La bioplastica di Bio-on protagonista nello sviluppo del packaging alimentare di domani

La bioplastica sviluppata da Bio-on sarà al centro di un nuovo progetto europeo che, grazie ad un budget di quasi 4 milioni di euro, punta a realizzare nei prossimi anni nuovi materiali, sostenibili e biodegradabili, per il packaging alimentare.

Il progetto BioBarr (New bio-based food packaging materials with enhanced barrier properties) ha ricevuto un finanziamento di 3.784.375 euro dalla Bio-Based Industries Public-Private Partnership nell’ambito del Programma di Ricerca e Sviluppo Horizon 2020 della Commissione Europea con il Grant Agreement N. 745586. Avrà inizio il 1° giugno 2017.

BioBarr ha ricevuto un’eccellente valutazione dagli esperti scientifici indipendenti della Commissione Europea e sarà coordinato da Tecnoalimenti S.C.p.A.
Nei 4 anni di durata prevista il progetto coinvolgerà 7 prestigiosi partner europei, pubblici e privati, provenienti da Italia, Spagna, Danimarca e Finlandia.

Gli obbiettivi dei ricercatori sono: sviluppare nuovi materiali per il packaging alimentare a base biologica e biodegradabile, migliorare e potenziare le loro funzionalità barriera e incrementare le applicazioni in reali ambienti operativi all’interno delle industrie alimentari. Le ambiziose attività di ricerca e sviluppo del progetto si concentreranno sui biopolimeri PHAs (poliidrossialcanoati) prodotti con la tecnologia di Bio-on.

* Scheda del progetto
  • Progetto: New bio-based food packaging materials with enhanced barrier properties
  • Acronimo: BIOBARR
  • Grant Agreement N°: 745586
  • Call: H2020-BBI-JTI-2016
  • Topic: BBI 2016.R5 – Advanced biomaterials for smart food packaging
  • Contributo UE: €. 3.784.375
  • Durata: 48 mesi
  • Data di inizio: 1° Maggio / Giugno 2017
  • Coordinatore del Progetto: Dr. Marianna Faraldi– Tecnoalimenti
Partner:
• BIO-ON S.p.A. (Italia)
• CHIMIGRAF IBERICA S.L. (Spagna)
• Centro Nacional de Tecnologia y Seguridad Alimentaria (CNTA) – Laboratorio de Ebro (Spagna)
• DANMARK TEKNISKE UNIVERSITET (Danimarca)
• ICIMENDUE SRL (Italia)
• TTY-SAATIO – Tampere University of Technology (Finlandia)


Leggi il comunicato stampa allegato

* Ri-uso e seconda vita del packaging in carta e cartone. L’importanza del Life Cycle Design

Un contributo di Laura Barreiro, Sustainability and Stakeholders Engagement Manager, Europe – ‎Asia Pulp & Paper Group (APP)

Il packaging fa parte della nostra vita e sicuramente così sarà anche in futuro. Il packaging, infatti, protegge i prodotti, consente di trasportarli in maniera efficace, è lo strumento che permette alle aziende come il nostro Gruppo di produrre e commercializzare i beni che noi tutti usiamo e consumiamo. Inoltre, il settore del packaging è parte integrante della nostra economia globale e offre occupazione a chi partecipa della sua produzione.

L'imballaggio ha sempre avuto e continuerà a essere sviluppato sulla base di una serie di compromessi tra molte funzioni. Le due funzioni che sembrano più al centro dei riflettori oggi sono la comodità dei consumatori e la responsabilità ambientale. La strada verso la sostenibilità dell’imballaggio sta avanzando, ma diventa sempre più difficile ogni giorno a causa delle praticità di una società dai forti consumi. I produttori di packaging devono cercare un equilibrio tra il proteggere le merci imballate; tutela della salute pubblica; protezione dell'ambiente; conformità alle normative; differenziare e fornire il valore del marchio al consumatore; inserire le informazioni necessarie sulle merci confezionate; trarre profitto in una business arena sempre più altamente competitiva. Nuovi design di packaging con materiali e processi rispettosi dell'ambiente sono dunque importanti per il concetto di sostenibilità.
È essenziale che l'imballaggio riduca al minimo lo spreco di prodotti nella catena di approvvigionamento e presso i consumatori. Un futuro più sostenibile può essere raggiunto grazie anche a un imballaggio amico dell’ambiente e questo è uno dei motivi che guidano i governi, così come i consumatori, di tutto il mondo a sposare il concetto di riduzione, ri-uso e riciclaggio del packaging. In un’ottica a medio termine di una maggiore responsabilità sociale e ambientale ciò che è auspicabile fare dunque è migliorare la progettazione degli imballaggi. Una progettazione che tenga conto di ogni fase del ciclo di vita del prodotto, che consideri tutte le possibili conseguenze di un “cattivo” design e minimizzi l’impatto che esso può produrre per il futuro del pianeta e delle generazioni che seguiranno.

