e di rinascita che si inserisce una delle immagini più potenti e rivelatrici della
poetica di Krasznahorkai: quella dei “tramonti senza speranza”, che – “più importanti di qualsiasi autore” – hanno
ispirato le pagine dei suoi romanzi più intensi, da Satantango a Melancolia della resistenza.
L’intervista integrale è disponibile su Il Tascabile Treccani: Krasznahorkai: di tramonti senza speranza
Fonte: Comunicati Stampa Treccani
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