PAC 2028-2034: la Commissione europea avvia le trattative
Di Alessandro Campiotti
In una recente comunicazione europea sono state divulgate le linee guida che orienteranno l’architettura della prossima Politica Agricola Comune. Il dibattito tra gli Stati è in corso ed emergono i primi segnali di dissenso da parte delle associazioni di categoria del mondo agricolo.

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Attrattività, innovazione tecnologica e competitività, sono solo alcuni dei requisiti a cui il settore agroalimentare europeo dovrà rispondere nei prossimi anni per mantenere e consolidare il ruolo strategico che riveste negli Stati membri dell’UE. In questi mesi, infatti, presso la Commissione europea è in corso un serrato dibattito per la programmazione della prossima Politica Agricola Comune (PAC) che regolamenterà l’attività del settore primario nel periodo 2028-2034.
Sebbene le discussioni siano ancora in atto, lo scorso febbraio la Commissione ha divulgato una comunicazione per rendere noti alcuni dei principi che dovrebbero orientare la strategia della prossima PAC. Inoltre, per comprendere meglio l’attenzione rivolta nei confronti della PAC, bisogna ricordare che si tratta di un ambito di intervento fondamentale per l’UE, che nel periodo 2021-27 è stato sostenuto con un budget complessivo di 387 miliardi di euro, pari al 31% del bilancio europeo. Questa notevole mole di finanziamenti è necessaria a promuovere l’attività di un settore in cui operano oltre 30 milioni di persone, che da anni sconta una serie di difficoltà dovute tanto alla crisi climatica quanto alle tensioni geopolitiche determinate dai numerosi conflitti globali.
Allo stesso tempo, l’instabilità dei redditi, l’impegno oneroso e l’elevato rischio d’impresa hanno fatto sì che negli ultimi decenni le nuove generazioni considerassero solo limitatamente l’ipotesi di intraprendere una professione in questo settore; basti pensare che l’età media degli agricoltori supera i 55 anni e che gli under 40 rappresentano appena il 12% del totale, di cui molti portano avanti realtà aziendali di tipo familiare. Per tali ragioni, tra i principali obiettivi avanzati dalla Commissione per ristrutturare il settore agroalimentare, c’è l’ambizione di riformare il ruolo stesso dell’agricoltore, che dovrà essere sempre più una figura professionale ibrida, a cavallo tra tradizione e innovazione tecnologica. La conoscenza e valorizzazione di nuovi asset di mercato, come i crediti di carbonio e di biodiversità, le energie rinnovabili, i servizi ecosistemici, la bioeconomia e l’eco-turismo, infatti, possono produrre fonti di reddito aggiuntive rispetto a quello frutto della terra e dei sostegni europei, i quali rappresentano circa il 20% del reddito agrario.
Ma non è tutto, infatti la nuova PAC avrà il compito di rendere il comparto più competitivo sui mercati internazionali, tutelando i prodotti di alta qualità e trattando con gli Stati importatori affinché operino nel rispetto delle norme in materia di responsabilità ambientale e di benessere animale, per ridurre i fenomeni di concorrenza sleale. In questo senso, continueranno ad essere incentivate quelle pratiche di produzione rispettose delle risorse naturali, come l’agricoltura biologica, rigenerativa e di precisione, mentre per tutelare le aree rurali verranno promosse produzioni locali, filiere corte e comunità energetiche rurali.
Tra le possibili novità oggetto di discussione, c’è la semplificazione del quadro legislativo e finanziario, secondo cui nella programmazione 2028-2034 i singoli Stati potrebbero beneficiare di maggiore autonomia rispetto al recepimento di alcune norme europee. Inoltre, i due pilastri che da oltre venti anni caratterizzano l’architettura della PAC, potrebbero essere accorpati in un unico fondo, responsabile sia dei pagamenti diretti a sostegno del reddito agrario che dei finanziamenti per le politiche di sviluppo rurale.
Tuttavia, queste prime rivelazioni trovano in disaccordo numerosi esponenti del mondo agricolo, a partire dai rappresentanti delle associazioni di categoria come Confagricoltura e Coldiretti, i quali temono che l’accorpamento dei due pilastri possa tradursi in una sostanziale riduzione delle risorse destinate all’agricoltura. Al contempo, sostengono la necessità di valutare l’impatto delle riforme tramite il coinvolgimento degli operatori del settore e di mantenere il carattere “comune” della PAC, senza concedere agli Stati membri una flessibilità che potrebbe causare situazioni di disparità a livello europeo.
Per approfondire:
Ceccarini I., “PAC 2028-2034, dibattito in corso”, Rinnovabili, giugno 2025https://www.rinnovabili.it/agrifood/agricoltura/pac-2028-2034-politica-agricola-comune/.
Commissione europea, “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione. Creare un settore agricolo e agroalimentare attraente per le generazioni future”, febbraio 2025 https://agriculture.ec.europa.eu/overview-vision-agriculture-food/vision-agriculture-and-food_it.