Ed ecco perché nel mondo del packaging si sta facendo sempre più strada il concetto di Life Cycle Design. Si tratta di una metodologia di progettazione che si basa sul concetto di “Lyfe Cycle Assessment”, ossia l’analisi del ciclo di vita dei prodotti. In poche parole, significa pensare al packaging in tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione alla logistica, dalla distribuzione al consumo, fino al suo riciclo, con l’obiettivo, nella progettazione delle varie fasi, di minimizzare al massimo gli impatti sull’ambiente e sulla società in generale e, ancor più, di minimizzare gli sprechi. In tempi recenti un ulteriore tassello si sta aggiungendo al concetto di Life Cycle Design, quello del ri-uso del packaging, che sta diventando una tendenza sempre più diffusa tra gli operatori di settore. Il trend del riuso fa leva sulla coscienza di tutti noi consumatori. Progettare un packaging che possa vivere anche oltre l’aspettativa di vita del prodotto che contiene è un ottimo modo di pensare eco-responsabilmente e dare un valore aggiunto al proprio prodotto. Anche il packaging cellulosico sta approcciando questo concetto di design, ove gli imballaggi vengono progettati non solo per essere utilizzati o riciclati ma anche per essere ri-utilizzati. Scatole, shopper, pacchi e pacchetti in carta e cartone una volta esaurita la loro funzione primaria di conservare, proteggere o trasportare un prodotto, si trasformano in altro: portaoggetti, lampade, giocattoli, utensili e così via, attraverso soluzioni progettuali innovative e, in particolare, sostenibili.

Un esempio di packaging progettato per il riuso è l’imballo per penne stylus da touchscreen dell’azienda statunitense Altaz. Facendo leva su quello che gli operatori di settore chiamano l’effetto IKEA – ossia il concetto di marketing che ha individuato come gli elementi auto-costruiti, anche oggetti semplici come gli origami, portino a un aumento delle vendite – l’azienda ha incorporato nel retro del packaging della propria penna stylus delle semplici istruzioni e linee-guida per ricavarne un supporto da tavolo per penne.  Senza bisogno di colla o nastro adesivo, l'utente ha un’extra-funzionalità inaspettata dal proprio acquisto, oltre alla soddisfazione di costruire qualcosa di “furbo” con le proprie mani. L’imballaggio della penna stylus di Altaz, rispetto ai tradizionali imballaggi “usa e getta”, accresce in questo modo il valore percepito del prodotto, incoraggiando nel contempo gli utenti finali a essere più rispettosi per l'ambiente.

Un altro esempio emblematico della metodologia di Life Cycle Design è la shopper in carta di Lee “LEE No more wasted”. Le shopper, realizzate interamente in carta riciclata (e riciclabile) sono state concepite per ottenere, una volta portato a casa il sacchetto con all’interno il prodotto Lee, molteplici accessori come righello, calendario, porta-penne, segna-libri, giochi e altro ancora. La creatività di questa shopper è rappresentata anche dalla grafica che permette al consumatore di ritargliarne le diverse parti per ottenere gli accessori. Interessanti anche i manici della busta, realizzati con un paio di stringhe per scarpe, utilizzabili anch’essi una volta ritagliata a pezzi la shopper. Un’iniziativa che ha colpito i clienti del marchio e che ha spinto la Lee ad aumentare il numero di shopper bag, inizialmente prodotte in edizione limitata, da 3000 pezzi a ben 300.000. Sempre nel settore dell’abbigliamento, l’azienda USA Made Apparel ha lanciato un packaging per le proprie t-shirt in cui la scatola di cartone riciclato, che contiene la t-shirt, è di dimensioni ridotte e dalla quale, una volta aperta e tolta la maglietta all’interno, è possibile ottenere un attaccapanni sul quale poter appendere la t-shirt stessa.

E ancora nell’apparel è da menzionare “Clever Little Bag” il packaging lanciato qualche anno fa dal brand Puma con il re-design della tradizionale scatola da calzature, che prevedeva la sostituzione con una borsa riutilizzabile, resa stabile e resistente da un leggero supporto di cartone. L’obiettivo del progetto era quello di minimizzare la quantità di materiale da imballaggio, promuovendo allo stesso tempo un riuso del packaging e l’allungamento della sua vita utile.

Infine, nel food & beverage un packaging concept molto interessante è espresso in “Cavallum”. Ideato per le bottiglie di Cava, gli spumanti spagnoli, e fatto di legno e cartone, il packaging Cavallum rappresenta nel suo insieme un emblema del concetto alla base del Life Cycle Design, ossia “riduzione – riuso – riciclo”: una volta tolta la bottiglia di spumante al suo interno, infatti, Cavallum si trasforma in una lampada per diverse ambientazioni. E’ interessante notare che le componenti in cartone del packaging hanno una funzione triplice: proteggono la bottiglia, contengono la componente elettrica e, infine, fungono da base della lampada. 

La creatività e l’ingegno delle aziende produttrici di packaging cellulosico ha ancora un potenziale inespresso e noi operatori di mercato siamo sempre alla ricerca di soluzioni progettuali innovative e sostenibili per l’ambiente e che possano valorizzare carta e cartone andando oltre la funzione primaria di imballaggio. La salvaguardia e la valorizzazione delle risorse naturali passa dunque anche dal design del packaging. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione dell’impiego di carta e cartone per diversi tipi di prodotti, a evidenza che questi materiali possono essere ulteriormente valorizzati, sia per le proprie caratteristiche tecniche, sia per la semplicità di lavorazione e personalizzazione.

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