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Finanziamenti per giovani agricoltori

Il Mipaaf ha lanciato il concorso “Nuovi Talenti Imprenditoriali” finalizzato alla valorizzazione e rappresentazione delle migliori esperienze imprenditoriali realizzate nel settore agricolo e agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura da aziende start up, aperte da meno di 48 mesi, condotte da giovani tra i 18 e 40 anni e operanti in Italia.

L’iniziativa rientra tra le promozioni attuate in concomitanza dell’EXPO 2015.
Le aziende che si classificheranno tra le prime 25 riceveranno un premio di 30mila euro e saranno valorizzate all’interno dell’EXPO 2015.
Budget complessivo: 750mila euro.
Scadenza: 15 dicembre 2014
Per scaricare il bando, cliccare qui.

La regione Lombardia ha indetto due bandi di applicazione regionale sui seguenti temi:

Start up per EXPO 2015
Apicoltura

Bando “Start up per EXPO” n. LM78/14, per start up innovative e MPMI (micro, piccole e medie imprese) che presentino progetti di impresa strettamente legati alle eccellenze imprenditoriali e creative della Lombardia e direttamente collegabili al tema principale di Expo Milano 2015.
Scadenza: 16 gennaio 2015
Per scaricare il bando, cliccare qui.

Bando “Azioni regionali per il miglioramento delle produzioni e della commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura Lombardia” n. LM64/14.
Possono partecipare al bando associazioni di produttori apistici come anche singoli produttori apistici.
I progetti devono riguardare uno dei seguenti temi: assistenza tecnica alle aziende, aggiornamento dei tecnici e seminari, acquisto arnie con fondo a rete e presidi sanitari, acquisto attrezzature per l’esercizio del nomadismo.
Il contributo può variare dal 50% al 100%.
Scadenza: 15 gennaio 2015
Per scaricare il bando, cliccare qui.

L’Agro-Business Start Academy ha aperto un Master in “Apertura e gestione di start-up agricole” per fornire agli aspiranti imprenditori del settore tutti gli strumenti tecnici e pratici necessari a ridurre al minimo i rischi connessi con l’apertura di una nuova impresa. Il bando di concorso per l’ammissione è aperto fino al 30 novembre14.

Il corso è aperto ad un numero massimo di 20 partecipanti.

Il Master vuole dare una risposta ai nuovi bisogni che la società esprime con il ritorno alla terra dei giovani. Statisticamente i primi due anni di un’impresa neonata sono i più difficili e sono quelli in cui è maggiormente necessario un supporto solido e affidabile. Il Master tocca i seguenti temi: gestione economica delle PMI, fiscalità e leggi che regolano il settore, marketing, strategie commerciali (anche per l’export), gestione dell’azienda e delle risorse umane, innovazione e multifunzionalità. In particolare la multifunzionalità si pone nell’ottica della nuova agricoltura che vede l’integrazione della produzione agricola alla dimensione sociale e culturale con la creazione di agri-asili, fattorie sociali e didattiche, agriturismi e impianti per la produzione di agro-energie.
Il Master prevede una durata di 240 ore, 120 in aula e 120 di stage presso un’impresa agricola Cia.

Per saperne di più:
MIPAAF
Master

 

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Come aumentare rese e qualità delle colture migliorando anche l’ambiente

Gli insetti impollinatori sono responsabili dell’impollinazione delle colture e quindi sono direttamente responsabili della rese delle stesse. Purtroppo in questi ultimi anni si è verificata una diminuzione nella biodiversità che ha comportato diversi squilibri, tra cui una diminuzione di insetti fondamentali per la sopravvivenza dell’agricoltura. Attualmente in Europa più dell’80% delle coltivazioni dipende direttamente da questi insetti utili per l’impollinazione. La diminuzione degli insetti utili è direttamente collegata alla scomparsa dei loro habitat naturali.

L’importanza di tali insetti è al centro dell’attenzione anche delle multinazionali e delle associazioni dei produttori di fitofarmaci. Non è a caso che la ricerca internazionale di Syngenta si sia attivata per creare e promuovere il progetto “Operation Pollinator”.
L’importanza di un habitat ricco va, infatti, ben oltre l’aspetto etico. Il progetto infatti mira a sensibilizzare l’agricoltore dimostrandogli che con una gestione più sostenibile del territorio si possono praticamente ricevere gratuitamente anche dei benefici economici.

Gli insetti impollinatori infatti lavorano senza che ci siano dei costi, basta fornir loro un ambiente idoneo per vivere e svilupparsi. In cambio con la loro attività di impollinazione fanno migliorare resa e qualità dei prodotti. Per ottenere tutto questo l’agricoltore deve sacrificare terreni marginali e di scarsa produttività per la creazione degli habitat essenziali per la vita degli insetti impollinatori.
Il progetto di Syngenta però va oltre la semplice sensibilizzazione del coltivatore, infatti aiuta a definire quali piante e fiori possono essere maggiormente utili nei diversi luoghi. Per questo motivo in Italia sono attive sperimentazioni in quattro diverse zone: Faenza, Foggia, Perugia, Pisa. Ciascuna di esse presenta caratteristiche diverse.

