Alimentazione
La pandemia in atto e le misure di contenimento del contagio adottate per farvi fronte hanno messo in crisi l’intera filiera agroalimentare. Ora occorre sostenere il Made in Italy, salvaguardare le filiere corte, valorizzare i prodotti tradizionali e locali, attuare misure contro lo spreco e la povertà alimentare, favorire la sicurezza e la qualità dei prodotti.
Il Covid-19 colpisce il settore agroalimentare, che in Italia occupa oltre 3 milioni di lavoratori e vale un quarto del PIL nazionale. Diverse le misure messe in campo dal Governo per sostenere il settore. Su iniziativa di Coldiretti e Filiera Italia nasce l’alleanza salva spesa Made in Italy con l’obiettivo di garantire la regolarità delle forniture e combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo durante l'emergenza.
Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) non ci sono ancora prove che il Covid-19 possa trasmettersi all’uomo attraverso il contatto con il cibo e altri beni di consumo. L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) raccomanda di usare alcune indicazioni per il consumo di cibo e lo smaltimento dei rifiuti.
È quanto denuncia Coldiretti Impresapesca nel rapporto “Sos pesce italiano” presentato in occasione della giornata nazionale del pesce italiano (15 giugno) per farne conoscere caratteristiche e qualità e aiutare a scelte di acquisto consapevoli. Nei mari italiani si pescano ogni anno circa 180 milioni di chili di pesce cui vanno aggiunti gli oltre 140 milioni di kg prodotti in acquacoltura – spiega Coldiretti Impresapesca – mentre le importazioni dall’estero hanno ormai superato il miliardo di chili, secondo un’analisi su dati Istat relativi al 2018.
Sono soddisfacenti i risultati del progetto pilota promosso dall’alleanza aBCD (Barilla, Coop e Danone). Cresciuta la consapevolezza delle famiglie su abitudini alimentari e stili di vita più sani.
Rispetto per l’ambiente e lotta al food waste sono i valori chiave della partnership Unes - MyFoody, nata per sensibilizzare i consumatori a uno stile di vita consapevole.
Farmer’s markets, Gruppi di Acquisto Solidale, Community Supported Agriculture e orti urbani sono solamente alcuni tra i nuovi modelli di produzione e consumo di cibo. Secondo la FAO, l’agricoltura urbana è una “via d’uscita alla povertà alimentare” perché consente l’accesso sicuro al cibo, soprattutto verdura e frutta fresche, anche alle persone più povere o con redditi bassi.
Uno studio della University of East Anglia, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Plants, evidenzia gli effetti del cambiamento climatico sulla coltivazione di orzo, il principale ingrediente per la produzione della birra. Nel peggiore dei casi, sottolinea lo studio, una riduzione nella produzione di orzo potrebbe comportare un calo del 16% del consumo globale di birra.
Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita nel 1979 con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sicurezza alimentare, della povertà, della fame e della malnutrizione nel mondo. Nonostante cresca il numero di persone che vivono in condizioni di sofferenza alimentare, la FAO ritiene che sia ancora possibile eliminare la piaga della fame nel mondo entro il 2030.
Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo stato della sicurezza alimentare e della denutrizione nel mondo, nel 2017 821 milioni di persone hanno sofferto la fame. Di questi 151 milioni sono bambini al di sotto dei cinque anni. La Coldiretti censisce circa 2,7 milioni di persone in Italia che vivono in condizioni di disagio alimentare, di cui 500 mila sono bambini con meno di 15 anni. I dati attuali rendono difficile immaginare di raggiungere l’obiettivo “Fame zero” dell’Agenda 2030 (Goal 2).