Parte terza, cap.4. Il controllo biologico

L’agricoltura biologica, regolata da norme omogenee in tutta Europa, esclude l’uso di prodotti di sintesi per la difesa delle coltivazioni dai parassiti, ammettendo prodotti di derivazione minerale come il solfato di rame e lo zolfo, utilizzati come fungicidi e altri principi attivi di origine vegetale. I principi dell’agricoltura biologica non sono direttamente applicabili alle grandi produzioni agricole, ma l’attuazione obbligatoria dei principi di difesa integrata renderà più salubre l’ambiente e diminuirà il rischio sanitario per lavoratori e consumatori.

I principi del controllo biologico

In generale, si può definire controllo biologico qualsiasi pratica che sfrutta l’attività di nemici naturali quali predatori, parassitoidi o patogeni al fine di ridurre o eliminare popolazioni di insetti dannosi.
Tutto ciò comprende una larga serie di interventi che vanno dalla semplice conservazione di nemici naturali per mezzo di un razionale uso dei pesticidi fino alla programmata introduzione di entomofagi affinché agiscano come insetticida vivente.

Vantaggi

Quale alternativa all’impiego dei pesticidi le tecniche di controllo biologico vengono usate per impedire ai fitofagi di superare la soglia di dannosità economica. Esistono in commercio numerose specie utili che, se impiegate correttamente, risultano davvero efficaci.
Il controllo biologico non subisce le restrizioni legali, ambientali e sanitarie a cui invece sono sottoposti gli insetticidi: gli insetti utili non sono tossici, non hanno tempo di carenza, non inquinano, non danno origine a fenomeni di resistenza e in molti casi il loro impiego ha gli stessi costi della lotta chimica (talvolta anche minori).
Diversamente dagli insetticidi, che distruggono ciecamente un grande numero di insetti e animali, gli entomofagi possiedono preferenze più specifiche e pertanto non danneggiano tutti gli "organismi non bersaglio" (uomo, animali domestici, pesci, uccelli, ecc.).

Svantaggi

Rispetto al controllo chimico, quello biologico necessita di una capacità di gestione e programmazione superiore, può richiedere più tempo, operazioni di monitoraggio, pazienza e, talvolta, periodi più lunghi per l’apprendimento e la pratica. Per avere successo si richiedono superiori capacità nella comprensione della biologia ed etologia sia dei fitofagi, sia dei loro nemici naturali.
La maggior parte degli insetti utili risulta suscettibile agli insetticidi (molto meno ai fungicidi), per cui un loro impiego in programmi di lotta integrata richiede molta attenzione. Rispetto alla lotta chimica i costi, talvolta, possono essere superiori e spesso i risultati non sono subito evidenti.


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Parte II cap.4 La fertirrigazione

La fertirrigazione è una pratica di concimazione che consiste nella somministrazione dei concimi usando come vettore l’acqua dell’irrigazione. 
La tecnica si può applicare, con impianti di tipologia differente, sia per la concimazione minerale sia per quella organica (usando ad esempio i liquami) ma in genere si adotta per la concimazione minerale.

La fertirrigazione comporta infatti la miscelazione con l’acqua irrigua di una soluzione fluida di concimi, operazione impossibile da effettuarsi con la maggior parte dei fertilizzanti organici.
Il vantaggio della fertirrigazione consiste nell’ottimizzazione della nutrizione minerale, in quanto la somministrazione dei concimi può essere adattata alla dinamica dei fabbisogni nutritivi della coltura nel corso del ciclo: un impiego ottimale dell’impianto contempla anche la variazione del dosaggio e della formula di concimazione secondo la fase fenologica della coltura. La fertirrigazione si presta per essere adottata nei sistemi d’irrigazione in pressione, preferibilmente con distribuzione localizzata (irrigazione a goccia o altri sistemi di microirrigazione). Dati gli alti costi fissi degli impianti e i costi di esercizio non trascurabili, la fertirrigazione è in genere adottata in orticoltura, in frutticoltura, in floricoltura e nelle coltivazioni in serra. Non esistono, comunque, vincoli tecnici all’adozione sulle altre colture erbacee da pieno campo.


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