In ogni caso, le aree da dedicare agli insetti sono le meno produttive, quali quelle a bordo campo. Queste zone possono essere seminate con essenze specifiche ricche in nettare e polline che attirano gli impollinatori. Tali aree servono da rifugio anche per altri animali, quali piccoli mammiferi e uccelli, che possono aiutare, sempre gratuitamente, a mantenere sotto controllo i parassiti.
La presenza di terreni di questo tipo a bordo campo può far aumentare fino al 600% il numero di bombi presenti, fino a 12 volte il numero di farfalle e oltre 10 volte il numero di altri insetti in tre anni, andando a migliorare anche le rese e la qualità delle colture.

Come maggiore garanzia di rientri economici, Syngenta mette a disposizione la possibilità di utilizzare il logo di “Operation Pollinator” sui prodotti coltivati secondo i principi del progetto.
Questo marchio informa rapidamente il consumatore che il prodotto che si accinge a comprare è stato coltivato seguendo una strategia di agricoltura sostenibile e incentivante la biodiversità.

 

Per saperne di più:
Syngenta
Operation Pollinator

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Ricercatori statunitensi identificano l’odore che attrae le cimici

I ricercatori del Servizio di Ricerca Scientifica (Agricultural Research Service – ARS) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) sono riusciti a isolare, decodificare e quindi sintetizzare i segnali chimici di richiamo della cimice Halyomorpha halys. I risultati ottenuti sono stati pubblicati a giugno 2014 sul Journal of Natural Products.

La scoperta è di notevole valore scientifico in quanto apre la strada alla possibilità di creare trappole veramente efficienti ed efficaci contro questo insetto che provoca danni ingenti a moltissime colture. Questa cimice, infatti, è un insetto di origine asiatica che si è diffuso in moltissime regioni. Ha una dieta molto varia, al momento si contano ben 300 piante diverse che possono subire l’attacco della cimice. Oltre al fastidio che può provocare all’interno di abitazioni e giardini, a subire danni ingenti sono soprattutto le colture di mele, pesche, mais e soia.

I risultati di questa ricerca sono frutto di una collaborazione tra diversi Enti di ricerca negli Stati Uniti e a Taiwan.
Per riuscire a trovare il ferormone giusto, i ricercatori hanno analizzato i componenti degli odori emessi dalla cimice. Tra tutti i composti analizzati, sono stati notati due ferormoni particolarmente interessanti, emessi solo dai maschi adulti.
Questi due ferormoni sono stati identificati, caratterizzati e quindi riprodotti in laboratorio. Successivamente questi composti sono stati testati come agenti attrattivi e, visti i risultati promettenti, i ricercatori hanno proceduto con la preparazione di trappole contenenti al loro interno i due ferormoni. Sono state testate trappole contenenti i due composti da soli, come pure trappole contenti miscele dei due ferormoni.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che in effetti i ferormoni individuati possiedono delle forti capacità attrattive verso altre cimici senza far differenza di sesso o stato di maturazione dell’insetto. Infatti attraggono indistintamente maschi, femmine e ninfe.
Dalla conta degli esemplari catturati emerge inoltre che i richiami sono più efficaci quando i due ferormoni sono miscelati tra loro rispetto a quando sono impiegati singolarmente.

Questa scoperta risulta di particolare rilievo vista la comprovata inefficace azione delle trappole finora in commercio.
Infatti, proprio poco prima della scoperta dei ricercatori di ARS, altri ricercatori avevano pubblicato su Environmental Entomology un articolo riportante i dati raccolti con un’altra ricerca mirante a verificare la bontà delle trappole in commercio. In questa ricerca, alcuni scienziati dell’Università del Maryland (USA) hanno messo alla prova l’efficacia delle trappole per cimici sui campi di pomodoro.
Per misurare l’efficacia di dette trappole, queste ultime sono state posizionate soltanto in alcuni dei campi selezionati per la ricerca, mentre altri campi non sono stati trattati in alcun modo al fine di poter essere impiegati come riferimento per la ricerca.
Gli esperimenti effettuati hanno dimostrato che le trappole attraevano sicuramente le cimici, le quali sono arrivate in gran numero sui campi grazie ai richiami delle esche, ma, una volta sui campi, preferivano i pomodori alle esche. Risultato: i campi forniti di trappole avevano molte più cimici dei campi non trattati e privi di trappole. Di conseguenza i campi con le esche hanno subito danni maggiori rispetto a quelli senza.

Per saperne di più:
USDA
Journal of Natural Products
Environmental entomology