Finanziamenti Europei. “Orizzonte 2020”

Il programma europeo Orizzonte 2020 ha attualmente aperto diverse linee di finanziamento che possono interessare le PMI collegate all’agricoltura e alla trasformazione degli alimenti, le aziende agricole e gli istituti di ricerca del settore agro-alimentare. Qui di seguito ne riportiamo solo alcuni. Per la lista completa, si prega di far riferimento ai link posti in fondo all’articolo.

Il bando H2020-SMEINST-1-2014 offre alle PMI la possibilità di finanziare attività nel settore alimentare collegate alla produzione e trasformazione degli alimenti purché siano efficienti da un punto di vista energetico e innovative da un punto di vista di impatto ambientale. Lo scopo è quello di limitare il degrado ambientale, ottimizzare l’uso delle risorse e rendere sostenibile la produzione e la trasformazione alimentare a tutti i livelli in modo innovativo e competitivo. Attualmente, soprattutto da parte delle PMI si ha un eccessivo uso di acqua e energia, e un’elevata produzione di gas serra e di rifiuti.
Il bando si articola in tre fasi e i partecipanti possono partecipare in modo indipendente a ciascuna di esse.
La fase 1 finanzia studi di fattibilità con una somma forfettaria di 50.000€ per progetti di almeno 6 mesi.
La fase 2 finanzia i progetti che seguono l’idea di una produzione alimentare sicura. I finanziamenti previsti vanno da 0,5 a 2,5 milioni di € per progetti di durata tra i 12 e i 14 mesi.
La fase 3 offre la possibilità alla PMI di beneficiare di aiuti e servizi indiretti attraverso il programma “Access to Risk Finance”. Tali servizi includono per esempio la formazione per identificare il potenziale dell’azienda e pianificare un piano di crescita, lo sviluppo di strategie di mercato e il miglioramento della leadership aziendale.
Budget complessivo: 25.102.000€.
Data ultima per la presentazione delle domande: 17/12/2014.

Due bandi riguardano tipologie di allevamento sostenibile.
Il bando H2020-ISIB-2015-1 riguarda specificatamente la creazione di allevamenti sostenibili e include il benessere animale, l’allevamento, la nutrizione e il sistema di produzione. Sono desiderabili co-finanziamenti da parte degli stati membri come pure cooperazioni transnazionali anche con paesi terzi.
Budget complessivo: 27.000.000€.
Data ultima per la presentazione delle domande: 11/12/2014.
Il bando H2020-SFS-2015-2 offre opportunità per il monitoraggio della sostenibilità degli allevamenti a terra, tenendo conto dell’allevamento, nutrizione e salute dei capi, ma non solo. Viene richiesto un approccio olistico che tenga conto della maggiore richiesta di suolo, di cibo e di produttività, senza perdere di vista però la sostenibilità ambientale e sociale, la resilienza e la competitività.
Budget complessivo: 104.000.000€
Data ultima per la presentazione delle domande: 11/12/2014

Il bando H2020-SFS-2015-2 riguarda la gestione del suolo. In particolare i progetti dovrebbero valutare il reale impatto delle tecniche che mirano ad una migliore gestione del suolo, quali ad esempio: agricoltura di precisione, rotazioni colturali, agricoltura conservativa. Il problema che deve essere affrontato è relativo alla perdita di fertilità del suolo e la quasi completa dipendenza da input esterni, quali l’aggiunta di azoto e fosforo (soltanto di importazione) o di altri prodotti industriali ad alto impatto ambientale. L’uso inappropriato del suolo e delle risorse idriche, e l’abuso di sostanze esterne rappresentano una perdita economica per l’agricoltore e un peso per l’ambiente che poi si riflette sulla salute umana. Una migliore gestione del suolo può portare a un aumento della competitività come della sostenibilità.
Budget complessivo: 104.000.000€
Data ultima per la presentazione delle domande: 03/02/2015

Il bando H2020-SFS-2015-2 riguarda studi e valutazioni dell’impatto sociale nonché sulla sicurezza alimentare delle aziende agricole di tipo familiare.
Budget complessivo: 104.000.000€
Data ultima per la presentazione delle domande: 03/02/2015

Per saperne di più:
Horizon 2020 Call for Proposal
Calls for Sustainable Food Security

 

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Azienda familiare italiana da imitare, secondo la FAO

Il 2014 è l’anno internazionale dell’agricoltura familiare, settore di fondamentale importanza socio-economica, ambientale e culturale. Con il termine Agricoltura Familiare si intendono tutte quelle attività collegabili con l’agricoltura, acquacoltura, zootecnia e silvicoltura esercitate principalmente da membri della stessa famiglia.

