Fondazione Benetton. Borse di studio sul paesaggio

Bando decima edizione 2024/25

Scadenza venerdì 30 agosto 2024 alle ore 12

E’ uscito il bando della decima edizione delle Borse di studio sul paesaggio, istituite annualmente dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche per sostenere giovani laureati desiderosi di intraprendere un percorso di ricerca nel campo della cultura del paesaggio e del giardino, e della cura dei luoghi.
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Laureati e post laureati italiani e stranieri hanno tempo fino a venerdì 30 agosto 2024 alle ore 12 per partecipare al bando della decima edizione delle Borse di studio sul paesaggio, istituite annualmente dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche per sostenere giovani laureati desiderosi di intraprendere un percorso di ricerca nel campo della cultura del paesaggio e del giardino, e della cura dei luoghi.

Le borse di studio sono indirizzate a tre aree tematiche che corrispondono al profilo culturale e al campo operativo di tre figure fondamentali per il lavoro scientifico della Fondazione fin dalla sua istituzione: Sven-Ingvar Andersson (Progetto di paesaggio), Rosario Assunto (Teorie e politiche per il paesaggio) e Ippolito Pizzetti (Natura e giardino).

L’edizione 2024/2025 prevede l’attivazione di due borse di studio residenziali e semestrali (15 gennaio 2025-15 luglio 2025), ognuna corrispondente a una delle tre aree tematiche, a scelta del candidato.

Saranno privilegiate proposte dai contenuti originali, innovativi e coerenti con l’indirizzo scientifico della Fondazione.

Il valore di ciascuna borsa è fissato in euro 10.000,00 (lordi).

Le borse sono destinate a laureati (laurea magistrale) e post laureati italiani e stranieri, che non abbiano compiuto i 40 anni alla data del 31 agosto 2024. Non possono concorrere i titolari di assegni di ricerca, né coloro i quali ricoprano un impiego pubblico o privato e svolgano una qualunque attività lavorativa in modo continuativo.

Il modulo per la candidatura è disponibile, con il bando, nel sito www.fbsr.it

Scarica il bando

La domanda dovrà essere inviata all’indirizzo paesaggio@fbsr.it entro venerdì 30 agosto 2024, alle ore 12.

Per maggiori informazioni:
Fondazione Benetton Studi Ricerche, via Cornarotta 7-9,
T 0422 5121, paesaggio@fbsr.it, www.fbsr.it

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L’ Università di Pavia festeggia il 31 maggio la Giornata nazionale delle Scienze Politiche e Sociali

A 100 anni dalla fondazione della prima Scuola

Compie 100 anni l’insegnamento delle Scienze Politiche e Sociali in Italia. Originariamente nata nel gennaio 1924 all’Università di Pavia come Scuola di scienze politiche e sociali – prima nel Paese seguita da Padova e dalla Sapienza di Roma – l’indirizzo di studio divenne Facoltà nel 1926.

A un secolo di distanza venerdì 31 maggio debutta a Pavia la prima Giornata nazionale delle Scienze Politiche e Sociali, ideata e organizzata proprio dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università pavese. L’obiettivo è quello di delineare scenari concreti delle sfide che ci aspettano in quattro macro contesti: sicurezza, disuguaglianze, città intelligenti e salute attraverso l’integrazione tra la centenaria tradizione delle scienze sociali e le “scienze dure”, quali matematica, fisica, biologia, chimica.

Anche gli ospiti in programma sono “multidisciplinari”, a sottolineare la necessità di un approccio trasversale per affrontare il futuro.

Il Programma

Dalla Bee City al Bosco delle Api: un modello per la tutela delle api, la rigenerazione urbana e il coinvolgimento delle comunità locali

di Alessandro Campiotti

Foto di Jason Leung
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Il 20 maggio si è celebrata la Giornata mondiale delle Api con lo slogan “Bee engaged with youth” (le api impegnate con i giovani), istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite alla fine del 2017 dopo la pubblicazione del Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare pubblicato nel 2016 dalla Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES). Il Rapporto ha posto particolare attenzione sul ruolo delle attività antropiche e dei cambiamenti climatici sulla graduale estinzione di molte specie vegetali e animali, tra cui gli insetti impollinatori. Recenti studi confermano questa tesi, sottolineando il pericolo di conseguenze molto negative sugli ecosistemi naturali e sulla produzione alimentare, che per il 35% dipende dall’impollinazione entomofila. Il valore economico dell’impollinazione a livello di mercato agricolo globale, infatti, è pari a circa 577 miliardi di dollari ogni anno. Il declino degli impollinatori causerebbe scenari socioeconomici preoccupanti a causa della minore produzione agroalimentare, del conseguente aumento del prezzo dei beni, e delle carenze alimentari che avrebbero un impatto negativo soprattutto sulla salute dei ceti più svantaggiati.

I principali fattori che causano la diminuzione delle api sono la perdita di habitat naturali, l’eccessiva urbanizzazione, l’uso intensivo di pesticidi, la pratica della monocoltura, il crescente avvento di specie aliene invasive e di parassiti. Tra i possibili interventi, ci sarebbe la graduale transizione dall’agricoltura convenzionale ad una gestione integrata o biologica dell’agro-ecosistema, accoppiata all’adozione di avvicendamenti colturali benefici per suolo, piante e insetti. Anche le città rappresentano un ulteriore strategia per la salvaguardia delle api e il benessere dei cittadini e a questo proposito sono sempre più numerosi i piani di azione locale di comuni e città che prevedono interventi in favore della promozione delle api come elemento per la rigenerazione urbana basata sulla Natura (NbS) e lo sviluppo di servizi ecosistemici.

Tra gli esempi più virtuosi, oltre alle iniziative svolte in molte città europee in favore della salvaguardia delle api, di rilievo quello di Toronto (Canada), dove dal 2016 è stato avviato il progetto Bee City (Città delle Api), che ha consentito alla cittadinanza di eleggere dei rappresentanti nei comuni per la salvaguardia della natura e delle api. A Roma, nel 2020, Greenpeace ha promosso il progetto “Bosco delle Api” per la tutela della biodiversità, con la creazione di un sistema agroforestale multifunzionale costituito da specie arboree ed erbacee, arricchito da una vasta presenza di essenze officinali prelibate per gli impollinatori. Il progetto è stato replicato a Cremona, dove il Bosco delle Api è diventato un vero e proprio luogo di biomonitoraggio utile per attività didattiche e iniziative culturali per la biodiversità e la sostenibilità ambientale delle città.

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