Veneranda Arca di S. Antonio – Tecnologie e materiali per i Beni Culturali
Dalla ricerca alla fruizione inclusiva. L'esperienza del progetto TEMART tra Ricerca e Terza Missione
Il Progetto “TEMART-Tecnologie e materiali per la manifattura artistica, i beni culturali, l’arredo, il decoro architettonico e urbano e il design del futuro” è una ricerca finanziata dalla Regione Veneto nell’ambito dei bandi Por-Fesr (2014-2020), che ha coinvolto il modo delle imprese (quattro Reti Innovative Regionali: 3M Net, capofila del progetto, Venetian Cluster, Euteknos, Luce in Veneto) e gli enti di ricerca attraverso la Fondazione Univeneto (Università di Padova, di Venezia “Ca’Foscari, di Verona, IUAV) al fine di rafforzare il legame tra ricerca e ambito produttivo locale.
I risultati del progetto sono stati presentati via zoom giovedì 22 aprile 2021 alla presenza dell’Ing. Diego Basset, Presidente RIR M3 Net, del Dott. Sergio Calò, Presidente RIR Venetian Innovation Cluster for Cultural and Environmental Heritage, del Dott. Stefano Miotto, Direttore Confindustria Veneto Siav, dell’Ing. Alberto Sozza, Presidente RIR Luce in Veneto, del Dott. Terenzio Zanini, Presidente RIR Euteknos e dei referenti di ciascun gruppo di lavoro partecipanti.
La parte preponderante del progetto TEMART si è focalizzata su casi studio di tipo industriale. Il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, in collaborazione con gruppi di ricerca degli altri Atenei (Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, Dipartimento di Informatica dell’Università di Verona e Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’Università “Ca’Foscari” di Venezia) e in sinergia con tre aziende (Venetian Cluster, Ecor International, Prisma Tech), ha affrontato invece una ricerca innovativa su manufatti archeologici e artistici. Al gruppo di lavoro del Dipartimento dei Beni Culturali, coordinato da Maria Stella Busana, hanno partecipato Giovanna Baldissin, Giuseppe Salemi, Monica Salvadori, Emanuela Faresin, Francesca Farroni Gallo, Cecilia Rossi, Clelia Sbrolli e Luca Zamparo.
Negli ultimi anni l’applicazione ai beni culturali dei sistemi di rilievo digitale tramite fotogrammetria o scansione, che consentono la realizzazione di modelli ad altissima risoluzione (da tempo usati per la ricerca e la documentazione), e della tecnologia additiva per la produzione di repliche ha avuto un grande sviluppo, in particolare ai fini della valorizzazione. La stampa tridimensionale consente di “materializzare" all’interno di un percorso museale o di un allestimento manufatti conservati altrove, riprodotti in modo più o meno preciso, ma comunque con un efficace valore evocativo. La disponibilità di una replica può favorire il prestito temporaneo degli originali…. (Continua nel comunicato stampa allegato).