Sia nei paesi industrializzati come nei paesi in via di sviluppo, la struttura agricola predominante è quella di tipo familiare. Basti pensare che dei 570 milioni di aziende agricole nel mondo, oltre 500 milioni sono gestite proprio a livello familiare e sono responsabili di almeno il 56% della produzione agricola mondiale.
A livello di singola nazione, ci sono diversi fattori che contribuiscono al successo dell’agricoltura familiare, quali: condizioni agro-ecologiche, caratteristiche del territorio, politiche ambientali, accessibilità ai mercati, accesso alla terra e alle risorse naturali, accesso alla tecnologia e ai finanziamenti, condizioni demografiche, economiche  e socio-culturali e, infine, disponibilità di un’educazione specializzata.
A capo di molte delle iniziative intraprese si trova la FAO, che si è mossa soprattutto per:

  • aiutare lo sviluppo di politiche favorevoli a un’agricoltura familiare sostenibile;
  • sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’agricoltura familiare;
  • individuare i bisogni, i potenziali e le difficoltà dell’agricoltura familiare e fornire il supporto adeguato;
  • creare sinergie per sviluppare una sostenibilità futura.

In questo periodo sono state studiate diverse realtà agricole e più volte la FAO ha citato esempi positivi riguardanti realtà italiane.
Una pubblicazione intera è stata dedicato ad una realtà alto atesina, oggetto di un caso studio. La pubblicazione dal titolo "Apple-producing family farms in South Tyrol: an agriculture innovation case study", analizza come in Alto Adige si sia sviluppato un sistema innovativo di agricoltura familiare particolarmente efficace.
La superficie coinvolta è di circa 19.000 ettari, coltivata da oltre 8.000 piccoli produttori, con una proprietà terriera media di 2,5 ettari. I terreni sono principalmente dedicati alla produzione di mele. Le mele prodotte in questa zona riforniscono il 50% del mercato italiano, il 15% di quello europeo e il 2% di quello mondiale. La produzione si adatta e riesce con profitto a rispondere alle esigenze di mercato e rimanere competitiva sia nel mercato europeo sia in quello mondiale.
Lo studio ha analizzato questa realtà per capirne i punti di forza e quindi riportarli come esempi positivi da seguire al fine di ottenere uno sviluppo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
La particolarità individuate sono diverse e coinvolgono il singolo agricoltore, l’amministrazione locale e le associazioni di categoria.
Il 95% dei piccoli produttori sono associati in cooperative. Queste ultime poi si riuniscono tra loro per formare due sole organizzazioni di produttori.
Il meccanismo di cooperazione è iniziato subito dopo la seconda guerra mondiale con la creazione in una efficiente e concreta rete di apprendimento e innovazione per l’agricoltura sostenibile (LINSA – Learning and Innovation Network for Sustainable Agriculture). La LINSA coinvolge agricoltori, cooperative ed associazioni di categoria, enti di ricerca, servizi di consulenza nel settore, enti pubblici e privati collegabili con la produzione di mele, e li collega tra loro costruendo una rete efficiente ed efficace grazie soprattutto alla disponibilità a cooperare dei vari operatori.
La componenti più importante della LINSA sono le cooperative di melicoltori che rispondono rigorosamente ai principi base dell’auto-supporto, dell’auto-amministrazione, dell’auto-responsabilità e della promozione degli associati.

Altri fattori sono risultati determinanti nella creazione di questo sistema, tra cui la natura storica, sociale e culturale della zona, che ha favorito la collaborazione tra gli abitanti e le istituzioni per potersi sviluppare e evolversi. Inoltre, la politica locale, stabile, ha completato, nel settore ambientale e in particolare quello agricolo, le politiche nazionali ed europee fornendo occasioni di innovazione e sviluppo. Infine, la diversificazione delle entrate delle 8.000 famiglie di agricoltori ha fornito al sistema una notevole resilienza.
Lo sviluppo della rete LINSA è stato influenzato da meccanismi formali e informali con un grande contributo dato dall’apprendimento sociale.
Meccanismi formali coinvolgono politiche, istituzioni e singolo individui. L’apprendimento sociale permette di permeare il sistema. L’apprendimento sociale in Alto Adige è collegato a dinamiche interne ed esterne sia individuali sia collettive. Il capitale sociale creato fornisce i mezzi per assorbire le conoscenze esistenti, provenienti anche da terzi, e di crearne di nuove. La ricerca e il sistema educativo si è evoluto in modo da sostenere il processo di innovazione e incentiva la capacità di sviluppare iniziative nuove anche avvalendosi del supporto dei servizi di consulenza e delle tecnologie innovative presenti sul territorio.
La LINSA risulta essere una soluzione efficace ed efficiente, basata su relazioni umane, fiducia, visione e interesse comune, tutti fattori che aiutano il trasferimento della conoscenza e sono in grado di fornire una risposta rapida e collettiva all’innovazione.

Per saperne di più:

FAO – Family Farming

 

Come valorizzare i Servizi Ecologi Essenziali

La natura ci fornisce moltissimi servizi senza che ne siamo consapevoli; infatti procura predatori per i parassiti, provvede all’impollinazione delle colture, previene l’erosione del suolo, solo per citarne alcuni. Tutti questi servizi, vengono raggruppati sotto il nome di “Servizi Ecologici Essenziali” (ES – Essential Ecological Services) e se si potessero monetizzare varrebbero miliardi di euro soltanto in Italia.

Al fine di quantificare questi servizi ecologici essenziali, sottolinearne il valore e quindi impiegarli con maggior consapevolezza e beneficio, nel 2013 l’Unione Europea ha finanziato il progetto QuESSA (Quantification of Ecological Services for Sustainable Agriculture) all’interno del 7° Programma Quadro con 3 milioni di euro.
Il progetto che si concluderà nel 2017, ha specificatamente lo scopo di quantificare i servizi dell’ecosistema per promuovere un’agricoltura sostenibile.
In particolare per poter fornire indicazioni utili per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile bisogna tenere conto della presenza di:

  • un sistema di agricoltura principalmente basato sull’impiego di prodotti artificiali che contribuiscono all’inquinamento e alla perdita di biodiversità;
  • una popolazione mondiale in crescita con conseguente aumento della richiesta di cibo;
  • una necessità di produrre mantenendo un equilibrio con l’ambiente circostante in modo da non impoverire le risorse naturali.

Per poter valorizzare al meglio i servizi ecologici è essenziale:

  • individuare e definire gli ES più importanti in tutti gli ambienti, non solo in quello agricolo;
  • quantificare l’impatto e l’importanza di alcuni ES chiave per l’agricoltura, come: impollinazione, controllo dei parassiti delle piante e delle infestanti, mitigazione dell’erosione, accumulo della materia organica;
  • conoscere come migliorare e incentivare questi ES.

Il progetto si svolge in 8 paesi europei che coprono un totale di 16 diversi habitat semi naturali (SNH – Semi-Natural Habitats) con conseguenti differenti tipologie di ES.
Questi SNH sono analizzati nel dettaglio e viene valutata anche l’importanza economico-sociale dei vari Servizi ecologici Essenziali.
I dati raccolti verranno analizzati mediante modelli matematici sviluppati appositamente, in modo da collegare ogni habitat agricolo con i servizi ecologici ad esso necessari e che, al tempo stesso, l’ambiente stesso stimola a favorire. Quindi verranno esplorate le varie sinergie tra ES, SNH e paesaggio.
Saranno quindi valutati i benefici economici e non, sia pubblici sia privati.
I risultati saranno divulgati a tutti gli operatori del settore attraverso strumenti informatici basati sul web, guide pratiche e documenti di policy.

I risultati resi noti finora dimostrano la possibilità di migliorare rese e benefici anche con semplici accorgimenti.
Ad esempio, l’aggiunta di piccoli filari di fiori selvatici o bosco possono portare ad un aumento dei profitti per gli agricoltori. A questa conclusione erano già arrivati studi precedenti, senza però analizzare nel dettaglio la causa e quindi senza controllare quali servizi ecologici fossero generati e incentivati. Inoltre, queste zone “selvatiche” che aumentano la biodiversità, hanno maggiore efficacia se localizzate ai margini dei coltivi piuttosto che all’interno del campo.
La presenza di aree dedicate alla crescita di fiori sono risultate molto utili.
Infine, un’altra strategia promettente è quella dell’intercropping.

I ricercatori coinvolti nel progetto sperano di poter presto fornire agli agricoltori spiegazioni dettagliate su come sia possibile favorire la crescita e l’attività del nemico del loro “nemico” in modo da dover ricorrere all’impiego di pesticidi di origine sintetica solo in casi particolari.
L’ottimizzazione dei servizi ambientali per ottenere un miglioramento della resa è allo studio presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il progetto QuESSA è coordinato da Games & Wildlife Conservation Trust, un’organizzazione no-profit inglese con sede a Fordingbridge, Hampshire.

 

Per saperne di più:
European Research Media Center – Youris.com
QuESSA
Games & Wildlife Conservation Trust